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Economia e felicità: evidenze e paradossi delle società occidentali

“Cominciai a pensare a Thomas Jefferson e alla dichiarazione d’indipendenza, quando parla del diritto che abbiamo alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità e ricordo di aver pensato: come sapeva di dover usare la parola ricerca?”.

- Chris Gardner, dal film «La ricerca della felicità» (2006)

“L’utilità della ricchezza sta nelle cose che ci permette di fare, nelle libertà sostanziali che ci aiuta a conseguire”.

- Amartya Sen, premio Nobel per l'economia nel 1998

“Il Pil ha fallito nel tentativo di catturare i fattori che fanno la differenza nella vita delle persone e che contribuiscono alla loro felicità, quali sicurezza, divertimento e svago, distribuzione dei redditi e un ambiente pulito”.

- Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'economia nel 2001

“Nel perseguimento del benessere di una nazione è indispensabile una forma di governo che garantisca diritti umani e civili, libertà di scelta, partecipazione attiva dei cittadini e stabilità politica”.

- Grazia Prigionieri, laureanda in economia nel 2013

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5 INTRODUZIONE Il termine felicità ricorre spesso nei discorsi quotidiani e nei luoghi comuni. La natura umana ci spinge ad esternare ai nostri cari stati di benessere o malessere e a pensare alla felicità come il fine ultimo della nostra esistenza. Ma quanto ne sappiamo davvero della felicità? Esiste un modo per definirla e, soprattutto, per raggiungerla? L’idea della mia tesi parte da qui. Cercare di individuare gli ambiti della vita che sono effettivamente influenti sulla personale sensazione di benessere è l’obiettivo della prima parte di questo lavoro. Ma l’argomento su cui ho voluto focalizzarmi è il rapporto tra denaro e felicità, nel tentativo di capire se e in che misura la convinzione diffusa che più denaro comporti maggiore felicità abbia un fondamento reale. Il mio lavoro rivisita dunque il concetto e le dinamiche della felicità da un punto di vista esclusivamente economico, basandosi sugli studi e le statistiche che sono stati finora condotti in merito. La tesi si articola in 3 capitoli. Nel primo capitolo cerco di chiarire il concetto di felicità, evidenziando in che termini esso è stato inteso nel corso del tempo dagli economisti e come questi ultimi la interpretano ad oggi. L’ultimo paragrafo del capitolo accenna all’economia della felicità, un fenomeno multidimensionale innescato dall’opera di Richard Easterlin pubblicata nel 1974 ed oggi incentrato su eventi di rilevanza internazionale e politica. Nel secondo capitolo passo in rassegna i metodi finora sperimentati e, in alcuni casi adottati, per misurare il benessere delle nazioni, da un lato, e la felicità soggettiva, dall’altro. In entrambi i casi, sono presenti riferimenti a studi e metodi italiani che si pongono all’avanguardia nel campo delle ricerche e sperimentazioni sugli indicatori di benessere nazionale, da un lato, e sulla misurazione del benessere soggettivo tramite questionari appositi, dall’altro. Nel terzo capitolo entro nel cuore dell’economia della felicità. Nella prima parte spiego le dinamiche del paradosso della felicità introdotto dallo stesso Easterlin. Ne fornisco poi un’interpretazione inserendolo nel più ampio contesto socio-culturale in cui si manifesta. Il paragrafo 3.2 si incentra invece su una serie di casi in cui il paradosso risulta evidente, sulla base di studi e statistiche nazionali ed internazionali. Il capitolo si conclude con un quadro delle strategie di politica economica a cui i governi locali potrebbero ricorrere

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