La peopolisation de la politique: quando il gossip diventa propaganda.
Nel corso della storia, i politici protagonisti delle varie epoche hanno sempre cercato di inventarsi nuovi espedienti che gli permettessero di conquistare l’opinione pubblica. Il periodo che stiamo attraversando non è certo il primo nella storia caratterizzato da una diffusa disaffezione nei confronti del mondo politico e dei suoi esponenti. In questi casi, è chiaro che attirare l’attenzione di potenziali elettori è diventata un’impresa ardua. Bisogna inoltre tener conto della disinformazione: una sostanziale porzione degli aventi diritto al voto non ha molta dimestichezza con i media che si occupano della cosiddetta “informazione seria” e quindi segue molto poco l’attualità politica. Argomenti come una crisi di governo, le primarie di un partito, i vertici internazionali o la crisi economica risultano ostici soprattutto al pubblico poco colto. È certamente più semplice sfogliare una rivista con foto e articoli brevi, riguardanti, per esempio, le nozze di un cadetto reale.
Per tutti questi motivi, è diventato necessario per i politici trovare altre vetrine e, parallelamente, i media hanno dovuto sperimentare nuovi linguaggi. Un canale di comunicazione con i cittadini è infatti di vitale importanza per la classe politica. Allo stesso modo per i mass media è fondamentale avere un pubblico che vada in edicola ad acquistare un giornale o stia al televisore a guardare una trasmissione. Come vedremo, su questo punto le due categorie cercano di venirsi incontro. Scopriremo però che talvolta, volendo ognuna delle due curare i propri interessi, essi si scontrano.
L’obiettivo di questa tesi è illustrare una tendenza che si manifesta quotidianamente davanti ai nostri occhi. Osserveremo in particolare il caso francese, con riferimenti occasionali al mondo anglosassone, ritenuto la vera culla del fenomeno.
L’esposizione mediatica della vita privata delle celebrità, per iniziativa sia dei media sia degli interessati a fini pubblicitari, è definita oltralpe come peopolisation. Si tratta di un derivato di people, un falso anglicismo utilizzato in francese per designare le celebrità e la stampa specializzata nel pettegolezzo, ivi comunemente detta presse people.
Affrontare questo argomento è stata una sfida stimolante perché ha dato la possibilità non solo di approfondire un aspetto socioculturale, ma anche di poter riflettere su alcuni aspetti linguistici. Nel primo capitolo people, e il suo derivato peopolisation, sono presentati dal punto di vista semantico e morfologico, mettendo a confronto le definizioni nelle due lingue. Questa parte ha un approccio molto generale, dettato dalla curiosità. Del resto, quest’analisi è stata necessaria per capire meglio l’argomento, ma essendo questa una tesi triennale, non di ricerca, non ha le pretese di avere un linguaggio tecnico vero e proprio.
Il secondo capitolo cerca innanzitutto di fornire un quadro generale del fenomeno della peopolisation, concentrandosi sulle caratteristiche della stampa rosa francese e indagando sui motivi che la rendono così popolare. Ci si interroga circa il labile confine tra diritto di cronaca, prerogativa del giornalismo, e i limiti che si oppongono alla libera divulgazione della vita privata dei cittadini. In questo senso non poteva mancare uno sguardo veloce alla giurisprudenza francese in materia di tutela della privacy.
Il fenomeno applicato alla politica sarà approfondito nel terzo capitolo, dove si guarderà ai molteplici aspetti della questione con il supporto di alcuni studiosi di comunicazione, i quali hanno analizzato l’oggetto di studio in tutte le sue caratteristiche, dalle possibile cause generatrici alle conseguenze sull’elettorato. Scopriremo infatti che, oltre a essere un processo messo in moto dai media (i quali pubblicano informazioni private sui governanti sperando di moltiplicare le vendite), peopolisation è anche una strategia di comunicazione utilizzata dai politici stessi per creare consenso. Essi, infatti, diventano delle vere e proprie celebrità, frequentano i divi e posano per servizi fotografici. Come nel capitolo precedente, faremo appello alla psicologia: questo meccanismo vuole infatti sia avvicinarli alle persone comuni, sia divinizzarli. Per maggior completezza, non poteva mancare un accenno al marketing politico.
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Informazioni tesi
Autore: | Maria La Porta |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Libera Università degli Studi San Pio V di Roma |
Facoltà: | FIT- Interpretariato e Traduzione |
Corso: | Mediazione Linguistica |
Relatore: | Stefania Cerrito |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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