Equilibrio tra le prestazioni e giustizia nel contratto - Riflessioni intorno all’art. 7 del D.lgs. n. 231 del 2002
Il Codice Civile dispone che “il contratto è l’accordo di due o più persone per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale ”.
Il legislatore, quindi, si è preoccupato di dare una definizione di contratto come “accordo” ex art. 1321 c.c., inteso come termine diverso e più ampio rispetto a quello di “contratto” e definito dalla dottrina come un’espressione generica che allude all’incontro di due o più volontà, vi sono, infatti, accordi che non sono contratti, come ad esempio il matrimonio; ed ecco allora il “contratto” come sottocategoria degli “accordi”, ma anche come “vincolo” (il contratto ha forza di legge tra le parti) ex art. 1372 c.c.
Il contratto, poi, ai fini della sua validità, deve avere dei requisiti fondamentali, indicati dall’art. 1325 c.c., che sono : l’accordo delle parti, la causa, l’oggetto e la forma.
Oltre ai requisiti che delineano il suo profilo dinamico, occorre anche fare riferimento al contenuto e agli effetti del contratto che determinano, invece, il suo profilo statico.
Le parti, infatti, in virtù di un’autonomia contrattuale disciplinata dall’art. 1322 c.c., possono liberamente determinare il contenuto del contratto nei limiti imposti dalla legge e tale disposizione trova riscontro costituzionale nell’art. 41 della Costituzione il quale al primo comma enuncia il carattere “libero” dell’iniziativa economica privata, esercitabile dall’imprenditore quale soggetto che svolge un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi .
Come sancito dal secondo comma dello stesso art. 41 della Costituzione, tale iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, libertà o alla dignità umana e proprio in considerazione di ciò la legge si preoccupa di determinare programmi e controlli opportuni affinché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Ecco allora che, in virtù di questa forma di autonomia e volgendo l’attenzione all’ambito della contrattazione privata, sorgono spontanee le domande :
Quali sono i limiti di libertà dell’autonomia privata? Quale delle parti contrattuali è effettivamente tutelata dal nostro ordinamento?
E in che termini e in che misura il nostro legislatore ha provveduto nel tempo a fornire tale tutela?
Sono queste le domande la cui risposta necessita di un excursus storico, a partire dagli strumenti previsti ed utilizzati nel codice del 1942 secondo una prospettiva tradizionale fino a giungere alla prospettiva moderna suggerita dall’avvento del diritto comunitario.
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Informazioni tesi
Autore: | Serena Stefanelli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Lecce |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Stefano Polidori |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 135 |
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