I grandi Tribunali in età Moderna in Europa: nascita, sviluppo, declino
Dopo la fine del mondo antico, il primo momento di discontinuità che segna il passaggio dall'Alto al Basso Medioevo si ebbe nei decenni che vanno dall'XI al XII secolo, laddove ci fu una trasformazione radicale della società, della cultura e delle istituzioni. La rinascita cittadina si fa sentire in modo particolare nel diritto: la nuova società dei secoli XI-XII ne riscopre l'importanza e, per questo motivo, lo inserisce al centro del suo sviluppo. È stato dunque riscontrato come il diritto romano divenne lo ius commune nella cultura giuridica europea di tutta l'epoca moderna; lo ius proprium, diritto proprio invece, peculiare di ogni ordinamento non costituiva oggetto di studio sia perché frammentario ed interesse limitato, sia perchè lo scopo principale dell'insegnamento impartito non era quello della conoscenza del diritto vigente in un luogo determinato, quanto quello dell'acquisizione degli strumenti del linguaggio e della logica giuridica, necessari per muoversi nel mondo del diritto complessivamente inteso. Per l'Italia dei Comuni la regola fu la compresenza della doppia vigenza dei diritti locali e del diritto comune. Il giudice doveva applicare lo statuto, integrando però le lacune con il ricorso al diritto comune. L'Italia rappresenta il Paese all'interno del quale il diritto comune ha visto una più rapida applicazione. Differentemente dall'Italia, la Germania si presentò in ritardo nel processo di ricezione europea del diritto romano insegnato nell'università. Nella Francia dove vigeva il diritto scritto, il diritto comune veniva proposto con una funzione suppletiva rispetto alle consuetudini, cioè veniva utilizzato nei casi in cui, queste ultime non avessero disposto o quando una loro interpretazione non avesse offerto una soluzione al caso in esame. Abbiamo visto infine come in Inghilterra il diritto comune si sviluppò nel corso del secolo XII sulla base dei writs, ossia degli ordini che il Re dava al giudice al fine di accertare l'accadimento reale o meno di determinati fatti e, a seconda del risultato di queste verifiche, di giudicare in un senso o nell'altro. Nei grandi tribunali operano e giudicano in nome del sovrano, giudici che per la loro alta competenza e in quanto rappresentanti della suprema autorità non sono vincolati al parere del singolo consulente. Tali tribunali sottoposero il diritto comune e la legislazione sovrana ad un'interpretazione libera e funzionale all'ottenimento di interessi particolari di volta in volta prevalenti.
È stata poi analizzata l'evoluzione dello Stato moderno, con una ricostruzione dei grandi tribunali d'antico regime, come la Sacra Rota Romana, la Rota fiorentina, la Sacra Rota di Macerata e i più importanti di età moderna, focalizzando poi l'attenzione sui principali esponenti tra cui ricordiamo Giovanni Battista De Luca, Ludovico Antonio Muratori e Cesare Beccaria. Infine è stata studiata l'evoluzione del pensiero giuridico dal Giusnaturalismo all'Illuminismo giuridico. Il rinnovamento del pensiero filosofico scientifico iniziato con il naturalismo rinascimentale portò nel secolo XVII alla nascita del giusnaturalismo moderno. È stata messa in evidenza l'influenza delle dottrine giusnaturalistiche a partire dal Seicento sulla cultura giuridica nel suo insieme quindi, sia nelle trattazioni teoriche dei giuristi, sia nelle idee di quelli che spingevano per norme di diritto nuovo. Si è visto come l'enfasi sui diritti dell'individuo, cioè su quei diritti soggettivi inalienabili della persona, sia diventato un pilastro delle nuove dottrine. Grazie alle idee proprie del giusnaturalismo, agli inizi del Settecento prendono vita in Europa una serie di tentativi di raccolta e di sistemazione delle leggi che avevano lo scopo di eliminare leggi considerate come superate e raggruppare quelle ritenute necessarie. Si è reso evidente come già dalla seconda parte del XVII secolo le riorganizzazioni e codificazioni del diritto non rispondevano più ad una mera necessità di semplificazione della giurisprudenza, ma hanno contribuito a realizzare una vera e propria riforma del diritto. Il modello del dispotismo illuminato fu adottato dagli Stati Europei, ad eccezione della Francia e dell'Inghilterra, poiché esso rispondeva alle esigenze dei sovrani di giustificare la loro politica di accentramento del potere che non veniva più attuata attraverso la coercizione. Analizzando la diffusione dell'Illuminismo giuridico in Francia, sono stati individuati tre autori che hanno maggiormente influito sulle idee di riforma delle istituzioni politiche e di razionalizzazione del diritto francese: Montesquieu, Voltaire e Rousseau.
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Informazioni tesi
Autore: | Roberta Borrelli |
Tipo: | Laurea magistrale a ciclo unico |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università Telematica "E-Campus" |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Antonio Grilli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 124 |
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