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Aspetti etico-sociali del Welfare State in Italia

Questa tesi esamina le caratteristiche principali dell’attuale Welfare State italiano.
Il lettore è invitato a riflettere sulle prospettive di sviluppo del nostro welfare alla luce dell’attuale crisi economica ancora in corso.
La letteratura sulle politiche sociali di welfare è stata fondamentale per scrivere i primi due capitoli della tesi. Per quanto riguarda la parte centrale del Terzo Settore ho analizzato alcuni documenti pubblicati recentemente dall’ISTAT. Infine, la parte conclusiva dedicata al fenomeno “Economia di Comunione” si sviluppa su tre pilastri: (1) il pensiero di Chiara Lubich; (2) l’importanza della reciprocità e della gratuità nel sistema economico; (3) la vivace realtà del Polo industriale Lionello Bonfanti.
Dall’analisi svolta lungo tutta la tesi si evince come il quadro del Welfare State sta mutando rapidamente. La complessità delle domande sociali poste dai nuovi portatori di bisogni rende prioritari nuovi equilibri nei sistemi tradizionali di Stato Sociale, anche e soprattutto a livello europeo.
Ciò che pare contrassegnare il processo di trasformazione in atto è il crescente ricorso a forme di sussidiarietà (verticale ed orizzontale), che valorizzano sempre più l’azione degli attori locali e di soggetti privati. Si parla, infatti, di Welfare Society, che consiste in un insieme di tradizioni solidariste, cioè attività che reinvestono senza distribuire profitti, generando così una pubblica utilità per la collettività. In questo nuovo contesto, si sta dedicando sempre più spazio al valore della reciprocità e della relazionalità sia dal punto di vista etico e sociale, sia dal punto di vista economico.
È, dunque, in tale contesto così variegato che si sviluppa il nuovo modo di costruire il benessere della collettività: attraverso l’ausilio del Terzo Settore. Questo nuovo attore sociale emerge proprio in corrispondenza di una crescita esponenziale dell’autonomia del sociale che ne costituisce la premessa e il terreno di sviluppo. In Italia sono tante le realtà presenti che contribuiscono al successo del Terzo Settore. Ne è un esempio il Polo industriale Lionello Bonfanti di Incisa in val d’Arno (FI), località Burchio, nei pressi di Loppiano, la cittadella internazionale sede del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich. Qui la parola d’ordine è “condivisione”.

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1 INTRODUZIONE Il presente lavoro vuole essere un’occasione per aprire una finestra sul mondo del welfare state in Italia, paragonandolo a quello dei maggiori Paesi europei, in particolar modo quelli che fanno parte della Comunità Europea. Tutto parte dalla lettura del saggio breve Welfare State e solidarietà: quale futuro per l'Italia? scritto da Ugo Ascoli nel 1993. A questo proposito, andando al cuore di questa tesi, il lettore è invitato a riflettere sulle prospettive di sviluppo del nostro welfare alla luce dell’attuale crisi economica ancora in corso. Nel primo capitolo si ripercorre la storia del welfare state (o stato sociale) e le dinamiche che esso ha comportato nel mondo, senza trascurare le sue caratteristiche principali e i servizi offerti ai cittadini. Nel secondo capitolo si continua a parlare di Stato Sociale affiancandolo agli insegnamenti che la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) ha fornito per uno sviluppo sostenibile del welfare, mettendo al primo posto l’individuo nella sua intierezza e dignità e tenendo ben presente i suoi bisogni. L’analisi delle principali encicliche consente di individuare e di valutare il loro effettivo apporto circa l’organizzazione dello Stato Sociale. Le encicliche sociali citate nel capitolo 2^ hanno anche un principio in comune con i modelli storici di welfare e in particolare con il principio di sussidiarietà. Questo principio è, infatti, il principio cardine della moderna DSC e, mentre contrasta con il centralismo tipico dei sistemi che prediligono soluzioni stataliste-monopolistiche in vari ambiti del welfare, ben si concilia con le forme piø avanzate di liberalismo. Esso si propone di risolvere, attraverso il ruolo attivo dei soggetti che compongono la società civile, i problemi creati nel settore privato da comportamenti egoistici e nel settore pubblico dalla centralizzazione illiberale del potere dello Stato. In particolare, Giovanni Paolo II nella Centesimus annus del 1991 salda tale principio ordinatore con quello di responsabilità: «Intervenendo direttamente e deresponsabilizzando la società, lo Stato assistenziale provoca la perdita di energie umane e l'aumento esagerato degli apparati pubblici, dominati da logiche burocratiche piø che dalla preoccupazione di servire gli utenti, con enorme crescita

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