I ''cybercrimes'' nell'ordinamento giuridico italiano
Attraverso la penetrazione tecnologica degli ultimi decenni, la moderna società risulta profondamente trasformata nei costumi e nelle aspettative. Per gli stessi motivi la criminalità informatica rappresenta, mai come oggi, un problema ed una minaccia dai contorni transnazionali che va contrastata. Emerge quindi la necessità per il diritto, nazionale e internazionale di predisporre soluzione concrete, efficaci e armonizzate. La tesi, tenendo nel dovuto conto gli aspetti tecnici e peculiari dell’informatica, approfondisce anzitutto l’approccio normativo al fenomeno ed in particolare come si rapporta il diritto penale nelle sue tradizionali categorie ed elementi ai nuovi fenomeni tecnologici. Inoltre, al fine di individuare i beni e gli interessi oggetto di tutela nonché la rispondenza di questi al dettato Costituzionale, non trascura quelli che sono gli elementi principali e caratteristici del “reato informatico”. Poi, si da il giusto rilievo profili sociologico-criminologici in relazione ai soggetti coinvolti nelle aggressioni infotelematiche. Particolare attenzione viene dedicata alle peculiarità dei reati telematici e come questi vanno a rapportarsi con le esigenze punitive dei vari ordinamenti attraverso l’approfondimento di questioni riguardanti la competenza territoriale per i delitti commessi a mezzo internet nonché la non facile identificazione degli autori del reato. Viene descritto il quadro di fonti normative e politiche criminali sia su scala internazionale che europea con particolare riguardo ai recenti accordi come quello della Convenzione sul Cybercrime di Budapest. L’ indagine si sposta poi sul nostro ordinamento andando ad esaminare il sistema delle fonti e le scelte del legislatore italiano sul tema unitamente ai principali indirizzi giurisprudenziali circa le questioni più controverse delle singole fattispecie delittiuose. L’oggetto di indagine riguarda, in particolare, sia la prima legge sui (legge n.547 del 1993) che la recente legge n. 48 del 2008. Quest’ ultimo intervento, anticipato dalla legge n.38 del 2006 in tema di pedopornografia, ha ratificato i contenuti e le prescrizioni dell’accordo di Budapest del 2001. Tutti questi provvedimenti, sono andati ad incidere direttamente sul codice penale ed è per questo che le norme principali sono state analizzate in dettaglio, sottolineando gli aspetti che, a seconda dei casi, si sono rivelate più discussi e controversi. Tante sono le questioni in tema di reati informatici che hanno alimentato il dibattito dottrinale: il bene giuridico tutelato e la ambiguità dovute alle tecnica legislativa utilizzata sono solo alcuni esempi. Questo approfondimento rende possibile affrontare con linearità il “corpus normativo” delineato dal Legislatore italiano sia riguardo alle fattispecie introdotte con la novella del 1993 ( e con il tempo, “collaudate” come l’accesso abusivo ex 615 ter c.p. o la ), sia riguardo alle fattispecie introdotte o novellate nel 2008 (pensiamo al nuovo e “differenziato” danneggiamento informatico, alla nuova tutela del documento elettronico con firma digitale qualificata, alle nuove norme contro l’hardware o il software dannoso ex art. 615 quinquies).
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Schiavone |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Foggia |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Ombretta Di Giovine |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 242 |
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