La riforma dei reati di corruzione nella tutela della Pubblica Amministrazione
La tesi di laurea si è posta l’obiettivo di analizzare gli interventi di carattere penale in materia di contrasto alla corruzione realizzati dalla l. 6 novembre 2012, n. 190 (c.d. Legge Anticorruzione).
In via preliminare viene presa in esame la dimensione criminologica della corruzione, soffermandosi sui profili quantitativi del fenomeno, nonché sulle manifestazioni empiriche che lo stesso tende ad assumere. Sempre a livello introduttivo si procede ad una ricognizione dei modelli di contrasto alla corruzione astrattamente ipotizzabili, con brevi riflessioni in chiave comparatistica aventi ad oggetto i modelli repressivi adottati all’estero (Cap. I).
Si esamina poi la disciplina di contrasto al fenomeno corruttivo adottata dal legislatore italiano a partire dal Codice Zanardelli, soffermandosi in particolare sulle previsioni adottate dal Codice Rocco e sulle modifiche introdotte dalla l. 26 aprile 1990, n. 86 (riforma dei delitti contro la pubblica amministrazione). Si esaminano poi le principali proposte di riforma al “sistema penale di contrasto alla corruzione” presentate nel nostro paese a partire dagli anni ‘90, con particolare attenzione alla c.d. “Riforma Mani Pulite”. Si procede infine ad una ricognizione degli obblighi di carattere internazionale e comunitario sottoscritti dall'Italia in materia di contrasto al fenomeno corruttivo (Cap. II).
Segue poi una breve panoramica delle direttrici di intervento della l. 190/2012, corredata da una breve digressione sugli interventi di contrasto alla corruzione di natura amministrativa (Cap. III).
Nel seguito si prendono in esame gli interventi di carattere penale posti in essere dalla legge di riforma.
In primo luogo si analizzano le modifiche apportate alla fattispecie di concussione e l’introduzione della nuova fattispecie di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.); si affrontano quindi le caratteristiche della nuova formulazione del delitto di concussione, con particolare riguardo alla – ormai superata – esclusione dell’incaricato di pubblico servizio dal novero dei soggetti attivi del reato; si analizza poi la struttura dell’art. 319-quater c.p., ponendo l’accento sulla punibilità del privato indotto, sui criteri di distinzione tra la nuova fattispecie di induzione indebita e quelle di concussione e di corruzione, nonché sulle problematiche di diritto intertemporale postesi nella prima fase di applicazione della legge (Cap. IV).
Si affronta poi la riformulazione dell'art. 318 c.p., rubricato oggi “Corruzione per l'esercizio della funzione”. La riflessione sul punto prende le mosse dalla precedente formulazione della fattispecie e dagli approdi ermeneutici raggiunti dalla giurisprudenza in relazione alla stessa; in chiave critica si evidenza che la nuova fattispecie rischia attrarre a sé condotte anteriormente sanzionate ai sensi della più grave fattispecie di Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.), con la conseguenza di ridurre in concreto il trattamento sanzionatorio di fatto applicato per le tali condotte. Nell’esaminare poi la struttura della fattispecie si prendono in esame, tra gli altri, il problema della punibilità dei donativi d’uso e quello della punibilità della corruzione per la funzione “susseguente” (Cap. V).
Successivamente si procede alla disamina della fattispecie di “Traffico di influenze illecite”, introdotta dalla legge di riforma all’art. 346-bis c.p.. La trattazione, muovendo dalla disciplina del delitto di millantato credito, evidenzia le peculiarità della nuova fattispecie, con specifico riguardo alla struttura del reato e alla natura sussidiaria dello stesso. Si conclude l’esame della fattispecie analizzando le circostanze (aggravanti e attenuanti) previste nella nuova fattispecie e i profili di diritto intertemporale (Cap. VI).
Il lavoro prende poi in considerazione le politiche punitive adottate nella riforma, con particolare attenzione alle modifiche in tema di pene accessorie e di confisca (cap. VII). La trattazione si conclude con un accenno alle ulteriori prospettive di intervento nel settore della corruzione (cap. VIII).
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Informazioni tesi
Autore: | Ludovico Bosso |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Marco pelissero |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 224 |
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Il reato di corruzione per l'esercizio della funzione ex art. 318 del codice penale
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