L'integrazione tra circuiti creditizi e mobiliari e la crisi finanziaria
La funzione principale del sistema finanziario è quella di trasferire risorse finanziarie tra soggetti in surplus e soggetti in deficit minimizzando i costi di transazione.
Ciò può essere realizzato tramite i circuiti creditizi, se la transazione tra datore e prenditore di fondi avviene indirettamente tramite l’intermediazione di una banca, o tramite i circuiti mobiliari, se la transazione tra datore e prenditore di fondi avviene direttamente, tramite un rapporto contrattuale tra di essi in un mercato finanziario. Mentre i circuiti mobiliari permettono l’incontro tra domanda ed offerta di risorse finanziarie, la banca, tramite la sua attività di intermediazione, svolge un ruolo di collegamento tra soggetti che hanno preferenze finanziare differenti, effettuando dei servizi di trasformazione (della liquidità, delle scadenze, del rischio). Collegata ad essi, e necessaria per la loro presenza, è la natura dei depositi a vista di costituire un mezzo di pagamento: alla funzione creditizia delle banche si salda così una funzione monetaria. Sono queste caratteristiche che, secondo la tradizionale teoria degli intermediari finanziari, spiegano la cosiddetta specialità delle banche, uniche istituzioni private in grado di creare moneta. Questa architettura di sistema finanziario, declinata nelle due configurazioni di sistema bank-oriented e market-oriented a seconda della prevalenza dell’uno o dell’altro circuito finanziario, è quella che si è consolidata nella maggior parte dei paesi e nella teoria.
Tuttavia negli Stati Uniti, nell’arco di circa un trentennio, la nascita e il radicamento di vari intermediari non bancari, che su più fronti entrarono in competizione diretta con le banche, hanno fatto sì che i circuiti mobiliari si sovrapponessero in buona parte a quelli creditizi anche in quelle funzioni ‘speciali’ tradizionalmente riservate alle banche. La reazione di queste ultime, in difficoltà per le crescenti pressioni competitive e per la perdita di rilevanza della propria intermediazione creditizia, consistette nello sviluppo di un nuovo modo di fare banca (di cui il modello originate-to-distribute è l’elemento principale), grazie al quale le banche hanno rivoluzionato i propri processi creditizi, ri-orientandoli verso i circuiti mobiliari allo scopo di abbracciarne la crescita.
Il prodotto della nascita e del consolidamento di nuovi intermediari, della diffusione
del modello originate-to-distribute e dell’evoluzione delle forze di mercato è stato lo sviluppo di un sistema finanziario nuovo, caratterizzato dall’integrazione reciproca tra circuiti creditizi e mobiliari: un sistema finanziario integrato.
Nel sistema finanziario integrato i processi di intermediazione finanziaria sono svolti disgiuntamente da più intermediari creditizi e mobiliari, collegati nella formazione di una filiera produttiva del credito, e i servizi di trasformazione vengono effettuati congiuntamente dai circuiti creditizi e mobiliari, collegati nella gestione dei rischi originati nella filiera produttiva stessa. Si tratta di un sistema che, rispetto ai tradizionali modelli bank- e market-oriented, è caratterizzato da una maggiore velocità e dinamicità operativa, da un’accentuata specializzazione degli attori e, in generale, da una superiore capacità produttiva di servizi finanziari. Allo stesso tempo, è un sistema fragile, perché, rispettivamente, è più orientato verso il breve periodo, ha una struttura più complessa, articolata, ed interconnessa e, in generale, ha una maggiore capacità generativa di rischi di credito e di mercato.
La maggiore velocità ed efficienza produttiva del sistema finanziario integrato contribuirono all’alimentazione della fase espansiva di inizio e metà anni 2000, così come la sua maggiore fragilità e capacità generativa di rischi contribuirono all’inasprimento della crisi finanziaria del 2007-2008.
L’obiettivo dell’elaborato è duplice: 1) illustrare i profondi cambiamenti avvenuti nel sistema finanziario americano negli ultimi trenta anni (l’ascesa dei circuiti mobiliari, lo sviluppo della tecnica della cartolarizzazione, la creazione di un sistema bancario ombra), ponendo così le basi per comprendere la natura della crisi del 2007-2008; 2) documentare gli eventi, le cause, le caratteristiche dell’epicentro, dei meccanismi di propagazione e degli strumenti di contenimento della crisi del 2007-2008, in un’analisi focalizzata sul contesto statunitense e volta a cogliere la capacità esplicativa della crisi da parte del fenomeno dell’integrazione tra circuiti finanziari.
Le fonti bibliografiche utilizzate sono tratte dalla letteratura economica americana. Autori i cui lavori sono stati determinanti nella stesura dell’elaborato sono Acharya et al. (2009), Adrian et al. (2010), Gorton (2008), Poszar et al. (2010), Shin (2008).
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Informazioni tesi
Autore: | Davide Gacci |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze economiche |
Relatore: | Enzo Scannell |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 77 |
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