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La gestione delle non-performing exposures nel settore bancario italiano

Con la presente tesi si intendono evidenziare le peculiarità che hanno contraddistinto dai primi anni Duemila ad oggi la gestione delle sofferenze, delle inadempienze probabili e delle esposizioni scadute e/o sconfinanti da parte delle banche italiane, tenendo in debita considerazione le caratteristiche economico-aziendali, finanziarie, contabili, regolamentari, storiche, empiriche e giuridiche che le differenziano dagli altri crediti detenuti in bilancio. Nel corso dei primi tre capitoli, oltre alle dimensioni e ai tratti principali del fenomeno, sono state illustrate le principali decisioni e iniziative intraprese negli ultimi sette anni dalle autorità di vigilanza e dagli organi di decisione politica a livello nazionale e comunitario volte al contenimento dei rischi correlati a tale ambito, così come il ruolo assunto nel medesimo periodo da player di prim'ordine del mercato primario e secondario delle NPE quali studi legali, operatori fintech, fondi di investimento alternativi, liberi professionisti e società di credit ed asset management nella fornitura di soluzioni tailor-made alle banche finalizzate a rendere più efficiente ed efficace sia la gestione periodica delle attività distressed che le relative procedure giudiziali e stragiudiziali connesse. Per comprendere appieno i trend in atto nel panorama dei crediti stage 3, sono stati consultati i bilanci d'esercizio, gli organigrammi aziendali e i comunicati stampa redatti in un arco temporale che va dal 01/01/2012 al 30/06/2022 da un campione di 42 gruppi bancari con sede legale e mercato di riferimento l'Italia rappresentativo dell'84,50% delle esposizioni deteriorate nette presenti nell'industria creditizia nazionale, riscontrando la presenza nel settore di tre modalità gestionali alternative delle NPE basate sulla presenza di unità organizzative interne dedicate ai crediti NPL, UTP e past due e sul ruolo svolto dagli stessi nel core business (le considerazioni in merito sono state presentate nel paragrafo 2.2). Per fornire un'ulteriore best practice agli attori bancari, l'autore ha proposto nel paragrafo 3.6 non solo l'istituzione di partnership durature tra operatori NPE e atenei universitari, ma anche il coinvolgimento di entrambi sia nella formazione del personale che in progetti di ricerca comuni. L'intero capitolo 4 rappresenta una delle prime analisi condotte in Italia per mezzo di una tesi magistrale relative al portafoglio di crediti deteriorati, al funzionamento delle strutture interne deputate alla sua amministrazione e ai principali risultati conseguiti da quest'ultime negli ultimi sette anni di tutte le società appartenenti al gruppo bancario Banca Popolare di Sondrio. Ad ulteriore arricchimento del lavoro presentato si è proceduto a effettuare confronti con l'attività di investimento di NPE svolta da player mitteleuropei, in particolare nel capitolo 2 e 3. La letteratura di riferimento si basa soprattutto sia sulle linee guida formulate in materia dalla BCE, dall'EBA e da Banca d'Italia, sia sui contributi accademici nazionali, tedeschi ed anglosassoni, in primis Keeton (1987), Bofondi e Ropele (2011), Fell et al. (2016), Cotugno (2018), Cucinelli et al. (2020) e Matthes (2022).

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1 INTRODUZIONE Perché trattare il tema delle esposizioni deteriorate? L’erogazione del credito, assieme alla raccolta del risparmio tra il pubblico, rappresenta il cuore dell’attività bancaria. 1 Nello svolgimento di tale attività qualsiasi istituto di credito, per quanto monitori periodicamente le singole esposizioni dei propri debitori, sarà sempre soggetto al rischio che questi ultimi, per motivazioni di natura sistemica e/o idiosincratica, non siano in grado di ripagare del tutto o in parte il prestito ricevuto nelle modalità e nelle tempistiche concordate. Potrebbe anche succedere che una banca, oltre a dover sopportare il rischio di credito nelle sue diverse componenti (nello specifico, i rischi di esposizione, di insolvenza, di migrazione, di recupero e di spread), eroghi finanziamenti durante una fase del ciclo economico a lei sfavorevole oppure adottando politiche creditizie inadeguate per le caratteristiche e i bisogni della sua potenziale clientela. Essendo il credito la componente di maggior peso nell’attivo di una banca, detenere un ammontare elevato di esposizioni deteriorate nel proprio portafoglio impieghi non è esente da ripercussioni. Innanzitutto, i nuovi finanziamenti concessi sarebbero caratterizzati da minori volumi, tassi d’interesse più elevati e dalla richiesta di ulteriori garanzie, disincentivando gli investimenti produttivi da parte di imprese e famiglie. In secondo luogo, la banca, divenuta meno redditizia, meno solida e dunque più rischiosa agli occhi dei suoi stakeholder, dovrà raccogliere capitali ad un costo più elevato, limitare la distribuzione di utili e dividendi, aumentare gli accantonamenti ad hoc per tutelarsi da potenziali perdite, rafforzare i requisiti di vigilanza prudenziale e sottrarre risorse monetarie, umane ed IT inizialmente destinate al core business per evitare non solo un progressivo peggioramento della qualità del credito e degli indici di bilancio, ma anche un aumento dei costi finanziari ed operativi associati. Qualora la situazione diventasse ingestibile, il rischio di contagiare il settore bancario e l’economia reale diventerebbe sempre più concreto, rendendo gli strumenti di politica monetaria a disposizione delle banche centrali e l’intervento delle autorità di vigilanza e dei 1 Come si evince dal d.lgs. 1 settembre 1993 n. 385, Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, art. 10, c. 1.

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Cusini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Economia
  Corso: Finanza
  Relatore: Lucio De Capitani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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Parole chiave

banche italiane
rischio di credito
sofferenze
banca popolare di sondrio
npl
fintech
utp
npe
non-performing exposures
esposizioni deteriorate

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