Rassegna teorico-empirica sui ritardi di pagamento nella PA italiana
In un Paese che sconta un debito pubblico del 130% del Pil, quindi un alto costo del denaro rispetto alla concorrenza, la crisi economica ha fatto emergere una criticità fondamentale e per troppo tempo ignorata: i ritardati pagamenti delle pubbliche amministrazioni italiane.
Il setting del lavoro è quello della Pubblica Amministrazione italiana, declinabile come un aggregato eterogeneo di enti e soggetti pubblici o pubblico-privati, che si organizzano in realtà locali per gestire la funzione amministrativa secondo il criterio della sussidiarietà.
Gli impegni di spesa di amministrazioni ed enti locali a favore di fornitori di beni o servizi, superano sistematicamente i termini previsti per essere liquidati, traducendosi in debiti commerciali.
Con l’implementazione di autonomia e responsabilità finanziaria che il legislatore ha impresso al settore dagli anni 90’, i residui passivi scaduti hanno cominciato ad accumularsi nei bilanci pubblici, sia in termini di volume, che in termini di giorni di ritardo per liquidare gli impegni.
Il 25 % delle imprese italiane dichiara debiti commerciali scaduti della PA nei propri bilanci e il ritardo col quale sono pagati, determina un mismatching di entrate e uscite, provocando crisi di liquidità nel momento in cui le imprese assolvono a loro volta alla liquidazione di fornitori, erario e dipendenti.
Paradossalmente lo stato pretende puntualità nella riscossione e rigore nei bilanci, quando le proprie estroflessioni locali adottano sistemi contabili eterogenei e inadeguati, causando in maniera ancor più paradossale, la crisi e il fallimento di imprese - soprattutto medie e piccole - altrimenti sane e virtuose.
L’obiettivo del lavoro è quello di trattare sinteticamente il tema dei ritardati pagamenti della PA e produrre una rassegna degli interventi in materia.
Quindi in apertura, attraverso l’analisi di fonti secondarie, analizzeremo l’intreccio di fattori gestionali, amministrativi e normativi all’interno dei bilanci pubblici. In seconda istanza verranno presentati una fotografia dello status quo, per capire ma soprattutto per ordinare i contributi, mediatici e non, che hanno caoticamente tentato di stimare le dimensioni del fenomeno, un quadro complessivo dei ritardati pagamenti dell’amministrazione pubblica e un confronto europeo .Troverà spazio un approccio sperimentale all’ambito sanitario, cui darà seguito un commento complessivo dei dati discussi e delle considerazioni tratte dall’intero percorso.
Il lavoro fornisce spunti di approfondimento che tradiscono una materia di riferimento vastissima e in costante cambiamento.
Proprio la tecnicità e l’ambiente in rapida evoluzione, limitano l’applicabilità di un lavoro specifico ed esauriente, mentre l’indisponibilità o l’inaffidabilità dei dati stessi(nei bilanci pubblici), mettono a rischio la fattibilità e la spendibilità di un lavoro sperimentale. Quindi, messa da parte ogni presunzione di esaustività, trattandosi di un’emergenza di grande attualità e coinvolgente diversi attori, abbiamo pensato di costruire un progetto che potesse cogliere queste due anime, prediligendo un approccio “widening”.
Il fattore di novità è il contributo stesso, che nel suo insieme si propone come strumento sintetico e accessibile, nel quale il tema dei debiti commerciali scaduti della PA venga trattato dalle cause alle conseguenze, classificando le stime dello status quo e superando la letteratura al momento disponibile, limitata a trattazioni marginali delle singole tematiche coinvolte.
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Informazioni tesi
Autore: | Dario Generali |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Sociale |
Relatore: | Emanuele Padovani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 173 |
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FAQ
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