Il Senato federale: decentramento e rapporti Nord- Sud
Introduzione
Lo Stato nazionale, che è la forma di aggregazione giuridica che le Comunità si sono date in Europa negli ultimi due secoli, pare proprio che abbia fatto il suo tempo, tanto che si parla oramai di vera e propria crisi degli Stati nazionali minacciati dalla globalizzazione.
Questo fenomeno si manifesta anche attraverso l’omologazione delle diversità culturali, etniche, religiose e sociali che costituiscono il fondamento della democrazia moderna. Accanto alla globalizzazione, si fa sempre più largo quella che appare come una tendenza in atto in molte parti del mondo: decentrare il potere politico.
Ma cosa significa federalismo? Il termine federalismo deriva dal latino foedus che significa patto, alleanza, accordo, unione. Da qui, si capisce come il federalismo abbia come fine quello di far convivere in una realtà statale coesa ed unita, le diverse entità territoriali caratterizzate da una profonda diversità tra loro. In altre parole, si desidera far convivere insieme le diversità nel patto federale.
Il concetto di federalismo, però, non è chiaro ed univoco, tanto che non è in alcun modo possibile avere a disposizione una definizione teorica condivisa da tutti. In merito Alberini (1979) sosteneva: “Va osservato, al riguardo che allo Stato dei fatti si sa solo molto vagamente di che cosa si parla quando si parla di federalismo”.
Il termine federalismo invoca sia un principio politico, la cosiddetta ideologia federalista, sia un particolare tipo di istituzioni statali, gli Stati federali. Nel primo caso, quello del pensiero federalista, ci si riferisce direttamente a quella corrente di pensiero politico moderno secondo cui la soluzione per ottenere una società migliore sia quella di organizzarla secondo il principio federale. Nel secondo, invece, ci si rifà agli studi costituzionali sulle istituzioni che reggono il cosiddetto Stato federale.
Negli ultimi anni il federalismo ha riscontrato grande successo politico, a cui è corrisposta una grande ripresa degli studi sui modelli federali di governo.
Nel vecchio continente il processo di costruzione di un’Europa politica, dotata di una Costituzione e di strutture di governo sopranazionali si è accompagnato a fenomeni di amplissima regionalizzazione che hanno coinvolto tutti gli Stati europei. Alla Germania e all’Austria, tradizionalmente federali, si sono affiancati Spagna e Belgio, che hanno conosciuto profondi fenomeni di federalizzazione, e anche l’Italia.
Gli Stati Uniti stanno rivalutando lo studio delle costituzioni dei singoli Stati membri, scoprendo e rivelando al mondo le grandi differenze che sussistono nelle forme di governo dei diversi Stati. Il modello federale resta una importante ipotesi anche per governare piccoli Paesi fortemente disomogenei (Bosnia Erzegovina).
Le principali caratteristiche dei comuni modelli federali possono essere sintetizzate nel seguente modo:
Due (o più) ordini di governo che agiscono direttamente sui cittadini;
Una distribuzione di rango costituzionale dell’autorità legislativa e amministrativa ed un’allocazione delle risorse finanziarie fra gli ordini di governo, tale da assicurare a ciascuno di essi una qualche area di genuina autonomia;
Possibilità di rappresentanza dei punti di vista regionali all’interno delle istituzioni politiche federali, di solito attraverso una particolare forma di seconda camera legislativa federale.
E’ in questo quadro complesso che vanno collocati i processi di riforma che si stanno sviluppando in Italia dalla seconda metà degli anni 90, intrecciandosi con i processi di riforma delle istituzioni di governo.
Scopo di questo lavoro è esaminare le modifiche in senso federalista della Costituzione italiana. Particolare attenzione e studio è posto sull’aspetto finanziario e sulla costituzione e il ruolo del nuovo Senato federale e se esso comporterà una reale convergenza di interessi tra il Nord e il Sud d’Italia.
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Informazioni tesi
Autore: | Sarah Emmi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Isidoro Mazza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 164 |
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