L'attività degli intermediari finanziari: un'analisi alla luce dell'attuale crisi
L’attività degli intermediari finanziari negli ultimi anni ha risentito notevolmente dei cambiamenti strutturali che hanno interessato il settore finanziario. La crisi stessa trae origine, da fattori di trasformazione strutturali del sistema del credito accompagnati da elementi congiunturali. Al di là dell’innesco, costituito dal collasso dei mutui sub-prime negli Stati Uniti, le cause profonde vanno ricercate in un insieme di squilibri che si sono accumulati nel corso degli anni. In una situazione caratterizzata da abbondante liquidità e dalla diffusa e spasmodica ricerca di attività ad elevato rendimento, si sono creati incentivi a finanziare soggetti dal basso merito creditizio nella consapevolezza che il rischio non sarebbe stato mantenuto in portafoglio ma frammentato e distribuito ad una vastissima platea di operatori. I punti dolenti della regolamentazione hanno riguardato sia lacune nella vigilanza prudenziale degli intermediari, con conseguenti asimmetrie tra le diverse tipologie di operatori, sia la mancata regolamentazione delle innovazioni finanziarie. Lo stato di salute del sistema bancario è stato aggravato dal fatto che le cartolarizzazioni avevano allentato i vincoli di bilancio degli intermediari bancari e non, e che i requisiti patrimoniali si erano rivelati inadeguati per coprire l’effettiva rischiosità dei titoli derivati. Il cosiddetto sistema bancario ombra, incentrato su veicoli fuori bilancio costituiti per lo svolgimento di attività collegate alle cartolarizzazioni, ha finito per porre un rischio di carattere sistemico. A ciò si aggiungano anche le criticità emerse nel funzionamento delle agenzie di rating, affette da gravi conflitti di interesse nel loro doppio ruolo di valutazione e di consulenza agli emittenti e agli investitori. Recentemente Parlamento europeo e Consiglio della UE hanno adottato un regolamento finalizzato a migliorarne l’integrità, la trasparenza e la governance, garantendo un’elevata protezione agli investitori e la prevenzione dei conflitti di interesse. La situazione si è notevolmente aggravata con il fallimento del gruppo Lehman nel settembre 2008, allorquando si assiste al definitivo prosciugamento del mercato interbancario Usa, la crisi acquista velocità, e diviene sistemica. Intanto sin dal prime settimane governi, banche centrali e autorità di vigilanza hanno affrontato la crisi con interventi volti a contenerne l’impatto sistemico, a limitarne gli effetti sull’economia reale e a ripristinare la fiducia nei mercati. In un primo momento, negli USA sono stati effettuati massicci interventi di salvataggio delle istituzioni finanziarie, che hanno evitato il collasso del sistema. Agli inizi di Ottobre dello scorso anno il Congresso approva un piano di sviluppato al fine di ristabilire la liquidità e la stabilità del sistema finanziario statunitense. Il Piano destina 700 mld per finanziare l’acquisto da parte del Governo dei titoli illiquidi legati all’andamento dei mutui delle istituzioni finanziarie. L’avvento della nuova Presidenza Obama ha, ovviamente, dovuto affrontare il nodo dei pesanti effetti della crisi sull’economia americana. Asse portante della nuova amministrazione è l’American Recovery and Reinvestment Act al suo interno una riformulazione del TARP, che prende il nome di Capital Purchase Program E prevede la possibilità da parte del Tesoro di partecipare al capitale sociale delle banche tramite la sottoscrizione di senior preferred shares. Nel Marzo 2009 il Tesoro USA vara un nuovo piano teso alla stabilizzazione del sistema bancario il Public Private Investment Program che prevede l'utilizzo di capitale pubblico e privato finalizzato all’acquisto di asset tossici presenti bilanci degli intermediari finanziari per metterli in condizioni di liberare liquidità in favore dell'economia americana. Per il segretario del tesoro usa il programma contribuirà a creare un mercato per i titoli illiquidi e consentirà agli istituti Usa di ripatrimonializzarsi. Nel giugno 2009 si assiste ad un restyling della finanza statunitense. Per quanto riguarda il nostro Paese dopo l’estate 2008, col fallimento di Lehman Brothers e l’adozione da parte dei principali Governi di misure di sostegno al capitale delle banche, è cresciuta la pressione del mercato per un rafforzamento patrimoniale anche da parte delle banche italiane. Inoltre, Le misure adottate in Italia al fine di preservare la stabilità del sistema finanziario mirano a tutelare i risparmiatori e mantenere adeguati livelli di liquidità e capitalizzazione delle banche. La ricapitalizzazione di banche fondamentalmente sane è stata resa operativa lo scorso 25/02/2009 con un D.M. attuativo dell’art.12 del d.l.185/2008. Ed istituisce i cd. Tremonti bond.
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Informazioni tesi
Autore: | Anna Maria Noviello |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Economia |
Corso: | economia aziendale |
Relatore: | Rosaria Cerrone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 294 |
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