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Internazionalizzazione & Made in Italy: il caso Sanpellegrino S.p.a.

Il lavoro ha come obiettivo l’analisi del binomio internazionalizzazione e Made in Italy, elementi che hanno portato Sanpellegrino S.p.a., azienda leader nel campo del beverage in Italia, al successo internazionale.
Le tematiche prese in esame nascono sia dal personale interesse alle strategie di espansione internazionale, che ho avuto modo di approfondire nei corsi realizzati durante il corso dell’anno, sia dall’esperienza di tirocinio maturata presso Sanpellegrino S.p.a.

Con l’avvento della globalizzazione, con la conseguente affermazione di nuovi Paesi sullo scenario globale, la scelta di internazionalizzarsi da parte delle imprese, grandi o piccole che siano, si è trasformata da semplice possibilità ad una necessità vera e propria, non solo per il successo ma per la sopravvivenza dell’impresa stessa.
Non esiste più la demarcazione tra mercato domestico e mercato estero: esiste il mercato. L’internazionalizzazione e la scoperta di nuovi territori, più dinamici, sono gli ingredienti necessari che permettono all’impresa non solo una crescita di profitti aziendali, ma il raggiungimento di un vero vantaggio competitivo, maturando conoscenze, competenze, know how e sviluppando nuove relazioni incrementando così la propria reputazione in modo maggiore rispetto ad avere una sola dimensione nazionale.
Da un punto di vista cronologico lo studio del processo di internazionalizzazione dell’impresa e dei fattori che ne sono all’origine nasce grazie al contributo di Hymer, nel 1960. Per Hymer, l’impresa può ottenere all’estero vantaggi superiori rispetto ai concorrenti locali grazie alle risorse, alle competenze che l’impresa internazionalizzata ha acquisito. In funzione dei vantaggi competitivi posseduti dall’impresa, quest’ultima opterà per le esportazioni o per la produzione nel Paese target. Le principali modalità di entrata in un Paese estero sono, infatti, le esportazioni, dirette e indirette, in cui le attività produttive e lo sviluppo di competenze rimangono concentrate nel Paese d’origine, le alleanze strategiche, attraverso le quali un’impresa entra in un mercato estero con la collaborazione di soggetti esterni, e gli investimenti diretti esteri mediante i quali l’impresa entra in un nuovo mercato o per collocare in Paesi esteri le attività di produzione o per acquisire all’estero almeno una parte delle competenze utili per competere nel proprio mercato o anche a livello internazionale.
Il fenomeno dell’internazionalizzazione riguarda in modo trasversale sia tutti i settori economici sia le diverse aree geografiche; in particolare è stata presentata un’analisi del sistema agroalimentare, settore che per certi versi, nonostante la crisi aziendale che ha investito il nostro Paese negli ultimi anni, è andato in controtendenza, grazie al Made in Italy agro-alimentare, una delle componenti più robuste delle nostre esportazioni.
Sono proprio l’internazionalizzazione e la capacità di offrire al mondo una “nuova dolce vita”, rilanciando appunto il Made in Italy, gli strumenti necessari su cui il nostro Paese deve puntare.
Del sistema agroalimentare si è analizzato in modo dettagliato il settore del beverage, con particolare riferimento alle acque minerali, settore chiave per Sanpellegrino S.p.a.
Il gruppo Sanpellegrino, famosa azienda che produce acqua minerale e bevande soft drink, con i suoi marchi internazionali S. Pellegrino e Acqua Panna, rappresenta una delle realtà italiane in cui il binomio internazionalizzazione e Made in Italy si è dimostrato vincente a livello mondiale, anche grazie alle importanti partnership avviate da S. pellegrino con marchi italiani di fama mondiale come Bulgari e Missoni, contribuendo, così, a diffondere lo stile, l’eleganza e la tradizione italiana nel mondo, registrando un boom nelle vendite per l’export.
Le caratteristiche Made in Italy dei prodotti Sanpellegrino sono inoltre un importante volano per la creazione di valore nel nostro Paese; i prodotti sono realizzati in Italia generando valore aggiunto e occupazione a livello nazionale.

In un momento di crisi economica come quello che sta vivendo il nostro Paese è necessario, quindi, impadronirsi al più presto di questo nostro valore culturale, ma soprattutto economico, che va sotto il nome di Made in Italy, orientando in questo verso la nostra politica industriale ed essendo consapevoli dell’enorme potenziale che l’italianità ci può dare per ampliare la nostra presenza commerciale in tutti quei paesi in cui sta nascendo un nuovo consumatore, appunto i paesi emergenti, in cui esistono reali prospettive di mercato.

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1 INTRODUZIONE Nell‟ultimo ventennio, con l‟avvento della globalizzazione, nello scenario mondiale, si sono verificati importanti cambiamenti politici, economici, culturali e sociali che hanno profondamente modificato il quadro di riferimento internazionale: l‟affermazione di nuovi paesi e quindi l‟aumento della competizione globale, l‟evoluzione dell‟Unione Europea con l‟avvento dell‟euro, la delocalizzazione delle attività produttive, lo sviluppo delle telecomunicazioni e dei trasporti. E‟ stata proprio la possibilità di comunicare a grandi distanze insieme alla capacità di produrre e commerciare liberamente a portare all‟attuale globalizzazione dei mercati. Se, in passato, la scelta di internazionalizzarsi riguardava solamente le imprese più grandi e strutturate, oggi, la situazione è nettamente cambiata, e rappresenta una via obbligata non solo per il successo, ma per la sopravvivenza dell‟impresa stessa. L'internazionalizzazione, nell'era del mercato globale, non è più una scelta, ma una realtà con la quale le imprese, grandi o piccole che siano, si devono confrontare regolarmente. Per quanto riguarda il mercato italiano, caratterizzato da un‟elevata competizione e dalla saturazione della domanda nei mercati target tradizionali, l‟internazionalizzazione può essere lo strumento per uscire dall‟attuale crisi aziendale che ha investito il nostro Paese nel corso degli ultimi anni. Internazionalizzare, esportare e scoprire nuovi territori, più dinamici, sono gli ingredienti necessari per ottenere non solo una crescita di profitti aziendali, ma anche uno strumento per acquisire conoscenze, competenze e know how che aumentano la competitività dell‟impresa stessa. Risulta dunque fondamentale per le imprese italiane una ridefinizione delle proprie strategie di internazionalizzazione e una nuova selezione dei mercati, ricordando che la scelta della modalità di entrata e la scelta del paese estero obiettivo, rappresentano le decisioni più critiche. In questo contesto, un‟attenzione particolare deve essere rivolta a paesi che fino a qualche decennio fa erano considerati marginali dal punto di vista economico, i cosiddetti paesi emergenti; con lo sviluppo dei cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) lo scenario geografico rilevante per l‟impresa non è più concentrato in pochi paesi europei, negli Stati Uniti, nel Giappone, ma si estende a livello mondiale.

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