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Sport e turismo, binomio vincente di modelli positivi. I casi Volley Soverato e Tonno Callipo Vibo Valentia

Analisi del fenomeno del turismo sportivo partendo dal concetto di tempo libero. Sintesi delle caratteristiche principali del turismo sportivo, dei turisti sportivi, della domanda turistico-sportiva e delle nuove tipologie di sport outdoor, sport indoor e sport estremi. Studio delle figure professionali del turismo sportivo: Tour Operator e Sport Commission. Approfondimento sulle squadre di pallavolo maschile e femminile.

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5 I. TEMPO LIBERO E TURISMO SPORTIVO 1. La nascita della società del tempo libero La nascita del tempo libero pone un problema di portata tale da indurre taluni a domandarsi se si tratti di una realtà o di una fantasia. Alcuni ritengono che il tempo libero sia sempre esistito in tutte le epoche e in tutte le civiltà. E’ evidente che il tempo non occupato dal lavoro è antico quanto il lavoro, ma il tempo libero, come lo intendiamo oggi, presenta tratti specifici, tipici della civiltà scaturita dalla Rivoluzione Industriale. Nelle società del periodo arcaico così come in quelle pre-industriali del periodo storico, non si può parlare di tempo libero come è inteso oggi. Questo perchØ non si riesce ancora a trovare un distacco totale tra ciò che è il lavoro e ciò che invece è rappresentato dal gioco; inoltre il ritmo del lavoro è interrotto esclusivamente da pause, da canti, da giochi e da cerimonie, di conseguenza il lavoro identificandosi con il periodo di veglia, dal levare del sole al tramonto, non permette di avere del tempo da dedicare a se stessi. A ciò si aggiungono anche delle situazioni difficili di sopravvivenza, come il freddo che miete vittime, le carestie sono ricorrenti e ad esse s’accompagnano le epidemie. E’ dunque un periodo di tempo che non presenta le caratteristiche tipiche del tempo libero moderno. Nelle società pre-industriali dell’epoca moderna incontriamo numerosi lavoratori che il sottosviluppo tecnologico priva del posto di lavoro o condanna ad accettare impieghi sporadici di breve durata. In questi casi non si può parlare certo di tempo libero, nØ ancor meno di tempo per lo svago, bensì di tempo inoccupato. Così come, neanche l’ozio dei filosofi della Grecia antica o quello dei gentiluomini del XVI secolo possa essere definito tale 1 . E’ possibile sostenere, quindi, che la nozione di tempo libero si è determinata in seguito alla formazione e allo sviluppo di una società industrializzata e urbanizzata; una società in cui la qualità della vita quotidiana è cambiata in rapporto alla radicale trasformazione dei costumi, delle tradizioni, delle esperienze di vita collettiva. La storiografia piø attenta ai temi della storia sociale, dei modi di pensare e dei comportamenti collettivi ha sviluppato un interesse ed un’attenzione particolari per le attività e i luoghi del tempo libero e per quelle forme, piø o meno istituzionalizzate, di aggregazione che ne hanno accompagnato la crescita e la diffusione. Pertanto si è costituita la storia del tempo libero; la si può considerare un settore di ricerca autonomo che studia il progressivo definirsi dei comportamenti sociali in base ad una specifica suddivisione del tempo in attività di divertimento e di ricreazione, tanto individuali quanto collettive. Infatti, con il processo di industrializzazione, viene rappresentato un primo spartiacque temporale, individuato dagli storici (E.P. Thompson, E. J. Hobsbawn, D.S. Landes) per distinguere il tempo dell’otium (il tempo libero delle classi alte) dal tempo libero in genere, perchØ in questa fase della storia alla disciplina del lavoro si è accompagnata anche una disciplina della giornata dell’individuo ripartita tra tempo del lavoro, tempo del riposo e tempo libero 2 . Il primo sociologo a considerare la tematica del tempo libero fu, alla fine del XIX secolo, Thorstein Veblen il quale analizzava l’idea di tempo libero come forma di consumo dalla forte connotazione simbolica: la disponibilità di questa risorsa era riservata solo a chi, potendosi 1 J. Dumazedier, Sociologia del tempo libero, Angeli, Milano 1993, pp. 35-37. 2 Le informazioni, tratte dal sito www.pbmstoria.it, sono state elaborate da F. Tarozzi, docente Università di Bologna.

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