Profili di valutazione economica delle imprese bancarie
Valutare un’azienda significa stimarne il beneficio economico che la stessa è in grado di produrre per la proprietà. Gli sforzi fatti per definire metodologie universalmente valide non sembrano aver ancora raggiunto un elevato valore applicativo. Ciò è tanto più vero se si prende in considerazione la valutazione bancaria, tipologia di azienda questa che si distingue per la peculiarità della struttura di bilancio, del business model, e dei vincoli normativi che ne influenzano il modus operandi. In particolar modo una delle componenti che contraddistingue gli istituti di credito consiste nella diversa configurazione delle risorse finanziarie di terzi: essi infatti sono strumentali all'attività specifica di impresa, e non una componente accessoria. Risulta quindi necessario utilizzare metodi che sottolineino la rilevanza di queste componenti nell’attività bancaria. Due sono le metodologie sviluppate in tal senso, il dividend discount model e l’excess return.
Modelli, questi, prettamente analitici, e che pertanto richiedono la stima di singoli componenti aziendali, con conseguente esborso di risorse finanziarie e di tempo.
Ad un diverso approccio valutativo si riferiscono i multipli, che non conducono alla determinazione del valore intrinseco di una società in termini assoluti, bensì ad una sua stima relativa, in funzione del prezzo che il mercato è disposto a pagare per attività ritenute comparabili.
I multipli hanno incontrato un notevole successo negli ultimi anni, soprattutto in funzione di operazioni di finanza straordinaria, la lievitazione dei prezzi di borsa, la maggior importanza degli intangibles.
Poiché diverse sono le grandezze che possono essere adoperate ai fini del la valutazione relativa, è necessario adottare i multipli più significativi in funzione delle caratteristiche dell’azienda e del settore analizzati. Il settore bancario prevede una maggiore attitudine ad analizzare il price earning e il price to book value. Il primo permette di valutare in modo sintetico il profilo di rischio e le potenzialità di crescita di un’attività, in funzione degli utili futuri attesi, determinando in tal modo l’eventuale sopra/sottovalutazione dell’azienda da parte del mercato.
Il P/BV è particolarmente utilizzato nel settore bancario in quanto le aziende sono fortemente patrimonializzate e la redditività non è facilmente identificabile. Poiché le regole dell'accountancy bancaria sempre più prediligono l'utilizzo del fair value, la limitata presenza di attività valutate al costo storico fa sì che il valore del patrimonio contabile degli istituti di credito si avvicini molto al valore di mercato, incentivando in tal modo l’uso di questo moltiplicatore per la valutazione delle banche. Risulta inoltre necessario menzionare una variante del P/BV, ovvero il Price/Tangible Book Value che presenta al denominatore il patrimonio netto rappresentato dalle sole attività reali iscritte nel bilancio della società, escludendo i valori immateriali, in primis l’avviamento e i marchi per i quali le tecniche valutative si presentano difficili ed eterogenee.
Il metodo dei multipli conduce ad una valutazione che non risente di ipotesi soggettive dell’analista, ma risulta invece influenzabile dalle aspettative degli operatori del mercato. Esempio concreto del condizionamento che le quotazioni di mercato subiscono in funzione di aspettative degli operatori è la crisi odierna, protagonista della quale sono la crisi della Grecia e la pressione spesso meramente speculativa sul debito pubblico dei paesi più instabili dell’area Euro. Con il solo riferimento alla valutazione relativa non sarebbe possibile constatare l’attendibilità del sentment del mercato e valutarne la fondatezza. Risulta quindi necessario utilizzare tale metodo solo come strumento di controllo e a supporto della valutazione analitica. Questo elaborato vuole dimostrare come questa inesattezza sia particolarmente evidente nel settore bancario.
Analizzando l’andamento azionario dei tre principali istituti di credito italiani, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena e Unicredit, è possibile rilevare in modo tangibile il pregiudizio che ha colpito le aziende di questo settore a fronte della crisi economica e della conseguente riduzione dei multipli maggiormente utilizzati.
Analizzando gli ultimi 5 esercizi possiamo sinteticamente evidenziare come tali aziende abbiano registrato un calo delle quotazioni finanziarie di oltre il 70%, lo sforzo finalizzato al costante incremento patrimoniale bruciando milioni di euro in ricapitalizzazione, una depressione della capacità reddituale. Ma ciò che più colpisce è l’inadeguatezza dei multipli a riscontrare il reale valore aziendale, in quanto gli stessi negli anni immediatamente precedenti alla crisi stimolavano gli investimenti in aziende che poi hanno subito perdite non indifferenti.
Ed è inoltre necessario aggiungere che a fronte di tali difficoltà presenti, neanche le prospettive future risultano rassicuranti.
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Informazioni tesi
Autore: | Anita Francesca Romano |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Riccardo Viganò |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 131 |
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