Il tribunale penale supremo iracheno
Il Tribunale penale supremo iracheno, chiamato a giudicare i crimini commessi da Saddam Hussein e i membri del suo deposto regime, è stato istituito con atto della Coalition Provisional Authority il 10 dicembre 2003.
Nello Statuto, come vedremo, sono contenute le norme sull’organizzazione, la competenza e le modalità di funzionamento del Tribunale.
Esso è stato modificato nel 2005 ad opera dell’Assemblea legislativa irachena, nuovo organo costituito in esito alle elezioni condotte sotto il perdurante regime di occupazione straniera, modificazione che ha lasciato intatto il primitivo impianto, apponendo esclusivamente degli emendamenti.
Il percorso che ha portato all’ istituzione del Tribunale iniziò a seguito di un’azione intrapresa il 20 marzo dagli Stati Uniti che, insieme al Regno Unito, si mise alla guida di una coalizione di Stati, con la finalità di destituire il governo di Saddam Hussein, mutare il regime politico iracheno e fare giustizia dei crimini commessi dal suo dittatore . Il conflitto ebbe fine il 1° maggio 2003 a seguito della dichiarazione del Presidente americano di cessare le maggiori ostilità.
Cominciò allora un periodo di occupazione bellica sul territorio iracheno, da parte delle due principali Potenze della Coalizione, quelle anglo-americane, che vi istituirono un’Autorità transitoria di governo, la Coalition Provisional Authority (CPA).
Oltre all’analisi delle anomalie normative riconducibili allo Statuto, saranno affrontate, in questa sede, le problematiche relative alla legittimità e imparzialità del Tribunale iracheno, alla luce del fatto che da un punto di vista strettamente giuridico, di jus in bello, non si può certo sostenere che le Convenzioni di Ginevra del 1949 attribuiscano ad una potenza occupante il potere di dar vita a tribunali speciali per giudicare gli esponenti di un deposto regime.
Ad ogni modo appare condivisibile la posizione di chi sostiene che la situazione in cui versava l’Iraq all’indomani della fine dell’azione militare anglo-americana non lasciasse alternative ragionevoli al ricorso ad un tribunale creato ad hoc. Esclusa la competenza della Corte penale internazionale, non avendo le autorità irachene aderito allo Statuto di Roma, si sarebbe forse potuto però plasmare il tribunale iracheno per l’Iraq sui modelli di quelli ah hoc per la ex-Iuogoslavia e il Ruanda, oppure si sarebbe potuto ipotizzare un tribunale ibrido, categoria a cui appartengono quelli per la Sierra Leone, per la Cambogia, per il Kosovo e per Timor Est .
E’ stato, invece, istituito un tribunale interno composto esclusivamente da giudici di nazionalità irachena , prevedendo solo la possibilità, all’art. 6 dello Statuto, per il Presidente del Tribunale di nominare, persone non irachene di elevata considerazione morale, integrità ed imparzialità, in qualità di consiglieri o osservatori alle camere di primo grado. Il potere di chiamare esperti non iracheni è correlato alla facoltà di “request assistance from the international community, including the United Nations” .
Il Tribunale penale supremo iracheno è stato così istituito, con il fine di giudicare i crimini commessi dall’ex-Rais Saddam Hussein e dagli altri esponenti del governo Baath’ista, nel periodo compreso tra il 17 luglio 1968 ed il 1° maggio 2003, limiti temporali che rappresentano, da un lato, la presa del potere in Iraq da parte del partito Ba’ath e, dall’altro, la dichiarazione di cessazione “delle maggiori ostilità” da parte della Coalizione. Il 14 dicembre 2003, pochi giorni dopo l’entrata in vigore della costituzione, il leader iracheno, Saddam Hussein, già presidente dell’Iraq, fu catturato dalle Forze armate della Coalizione e sottoposto alla giurisdizione del Tribunale che lo condannò, il 5 novembre. 2006, a morte per impiccagione, con l’accusa di aver commesso crimini contro l'umanità, soprattutto per la strage dei 148 sciiti del villaggio di Dujahil, avvenuta, per rappresaglia, in seguito ad un fallito attentato del 1982 contro Saddam Hussein . La Camera d’appello, il 26 dicembre, ha confermato la sentenza di condanna alla pena di morte eseguita quattro giorni dopo. Numerose critiche sono state solevate contro l’esecuzione, ma anche contro l’intero processo, in particolare l’ associazione umanitaria Human Rights Watch ha compilato un rapporto di 97 pagine, elencando le numerose irregolarità procedurali attribuite al processo di Saddam .
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Informazioni tesi
Autore: | Antonia Fornaro |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Marialuisa Alaimo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 134 |
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