L’illegittimità non invalidante: le novità introdotte dall’art. 21 octies, c. 2 L. 241/90 in materia di procedimento amministrativo
L’entrata in vigore della legge 11 febbraio 2005 n. 15, recante “Modifiche ed integrazioni alla legge 7 agosto 1990, n. 241, concernenti norme generali sull’azione amministrativa”, segna un passo considerevole nel tentativo di costituire un organico complesso di norme sull’azione amministrativa.
Il legislatore della riforma, infatti, ha recepito in maniera massiccia storici istituti di derivazione dottrinale e giurisprudenziale e li ha trasfusi nel testo originario della legge generale sul procedimento, che oggi prevede un intero capo IV bis disciplinante l’efficacia e l’invalidità del provvedimento amministrativo.
L’introduzione di questo articolato corpo di disposizioni ha animato vivaci dibattiti interpretativi: chi aveva autorevolmente sostenuto prima della novella del 2005 che la legge 241/1990 costituisse solo una legge sul procedimento amministrativo, afferma ora che il legislatore l’ha trasformata in legge del procedimento.
Tra le disposizioni del nuovo complesso di norme, particolare interesse ha suscitato il nuovo art. 21 octiesche al primo comma dispone che “è annullabile il provvedimento amministrativo adottato in violazione di legge o viziato da eccesso di potere o da incompetenza”, al secondo che “non è annullabile il provvedimento adottato in violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti qualora, per la natura vincolata del provvedimento, sia palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato. Il provvedimento amministrativo non è comunque annullabile per mancata comunicazione dell' avvio del procedimento qualora l'amministrazione dimostri in giudizio che il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato”. Maggiore interesse riveste certamente il secondo comma, anche in riferimento ai dibattiti interpretativi emersi in dottrina e giurisprudenza.
Tale norma ha introdotto nel nostro ordinamento i c.d. vizi non invalidanti del provvedimento amministrativo, che rappresentano un’eccezione alla regola posta dallo stesso art. 21 octies comma 1 e i cui precedenti sono rintracciabili in altri ordinamenti europei.
La previsione ha suscitato notevoli dubbi in ordine alla ratio sottesa all'istituto in oggetto ed alla natura, sostanziale o processuale, della norma.
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Informazioni tesi
Autore: | Alberto Leali |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Agostino Meale |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 57 |
FAQ
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