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Le sponsorizzazioni in Formula 1: panoramica teorica ed analisi sul ruolo dello status nella determinazione del valore dei contratti

Il lavoro presentato va a studiare le sponsorizzazioni in Formula 1. Consultando la stampa sportiva specializzata, si possono trovare articoli che trattano dell’argomento in questione e non è infrequente meravigliarsi di comportamenti degli sponsor che non sono giustificati dalle performance dei team ai quali si legano e quindi che sembrano irrazionali. Ci devono essere dunque altri fattori che influiscono sul comportamento dello sponsor oltre alle performance dei team. L’obiettivo principale è analizzare il ruolo dello status di una squadra nelle contrattazioni con gli sponsor e capire se questo è rilevante rispetto alle performance recenti del team. Dopo una prima parte informativa e teorica, si procede con l’analisi dei dati relativi al valore dei contratti di sponsorship siglati. Preso quest’ultimo come variabile dipendente, si è costruito un modello con 4 gruppi di variabili indipendenti: performance recente, status, commitment e visibilità (gli ultimi due gruppi sono costituiti da variabili di controllo). Tutti i dati sono stati trovati nelle statistiche relative alla Formula 1, sul sito ufficiale o nella letteratura. Più interessante e complessa è stata la misurazione della variabile status: la metodologia utlizzata verrà presentata nel dettaglio nella trattazione. I risultati ottenuti ci mostrano, come sperato, che lo status ha un’importanza del tutto paragonabile a quella delle performance nel determinare il valore dei suddetti contratti. Il risultato risulta essere quindi rilevante per i team principal o i proprietari delle squadre: questi per assicurarsi continuità nel tempo devono curarsi sia delle performance, ma anche dello “status” del proprio team.

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2 2. INTRODUZIONE La Formula 1: 20 macchine che corrono in tondo su un circuito per 300Km. Un concetto altamente anacronistico per l’auto, lo strumento che ha rivoluzionato la vita e l’attività dell’uomo, che sembrerebbe sminuire il valore del mezzo tecnico, riducendolo ad una mera giostra. Ma qua non è questione di spostarsi da un punto all’altro: è questione di essere i migliori, i più vincenti, i più veloci per scrivere il proprio nome nei cuori di milioni di persone che tengono il fiato sospeso fino all’ultimo giro di un campionato lungo un anno. E così anno dopo anno da più di 50 anni. Milioni di persone anonime che fanno da sfondo alle vicende di leoni, professori, ragionieri, aviatori che invece si sono meritati, a suon di sorpassi e vittorie, la gloria eterna. La brillantezza di grandi ingegneri, che cercano la perfezione del mezzo, si mescola con il coraggio, la personalità, gli eccessi e la vita stessa dei piloti con un unico scopo: vincere il titolo. Ma con il passare del tempo, la competizione fine a se stessa al lasciato spazio a qualcosa di più terreno: il business. Sono sempre meno quelli che partecipano per il gusto di correre: ecco quindi che i “vecchi garagisti” hanno sempre più difficoltà a trovare spazio nella Formula 1 e sono costretti a compromessi (ad es. la cessione delle quote di Williams e Sauber alla BMW) o a rinunciare dopo anni di sacrifici non sempre ripagati (su tutti, il grande Giancarlo Minardi). Persino il severo Enzo Ferrari si è dovuto piegare al denaro del tabacco dopo aver sostenuto per tempo che le sue auto non avrebbero mai “fumato”. Oggi la Formula 1 è una torta che si spartiscono grandi case costruttrici di auto super lusso e nuovi ricchi. Le prime vedono nella corsa un’occasione di promozione e di sperimentazione (ovviamente finalizzata allo sviluppo delle vetture stradali); i secondi vedono invece solo occasioni per fare soldi e soprattutto per ostentarli dalle piscine del principato di Monaco o sui super yacht a Yas Marina. Ecco che quindi la perfezione, che prima veniva ricercata per la voglia di prevalere, adesso è solo un mezzo per riempire le casse di milioni e milioni.

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Brandonisio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Management
  Relatore: Fabrizio Castellucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 61

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