Marketing dei prodotti alimentari biologici
Tra le varie definizioni di agricoltura o alimento Biologico, la più attendibile è quella che inserita nel Regolamento Comunitario n. 2092 del 1991 definisce: ''Agricoltura Biologica (presente nella fase iniziale della filiera produttiva alimentare) è l’insieme delle pratiche attuate in agricoltura per fornire prodotti agricoli ottenuti escludendo completamente l’impiego di sostanze chimiche di sintesi''. Il termine Biologico, quindi, possiede un significato preciso da non confondere con altre denominazioni come “naturale”, “dietetico”, “organico - minerale” o “integrale”.
Dalla definizione appare la sostanziale differenza rispetto all’agricoltura convenzionale, non chiarendo però il settore oggetto di studio che in realtà si presenta molto più complesso rispetto a ciò che può sembrare, perché mira ad una modalità del tutto diversa di rapportarsi nei confronti dell’ambiente.
Fatte le dovute premesse, sembra chiaro che il mercato alimentare del Bio presenta delle nuove esigenze di professionalità altamente qualificate, legate ai recenti orientamenti comunitari come l’evoluzione dei mercati e dei consumi che stanno profondamente e rapidamente cambiando l’organizzazione settoriale verso un ottica innovativa, nella tutela dell’ambiente, nella riduzione dell’uso di pesticidi e della certificazione della qualità.
Infatti, il mercato alimentare italiano continua a registrare e a chiedere con insistenza incrementi più a livello qualitativo che non quantitativo, per cui la permanenza dell’azienda sul mercato è conseguenza legata ad una quanto mai vitale componente organizzativa, supportata dalla professionalità degli uomini preposti alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti alimentari stessi, nonchè ad una conoscenza del mercato utile per un approccio strategico più alto. Analizzando il comparto più in dettaglio e visto in una prospettiva empirica, le reali dimensioni dello stesso sono circa 1% del comparto totale alimentare, con delle aspettative di crescita di circa 4% nei prossimi anni, sviluppo legato ad una presenza delle referenze sempre più capillare nella Distribuzione Moderna. Tendenzialmente si assiste quindi, al transizione da una primordiale fase di nicchia a una conseguente realtà di vero e proprio segmento di mercato, in coincidenza al superamento della fase pionieristica e l’affermazione di logiche imprenditoriali sempre più attente all’innovazione tecnologica, alla valorizzazione del prodotto, allo studio del packaging, alla ricerca dei canali distributivi di medio e alto livello capaci di garantire ottimi sbocchi verso l’export. Le prospettive di sviluppo, a ben vedere, non riguardano una stretta cerchia di specialisti ma una nuova generazione di imprenditori proiettati verso il Biologico d’impresa, dando più spazio alle strategie di marketing come veicolo iniziale della decisioni imprenditoriali e commerciali.
Altra componente di mercato è la domanda rappresentata dal consumatore con i suoi bisogni. Lo studio sul consumatore risulta più particolareggiato e articolato, partendo da un analisi della motivazione che spinge un soggetto ad acquistare biologico, si valuta successivamente la personalità e i suoi desideri, tutti profili essenziali se si desidera programmare anche lo strumento di promozione o pubblicitario utile ad informare i soggetti stessi. Lo studio della domanda in generale, risulta utile a delineare un identikit del consumatore tipo di prodotti alimentari Biologici, da qui il target di riferimento risulta così strutturato:
· Età media compresa tra i 25 e 45 anni;
· Residente in grandi e medi agglomerati urbani;
· Un potere d’acquisto medio – alto;
· Un buon livello culturale.
Gli acquirenti, per evidenti motivi sono le donne anche se i consumatori finali risultano i componenti del nucleo famigliare, alla luce di tale osservazione il target evidenziato prima viene conformato su un acquirente di sesso femminile, che in definitiva si reca nel punto vendita per compiere la tradizionale “spesa”. In parallelo alla motivazione viaggia la frequenza con cui vengono effettuati gli acquisti, da una indagine scaturisce: il 47% acquista meno di una volta al mese; 43% acquista da una volta a settimana; il 10% acquista più di una volta a settimana.
Da qualche anno, però, le referenze Bio alimentare hanno conosciuto una nuova forma di consumo nel suo genere, quello collettivo. La forma di consumo collettivo più diffuso sono le mense scolastiche pubbliche e private, posizionate nelle aree geografiche del centro – nord Italia, al fine di garantire un’alimentazione sempre più sicura e naturale. Infatti molti Direttori e Presidi d'Istituto hanno pensato bene di indirizzare le tavole dei loro refettori verso un consumo Biologico, garantendo così un’alimentazione di tipo tradizionale e nello stesso tempo anche salutare.
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Informazioni tesi
Autore: | Gianluca De Milo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Università degli Studi di Lecce |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Amedeo Maizza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 193 |
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