I diritti partecipativi dei soci nelle società a responsabilità limitata
I particolari diritti che l’atto costitutivo di s.r.l. può attribuire ai singoli soci, ai sensi dell’art. 2468, comma terzo, c.c., possono avere ad oggetto materie non strettamente “riguardanti l’amministrazione della società o la distribuzione degli utili”, cui espressamente si riferisce la norma, bensì ulteriori “diritti diversi”, dovendosi ritenere concessa all’autonomia negoziale, al pari di quanto dispone l’art. 2348 c.c. per la s.p.a., la “facoltà di determinare liberamente il contenuto” delle partecipazioni sociali, “nei limiti imposti dalla legge”.
Tra le diverse questioni interpretative riguardanti i “particolari diritti” in parola, assume quindi significativo rilievo quella concernente il loro contenuto, posto che l’art. 2468, comma terzo, c.c. menziona solamente “l’amministrazione della società o la distribuzione degli utili”.
La norma, tuttavia, non può essere intesa in senso tassativo e limitativo, bensì in senso attributivo , ossia esemplifica le principali, ma non uniche, ipotesi in cui i soci possono variare i diritti loro spettanti in virtù del contratto sociale.
Si ritiene inoltre che le parti, sebbene il tenore letterale dell’art. 2468, comma terzo, c.c., testè citato, utilizzi la congiunzione disgiuntiva “o”, possano attribuire contemporaneamente sia diritti amministrativi sia diritti agli utili in quanto essa non sembra avere valore avversativo (diritti agli utili o diritti riguardanti l’amministrazione) e non prescrive, dunque, una rigida alternatività tra i particolari diritti .
Sul piano sistematico, si deve rilevare che l’opposta interpretazione, in base alla quale, al di fuori dei casi previsti dall’art. 2468, comma terzo, c.c., nessun diritto diverso possa essere attribuito ad alcun socio, renderebbe la s.r.l. un modello societario connotato da una rigidità tale da non trovare confronto né nella s.p.a. né nelle società di persone, in contrasto quindi con i criteri direttivi posti dall’art. 3, comma primo, lett. b) e comma secondo lett. f) della legge delega n. 366/2001 concernenti rispettivamente la previsione di un’ampia autonomia statutaria e l’ampliamento della stessa con riferimento alla disciplina del contenuto e del trasferimento della partecipazione sociale. Entrambe le società, infatti, hanno la facoltà di derogare al modello legale, statuente in linea di principio l’uguaglianza e la proporzionalità dei diritti spettanti in virtù della partecipazione al contratto sociale: nella s.p.a. la legge consente la creazione di partecipazioni sociali caratterizzate da “diritti diversi”, prevedendo espressamente che “in tal caso la società, nei limiti imposti dalla legge, può liberamente determinare il contenuto delle azioni delle varie categorie (art 2348, comma secondo, c.c.); nelle società di persone è parimenti prevista la facoltà di convenire nel contratto sociale diversi modi e misure di partecipazione all’amministrazione (art. 2263 c.c.), agli utili (art. 2262 c.c.), alle perdite (art. 2263 c.c.), nonché concernenti la responsabilità verso i terzi ( art. 2267 c.c.) e l’attribuzione a taluni soci di diversi diritti riguardanti il controllo dell’attività di gestione (art. 23202 c.c.).
La stessa lettera della norma non sembra disporre incontrovertibilmente in senso contrario. Il secondo comma, che potrebbe intendersi come il principio la cui deroga è consentita solo nei limiti del terzo comma, concerne, infatti, solo il profilo della proporzionalità della misura dei diritti sociali: rimarrebbero dunque consentiti, anche interpretando in senso restrittivo la norma, tutti i particolari diritti che derogano al modello legale non dal punto di vista proporzionale, bensì attribuendo diritti individuali non contemplati dalla legge nei limiti posti all’autonomia privata. Questi limiti dovranno rinvenirsi nelle specifiche norme imperative attinenti al funzionamento degli organi sociali della s.r.l.; ad esempio in relazione al tema delle modificazioni dell’atto costitutivo, non si potrà imporre agli altri soci l’adozione del metodo della consultazione scritta ; né il potere di imporre loro in modo unilaterale la modificazione statutaria: la rilevanza assorbente che si verrebbe ad assegnare alla volontà del socio privilegiato svuoterebbe di significato la previsione del metodo collegiale ai sensi dell’art. 2479, comma quarto, c.c. .
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Rugolo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze giuridiche |
Relatore: | Fabrizio Guerrera |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 69 |
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