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La previsione nell'asset allocation: valutazione di un modello di reti neurali.

Quello della previsione è sempre stato un argomento centrale nel dibattito che ha caratterizzato la letteratura economica. Molteplici ed anche significativamente divergenti risultano però le posizioni assunte da quanti si siano accostati al problema osservandolo dalle più disparate prospettive.
L’evidenza empirica mostra, al contrario di quanto molti sostengano, come non sia possibile trascurare completamente alcuni effetti che esercitano un’azione distorsiva sull’andamento efficiente dei prezzi e che determinano quegli effetti che passano come ‘fuso orario’, ‘ora legale’, ‘gennaio’ o ‘fine settimana’. Si potrebbe pertanto utilizzare l'informazione contenuta in questi effetti a fini previsionali.
Il modello adottato in questo lavoro è da ricondurre ad un’ampia letteratura specifica, riguardante quelle che sono volgarmente definite come tecniche di intelligenza artificiale, applicata all'analisi di serie storiche finanziarie.

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1 Capitolo Primo L’asset allocation 1. L’asset allocation strategica e tattica L‟asset allocation rappresenta la procedura con cui ripartire il capitale tra varie classi di investimento. Il processo può essere suddiviso in due fasi: la prima attiene alla definizione degli obiettivi e delle caratteristiche dell‟investitore (capitale a scadenza, cedole, avversione al rischio), la seconda alla fase di composizione del portafoglio. Sul piano teorico possiamo distinguere due tipi di asset allocation: la prima, quella strategica o passiva ha come obiettivo primario la replica dell‟indice 1 di riferimento; la seconda, definita tattica o attiva, si propone di “battere” il benchmark nella combinazione rischio-rendimento. Nella realtà operativa, tuttavia, esistono e sono riscontrabili varie combinazioni delle medesime. L‟asset allocation passiva accetta l‟ipotesi di mercato efficiente (non esistono titoli o classi di titoli che siano sistematicamente sopravvalutati o sottovalutati rispetto al mercato o all‟indice di riferimento), anche se non in modo perfetto, punta sulla diversificazione e ignora il market timing. Si basa su scelte d‟investimento di medio- lungo periodo rispondenti alle esigenze dell‟investitore. La regola è scegliere i titoli in modo da ottenere la combinazione rischio-rendimento desiderata evitando il tentativo di battere il mercato. Nella sua forma pura e semplice la strategia passiva di gestione determina l‟acquisto di tutti i titoli azionari del benchmark con pesi corrispondenti alla loro capitalizzazione percentuale di mercato. Il portafoglio così costruito viene mantenuto per periodi medio-lunghi, senza che si proceda ad alcuna attività di revisione. Infatti, poiché le informazioni sono liberamente disponibili a tutti e le aspettative sono omogenee, è impossibile anticipare il futuro: ogni tentativo accrescerebbe il rischio e i costi di gestione senza generare una extraperformance. 1 Indice e benchmark sono utilizzati come sinonimi.

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