Intercettazioni telefoniche e tutela della privacy
Le intercettazioni telefoniche e la tutela della privacy sono un connubio indissolubile che trova spazio nella moderna società grazie all’ausilio di nuovi strumenti tecnologici in grado di investigare nel modo più rapido e semplice, ma che, al contempo, sono invasivi della “sfera di riservatezza” del cittadino.
Ciò comporta l’evidente esigenza di bilanciare due interessi importanti: da un lato, la piena tutela giuridica delle situazioni soggettive lese, la ricerca del colpevole da parte della polizia giudiziaria, garantendo, quindi, la piena efficacia dell’azione penale; dall’altro, la tutela dei soggetti privati in relazione alla loro privacy che può essere violata da tale mezzo di ricerca della prova che, sovente, coinvolge anche soggetti terzi estranei alle indagini.
In questa tesi sono delineati tutti i profili attinenti alla privacy, partendo dalla sua evoluzione storica, passando per la puntale definizione del concetto di “riservatezza”, fino alla disciplina attuale; viene inoltre illustrata la definizione di “intercettazione telefonica”, analizzando l’attuale disciplina codicistica per poter, poi, mettere a confronto i due contrapposti profili, soprattutto cercando di individuare le garanzie apprestate dalla legge per gli interessati.
Infine, è presente qualche accenno alla tanto dibattuta normativa in itinere in materia di intercettazioni.
Definire i confini di questa materia non è semplice, in quanto essa è oggetto di contrastanti dubbi giurisprudenziali e dottrinali che oscillano da anni, appunto, per l’esigenza, molto avvertita, di contemperare insieme molti dei diritti costituzionalmente garantiti propri della persona umana, quali l’inviolabilità del domicilio, la segretezza della corrispondenza e delle comunicazioni, il diritto all’informazione, che trovano riconoscimento anche a livello internazionale con l’affermazione dignità dell’uomo, della tutela contro le intrusioni arbitrarie e illegittime nella vita privata e familiare, nel domicilio o nella corrispondenza dell’individuo e con il fondamentale diritto di ogni persona alla tutela della legge contro tali violazioni.
Il tutto deve necessariamente confrontarsi con l’insostituibile efficienza dello strumento delle intercettazioni telefoniche, collocate nel codice di procedura penale nell’ambito dei mezzi di ricerca della prova, e con la sua importante e decisiva finalità dunque investigativa e probatoria.
La loro profonda efficienza di tale strumento è determinata dall’imprevedibilità degli atti che, proprio per tale ragione, sono gravemente limitativi non solo della riservatezza dell’individuo, ma anche del diritto di difesa dell’indagato.
Da ciò deriva l’esigenza da parte del legislatore di elencare minuziosamente i reati per i quali sono ammesse, insieme ai presupposti e alla disciplina, nell’intento di limitare nel miglior modo possibile il pregiudizio arrecato agli indagati e restringendo, quindi, l’ambito della materia sul fondamento della indispensabilità, subordinando l’espletamento delle operazioni di intercettazione a determinate autorizzazioni adeguatamente motivate o convalidate dall’autorità giudiziaria su richiesta del pubblico ministero.
Si noti che gli interessi tutelati non riguardano solo indagati e imputati che si vedono violati nel diritto alla segretezza delle comunicazioni, oppure dal rischio di divulgazione del contenuto delle loro conversazioni non pertinenti al procedimento penale, ma riguardano, ed è forse questo l’aspetto di maggiore impatto, anche le terze persone coinvolte nelle intercettazioni.
In questo contesto non si può fare a meno di notare che anche il diritto di cronaca, tutelato costituzionalmente come espressione della libera manifestazione del pensiero, assume un suo peso determinante specialmente nell’ambito della pubblicazione dei verbali o di stralci di intercettazioni.
Ci troviamo, quindi, di fronte alla contrapposizione di numerosi diritti e tutele che sono alla base della nostra Carta Costituzionale e che rientrano tra i diritti inviolabili dell’uomo, e all’arduo compito per il legislatore di bilanciare esigenze pubblicistiche ed esigenze privatistiche a garanzia di un corretto esercizio dei nostri diritti.
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina L'abbate |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Gustavo Pansini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 101 |
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