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Il concorso esterno nell'associazione mafiosa: origini, ipotesi criminologiche e aspetti di attualità.

Il lavoro si propone di analizzare una della più controverse figure del sistema penale italiano: il concorso esterno nell'associazione mafiosa, fattispecie peraltro di creazione puramente giurisprudenziale. L'analisi di una tanto discussa figura criminosa, non può prescindere dalla valutazione delle norme da cui le pronunce di diritto hanno ritenuto che essa si originasse, ossia il concorso di persone nel reato e i reati associativi. E' risultato, inoltre, necessario, un excursus storico di tale figura, nonchè l'analisi di pratiche ipotesi applicative della stessa (considerate dalla giurisprudenza) ed una valutazione comparatistica di tale istituto.

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INTRODUZIONE Questo lavoro mira a svolgere una trattazione del concorso esterno nell’associazione mafiosa, uno dei più discussi e travagliati istituti del panorama legislativo italiano. Un reato, quello suddetto, nato letteralmente dalla giurisprudenza, sulla scorta di necessità contingenti e a causa della mancanza di figure normative ad hoc all’interno del codice penale. I reati di associazione mafiosa hanno visto accrescere la loro pericolosità negli anni e troppo spesso il timore provocato da questi nella società ha portato alla necessità di introdurre nell’ordinamento tecniche repressive assai forti e spesso non supportate da una ferrea teorica del reato. Il concorso esterno in associazione mafiosa è uno degli esempi più lampanti della risposta data a questa situazione di emergenza, in quanto i confini di tale figura di reato e le differenza con fattispecie già presenti all’interno del nostro codice penale, sono avvolti da profonda incertezza. Quello che ci si propone, dunque, è di valutare anche dal punto vista storico, le evoluzioni giurisprudenziali e dottrinali di una figura di reato tanto discussa, ma assolutamente necessaria in una società come quella odierna, caratterizzata da una mafia che si è modificata nel tempo diventando una vera e propria impresa che ha tentacoli nella maggior parte degli ambiti economici, politici e del mercato. L’excursus dell’evoluzione giurisprudenziale, storica e dottrinale in merito al tema del concorso esterno in associazione mafiosa, dovrebbe consentire di evidenziare i punti di forza di questa figura delittuosa, qualora vi siano, per valutare la possibilità (e l’ utilità) della determinazione, da parte del legislatore, di una nuova fattispecie di reato che la riguardi da inserirsi all’interno del codice penale. Il dibattito dottrinale che si espresso riguardo il concorso esterno in associazione mafiosa è assai vario e ha dato vita a una infinita querelle che non si è ancora placata, soprattutto relativamente all’utilità che una tale figura delittuosa possa avere all’interno del nostro ordinamento, molti sostenendo, infatti, che un’adeguata interpretazione della norme di favoreggiamento già esistenti, potrebbero risolvere il problema di punibilità molto meglio che la lettura del combinato disposto delle norme sul concorso di persone nel reato e dell’associazione mafiosa. La tesi opposta, chiaramente, si affanna a chiarire che una fattispecie apposita sia necessaria onde evitare di lasciare incolmabili lacune che eviterebbero la punibilità di tutta una serie di condotte di contiguità che, ad oggi, sono la fonte più proficua dei guadagni e della ricchezza delle associazioni malavitose. Al fine di affrontare il discorso su una figura delittuosa tanto complessa, è stato opportuno iniziare con un excursus degli elementi necessari per la configurazione del concorso esterno in associazione, ossia con la valutazione di tutti gli elementi basilari che riguardano il concorso di persone del reato come costruito dal nostro legislatore nel codice Rocco, al fine di valutare fino a che punto le norme relative al concorso possano essere combinate con quelle di parte speciale che riguardano

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concorso esterno
concorso di persone nel reato
concorso esterno in associazione mafiosa
concorso esterno e comparazione

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