Il Takaful nella finanza occidentale
Dell’intera popolazione mondiale i musulmani contano per oltre 1,5 miliardi e i loro investimenti nel pianeta sono all’incirca stimabili in 950 miliardi di euro.
Questa importante fetta di mercato non può essere gestita con le leggi che regolano l’attuale sistema bancario-finanziario capitalistico, infatti, pochi sanno che l’ economia, unitamente alla vita di ogni buon musulmano, è strettamente legata e regolata in primo luogo da uno dei più antichi testi esistenti, il Corano che riporta il messaggio destinato a tutti gli uomini, rivelato quattordici secoli fa da Allah a Maometto e in secondo luogo, dalla Sunna che letteralmente significa “codice di comportamento” e che, dopo il Corano, costituisce la seconda fonte della legge islamica.
L’Islam è una realtà sempre più presente in occidente anche se, per molti aspetti, ancora poco conosciuta poiché la letteratura solo di recente si è occupata di finanza islamica, in ragione delle dimensioni che il fenomeno sta assumendo e dei problemi di coerenza e stabilità che si possono palesare tra il “modus operandi” del sistema finanziario occidentale e le formule proposte dai contesti islamici.
Pertanto, la finanza islamica da fenomeno di nicchia, sta assumendo sempre più rilevanza, evidenziando tassi di crescita all’incirca pari al 15% annuo. Ne diviene l’interessamento di istituti bancari convenzionali ad approcciarsi a questo mercato nelle forme di interazione ed internazionalizzazione.
Un aspetto poco descritto dalla letteratura è quello che si riferisce al mercato assicurativo islamico e la sua peculiare forma legata alla dottrina coranica.
Su questo e sugli aspetti di un futuro interscambio metodologico con i sistemi assicurativi occidentali, verterà il presente lavoro.
Tale testo si propone di delineare i principi alla base della finanza islamica per poi porre l’attenzione sulla vera e propria mission del lavoro: sviluppare la conoscenza generale dell’assicurazione islamica, più propriamente detta “Takaful”. Esso è un contratto attraverso il quale è possibile trasferire il rischio ad una terza entità secondo principi di condivisione e solidarietà diversi da quelli a fondamento dell’attività assicurativa occidentale.
Da qui nasce e si sviluppa l’intera tesi, all’interno della quale si rappresenteranno metodi e analisi che tenderanno a dimostrare che il sistema assicurativo islamico, se calibrato nel tessuto assicurativo occidentale, ha una chance di riuscita.
Quindi, si confronterà il modello di assicurazione proposto nel 1985 dall’ “Islamic Fiqh Accademy”, con il modello capitalistico ormai consolidato di assicurazione, mettendone in evidenza analogie e differenze.
Nel seguito, si evidenzierà il panorama del “Takaful” verificando le determinanti del suo sviluppo nel contesto occidentale, ma soprattutto i limiti alla sua diffusione, se esistenti.
Si proporrà un modello costruito nello specifico per l’Italia, non solo per i numerosi musulmani presenti sul territorio, ma anche per tutti gli investitori e gli assicurati autoctoni che vorranno approcciarsi al sistema finanziario islamico. Resta bene inteso che il modello proposto ha i connotati di uno studio che non ha nessuna presunzione di essere applicabile nell’immediato, ma si rappresenta come ulteriore contributo ai più autorevoli già dati dal noto professor Brugnoni, arabista da tempo impegnato nello studio di questi argomenti e dalla dottoressa Fatima Edouhabi, che con il suo lavoro, ha fatto sì che il mio interesse verso la materia si concretizzasse in questa tesi di laurea.
In ultimo, saranno riportati i primi tentativi di applicazione del metodo assicurativo islamico nel nostro paese e l’iniziativa di internazionalizzazione di una nota compagnia assicurativa italiana in terra islamica.
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Informazioni tesi
Autore: | Silvia Nardelli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Lecce |
Facoltà: | Economia |
Corso: | economia e finanza |
Relatore: | Vincenzo Gentile |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 71 |
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