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Il Venture Capital. Un modello di rating per la valutazione delle “business ideas”.

Negli ultimi due decenni, il mercato del venture capital è cresciuto notevolmente, a partire dagli Stati Uniti, fino ad allargarsi a macchia d’olio a livello internazionale, e, quindi, anche in Italia.
Per dare un’idea generale del fenomeno possiamo notare come le entrate annuali in venture funds in U.S.A. siano cresciute da un virtuale “zero” durante la metà degli anni ’70, a 17,2 miliardi di dollari nel 1998. Sono numerose le aziende, oggi molto conosciute, la cui crescita è stata sostenuta da fondi ventures, tra queste possiamo citare Apple, Microsoft, Genentech, Intel e Lotus.
Proprio in seguito a queste forti crescite si è sviluppato un grande interesse intorno al mercato del venture capital. Tuttavia, nonostante tali attenzioni, persistono ancora molti dubbi e talvolta delle idee sbagliate su natura e ruolo dei venture capitalists. Un’affermazione che è solita incontrarsi nelle "guide per imprenditori" è che i venture capitalists siano meri finanziatori passivi di aziende incapaci di creare valore. Ne è un esempio lampante questo pensiero:
"Il termine venture capitalist (V/C) è un ossimoro. Dovrebbe essere U/B (Un-adventurous Brokers), specialmente in situazioni problematiche. I V/C oggi preferiscono investire in prodotti caratterizzati da tranquillità, compagnie sane. Se la tua compagnia è così, i V/C sono una buona idea per ottenere un’aggiuntiva risorsa di capitale... I V/C hanno sviluppato una personalità più simile a wrestlers professionisti che investitori professionisti. Se hai il tempo, provalo. Vedrai il vero modo in cui si tengono buoni i futuri venditori."
Un altro comune fraintendimento è associato a come i venture capitalists donino i loro patrimoni ad imprese giovani. L’uscita dagli investimenti in venture capital è un’area controversa, e il comportamento dei fondi venture viene riconosciuto come opportunistico. Occorre tuttavia ricordare che la discussione di questo processo è spesso estremamente "a senso unico" e non rappresentativo del corso storico. È possibile ricordare la discussione nel Washington Post (Sloan 1997):
"Venture capitalist ...take a company public while the ink is still drying on its incorporation papers. Venture capitalists would rather have you risk your money than risk their own. Besides, going public lets them profit now, rather than waiting."
Si nota chiaramente che vi è ancora confusione sul reale significato di venture capital e nel corso di questo di elaborato cercheremo di fugare tutti i dubbi.

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Capitolo 1 Il Venture Capital: aspetti generali 1.1 Il problema denitorio di \ venture capital" La nozione di venture capital non ha un signicato univoco; spesso non la si distingue da quella, pi u in generale, di private equity o dall’attivit a di merchant banking. Questa incertezza e parzialmente giusticabile poich e in tutti e tre i casi si e in presenza di un’attivit a di investimento nel capitale di rischio di imprese. Durante gli anni ’80 con il termine \venture capital" si intendeva l’apporto di capitale azionario, o la sottoscrizione da parte di operatori specializzati, in un ottica temporale di medio{lungo termine, eettuati nei confronti di imprese non quotate e con elevato poten- ziale di sviluppo in termini di nuovi prodotti o servizi, nuove tecnologie, nuove concezioni di mercato. Oggi invece la prassi pi u diusa negli U.S.A. 1 tende a suddividere l’attivit a di private equity, intesa come attivit a di investimento istituzionale nel capitale di rischio, in base alla tipologia dell’operatore che pone in essere tale attivit a: venture capital e operazioni di buy out. 1 A livello metodologico, l’analisi del mercato statunitense del private equity e venture capital viene oggi comunemente ripartita tra attivit a realizzata dai venture capital funds e quella posta in essere dai buy out funds. cfr. NVCA, 1999 Annual Report, Venture One, San Francisco 1999. [3] 1

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