L’evasione fiscale e la moneta elettronica

XIX Capitolo 2 Le strategie antievasione e le misure di contrasto 2.1 La tracciabilità dei pagamenti, la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi La tracciabilità fiscale fa riferimento al complesso delle misure attuate dal legislatore atte all’incentivazione di strumenti di pagamento che lascino traccia dei vari flussi di denaro disincentivando, al contempo e per contro, l’utilizzo del denaro contante che, al contrario, non lascia traccia alcuna delle varie transazioni. I pagamenti elettronici favoriscono, dunque, la tracciabilità fiscale, nel senso che rendono possibile la ricostruzione storica dei flussi finanziari tra i soggetti coinvolti e costituiscono, altresì, uno strumento di lotta e prevenzione all’evasione fiscale, nonché uno strumento di prevenzione dei fenomeni di riciclaggio e di circolazione di banconote contraffatte. Negli anni Ottanta, in particolare, il riciclaggio Le origini della tracciabilità vengono fatte risalire, in Italia, agli inizi degli anni Novanta: l’obiettivo era quello di contrastare e prevenire il riciclaggio di denaro, che in quel periodo costituiva un problema particolarmente rilevante, alla luce anche della diffusione dei fenomeni di criminalità organizzata e delle organizzazioni a stampo mafioso. Negli anni Ottanta, in particolare, il riciclaggio costituiva già un’emergenza a livello mondiale, a tal punto che il G7 di Parigi del 1989 diede vita all’istituzione del Gruppo di Azione Finanziaria, un organismo intergovernativo finalizzato alla promozione delle strategie di prevenzione e contrasto al riciclaggio di denaro sporco. Anche in Italia il legislatore intervenne a tal fine con l’introduzione dell’art. 648-bis nel Codice penale che punisce tale reato. Ma, nonostante ciò, il fenomeno del riciclaggio si è “raffinato” rendendosi