Paradisi fiscali e centri finanziari offshore: uso e abuso nei casi Parmalat ed Enron
Dopo le recenti vicende che hanno coinvolto Enron e Parmalat, sono tornati alla ribalta quei Paesi comunemente definiti come Paradisi Fiscali o Centri Finanziari Offshore. Posizionati in località esotiche, privi di imposte e con l’anonimato garantito, queste giurisdizioni sono spesso le principali protagoniste di abusi e scandali finanziari. L’analisi svolta ha cercato di mettere un po’ d’ordine in questo panorama variegato, sottolineando con particolare attenzione la pericolosità di queste zone protette per la loro naturale propensione ad indurre comportamenti illeciti, con particolare attenzione al fenomeno del riciclaggio. Lo studio di caso condotto su due grandi imprese multinazionali come Enron e Parmalat, infine, ha consentito di mettere in evidenza e di confrontare le implicazioni della finanza offshore e della pianificazione fiscale internazionale nei due crolli societari più clamorosi degli ultimi anni.
Metodologia seguita
Il presente lavoro nasce dallo studio di documenti pubblicati dalle più importanti organizzazioni internazionali (OCSE, FMI, BRI ecc) sulla questione dei Paradisi fiscali e dei Centri Finanziari Offshore, dalla consultazione di siti internet e di fonti bibliografiche sull’argomento, il tutto correlato da un’attenta valutazione di articoli comparsi su quotidiani nazionali ed internazionali su fatti di grande attualità, come i crack Parmalat ed Enron.
Principali risultati raggiunti
Al termine di questa analisi pare opportuno effettuare due considerazioni: innanzitutto i più recenti scandali finanziari hanno mostrato che il “fascino” delle giurisdizioni offshore non si limita alla bassa imposizione fiscale ma comprende anche la garanzia dell’anonimato e l’assenza di controlli e di verifiche bancarie; in secondo luogo, l’analisi conferma che le opportunità per celare conti correnti, proprietà e attività illecite, abbondano non solo nelle piccole giurisdizioni offshore, ma anche all’interno dei Paesi più industrializzati e ricchi del mondo come Stati Uniti e Unione Europea. L´esigenza di regolare sul piano internazionale la trasparenza delle transazioni e dei documenti di bilancio attraverso regole uniformi e credibili viene periodicamente riproposta e accettata da tutti gli Stati in linea di principio, per essere poi avversata e ostacolata dai paesi che ne traggono beneficio, specie se si cerca di tradurre le buone intenzioni in convenzioni internazionali possibilmente vincolanti. L’emanazione di una normativa comune, volta a realizzare condizioni di trasparenza uniformi, è dunque la vera priorità sulla quale concentrare ogni sforzo.
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Informazioni tesi
Autore: | Lucia Serafini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Internazionali e Diplomatiche |
Relatore: | Giuseppe Lusignani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 209 |
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