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Le attività finanziarie secondo i principi contabili internazionali (IAS/IFRS) e gli strumenti di hedge accounting

Recentemente il sistema bancario ha dovuto fare i conti con l’introduzione dei nuovi principi contabili internazionali (IAS),entrati in vigore nel gennaio 2005. Essi sono conosciuti come i principi contabili generalemte accettati, che fissano in maniera autorevole e competente i criteri da considerare nella valutazione delle poste di bilancio. Valide per tutti i paesi dell’UE, e contenuti in un documento in base ad una numerazione progressiva. La disciplina trova fondamento, a livello comunitario, nel Regolamento n.1606/2002.A livello nazionale, invece, vengono presi in considerazione 2 provvediment: il D.lgs n.38/2005,e il n.394/2003.Lo scopo degli IAS è quello di aumentare la comparabilità e la trasparenza dei bilanci redatti da tutte le società dell’UE quotate su un mercato regolamentato.Lo IAS 1 afferma che il bilancio bancario deve essere composto dai seguenti prospetti: Stato patrimoniale, conto economico, variazione delle poste di patrimonio netto, rendiconto finanziario, nota integrativa, relazione sulla gestione.Entrando nello specifico, invece, lo IAS 39 si occupa di dare intanto una nuova definizione di strumento finanziario, il quale è qualsiasi contratto che dia origine ad una attività per una entità, e una passività finanziaria o uno strumento rappresentativo di capitale per un’altra entità. In particolare definisce un derivato come uno strumento finanziario o un altro contratto il cui valore cambia in relazione al cambiamento in un tasso d’interesse, in un prezzo, in un tasso di cambio in valuta estera, in un indice dei prezzi o di credito, o in un’altra variabile; non richiede un investimento netto iniziale o ne richiede uno irrisorio; ed infine è regolato a data futura.Lo IAS 39 disciplina, con riferimento alle attività finanziarie, 3 aspetti importanti: contabilizzazione, classificazione, valutazione. Introduce inoltre 4 categorie di strumenti finanziari: attività/passività finanziarie valutate al fair value con variazioni imputate a conto economico, possedute per essere negoziate ottenendo un profitto; investimenti posseduti fino a scadenza, con pagamenti e scadenze fisse (strumenti non derivati), che la banca ha intenzione di detenere fino alla scadenza; finanziamenti e crediti, anch’essi non derivati, non quotati in un mercato attivo, con pagamenti fissi; attività finanziarie disponibili per la vendita, categoria residuale che include attività non derivate, con il generico intento di detenzione nel lungo termine, ma che potrebbere essere ceduti sul mercato in ogni momento, se le condizioni sono favorevoli. I derivati sono inclusi nella 1^ categoria, suddivisi in derivati di copertura e derivati speculativi o di negoziazione.Lo IAS 39 prevede poi differenti metodi di valutazione per ogni tipologia di strumento. Abbiamo il fair value, definito come il corrispettivo al quale un’attività può essere valutata o una passività può essere estinta, tra le parti consapevoli e disponibili, in una operazione tra terzi. Si applica a tutti gli strumenti finanziari, compresi i derivati.Un secondo metodo è la valutazione al costo ammortizzato, il quale è il valore cui è stata misurata, al momento della rilevazione iniziale, l’attività/passività al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dall’ammontare complessivo utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, dedotte qualsiasi riduzione di valore.L’ultimo ed importante concetto di cui parla lo IAS 39 è l’hedge accounting, ovvero le operazioni di copertura. Uno strumento di copertura è un derivato designato o una designata attività/passività finanziaria non derivata il cui fair value o i flussi finanziari ci si aspetti compensino le variazioni nel fair value o nei flussi finanziari di un designato elemento coperto. Lo IAS in questione prevede 2 distinte tipologie di copertura: fair value edge ed il cash flow hedge.Durante tutta la vita dell’operazione di copertura, con periodicità quasi annuale, la banca deve assicurarsi che la copertura sia sempre efficace, cioè deve generare risultati effettivi che rientrano nell’intervallo 80-125%, corrispondente al rapporto tra le oscillazioni del valore dell’elemento coperto e quello dello strumento di copertura. Se questo parametro non è soddisfatto, è necessario interrompere la contabilizzazione delle operazioni di copertura.

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3 INTRODUZIONE Negli ultimi anni il settore bancario ha dovuto affrontare due importanti mutamenti, particolarmente rilevanti sia dal punto di vista amministrativo che organizzativo. Il primo riguarda prevalentemente aspetti di natura contabile e si ricollega all’introduzione dei nuovi principi contabili internazionali, gli International Accounting Standards (IAS), entrati in vigore nel gennaio 2005. Il secondo, ricollegandosi invece alla materia delle disposizioni di vigilanza, riguarda i cambiamenti introdotti dal Comitato di Basilea attraverso il “Nuovo Accordo sul Capitale” (Basilea 2), la cui disciplina è entrata in vigore nel gennaio 2006. Col proposito di accogliere al meglio le variazioni previste, per le banche si è resa necessaria una preparazione assai strutturata, poiché le suddette variazioni hanno comportato l’implementazione di soluzioni di non poca complessità. In questa sede, ci si concentra sugli aspetti relativi ai nuovi principi contabili internazionali. Gli International Accounting Standards possono essere definiti come “princìpi contabili generalmente accettati”, che fissano in maniera autorevole e competente i criteri da considerare nella valutazione delle poste di bilancio. Nelle pagine che seguono, una prima parte introduttiva ripercorre l’evoluzione normativa in Europa e in Italia (che culmina con il Regolamento comunitario 1606/02, recepito a livello nazionale con il d.lgs. n.38/2005), per descrivere ed analizzare l’attuale panorama contabile ed in particolare gli organismi che, in fase di redazione del bilancio, sono soggetti all’applicazione dei principi IAS. L’introduzione delle nuove regole contabili ha l’obiettivo di favorire la comparabilità dei bilanci, oltre che migliorare la qualità e la trasparenza dell’informazione finanziaria, per migliorare

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