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Il ruolo dell'esperto nella composizione negoziata della crisi d'impresa

Nel 2017 è conferita al Governo una delega per la riforma organica della disciplina fallimentare: l'attuazione avviene mediante il D.Lgs. n. 14/2019, recante il nuovo Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, frutto del lavoro della "commissione Rordorf".
Tuttavia, la fortissima innovatività delle sue disposizioni, le influenze sovranazionali e la pandemia da Covid-19, fanno sì che il Codice entri in vigore soltanto il 15 luglio 2022 perdipiù con una struttura e un'ideologia a dir poco rivoluzionati.
Quale soluzione per un approccio celere alla crisi, cruciale nel perseguimento degli obiettivi di salvaguardia dei valori aziendali, la versione finale del Codice accoglie, in luogo della Composizione assistita e del meccanismo dell'allerta, la Composizione negoziata per la soluzione della crisi d'impresa e le segnalazioni per l'anticipata emersione della crisi.
La composizione negoziata della crisi è un nuovo "percorso" di natura stragiudiziale, riservato e flessibile attraverso il quale l'imprenditore commerciale o agricolo, quando si trova in stato di pre-crisi, crisi o insolvenza e risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento può chiedere la nomina di un professionista esperto nella ristrutturazione il cui ruolo è quello di facilitare le trattative tra debitore, creditori ed eventuali terzi interessati al fine di individuare una soluzione idonea al superamento delle difficoltà.
All'esperto è richiesto il possesso congiunto di competenze in materia di crisi d'impresa, ristrutturazione aziendale, mediazione d'impresa, diritto societario, tributario, processuale e del lavoro onde svolgere in modo proficuo la facilitazione delle trattative a lui richiesta: un compito che sottintende una valutazione delle concrete prospettive di risanamento, un presidio costante dell'attività gestoria dell'imprenditore al fine di evitare il compimento di determinati atti pregiudizievoli nei confronti dei creditori, un'integrazione delle informazioni di cui il Tribunale deve disporre per assumere le proprie decisioni e più in generale un'attività che garantisca sia la costante presenza delle condizioni necessarie per la continuazione del risanamento sia la proporzionalità dei sacrifici richiesti alle parti.
Inoltre, nello svolgimento del suo incarico l'esperto è tenuto ad assumere una posizione imparziale, indipendente, riservata e professionale in modo tale da instillare nelle parti quella fiducia necessaria affinchè il debitore decida sua sponte di denunciare le proprie difficoltà ed affidarne la risoluzione alle potenzialità della composizione negoziata.
Lo scopo di questo elaborato è sì quello di analizzare il ruolo dell'esperto nella nuova composizione negoziata della crisi ma non prima di aver approfondito le tappe storiche che non solo hanno frammentato il sistema fallimentare italiano ma soprattutto hanno reso impellente l'esigenza di una riforma organica della materia.
Nel Capitolo I si evidenzia la ratio sottostante i principali interventi legislativi dal 1942 ad oggi: quali erano gli interessi che la disciplina fallimentare tutelava, perché e in che modo sono diventati obsoleti, qual è stato il punto di rottura che ha reso necessaria una riforma organica della materia. In conclusione del capitolo è presentata la nuova Composizione negoziata della crisi d'impresa e in particolar modo sono evidenziate sia le regioni che hanno reso necessaria la sua ideazione sia le migliorie che hanno consentito di superare le criticità pratiche dell'omonima disciplina presente nella versione originaria del Codice.
Ai profili operativi della composizione negoziata è dedicato il Capitolo II nel quale sono approfondite le caratteristiche strutturali, i presupposti, lo svolgimento, gli snodi fondamentali, i possibili esiti. In chiusura del capitolo si propongono cenni sulla nuova procedura del Concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio.
Infine, nel Capitolo III, dedicato al ruolo dell'esperto, dopo aver illustrato i requisiti e le competenze che ne definiscono il profilo, si esamina dettagliatamente il contributo multidimensionale richiesto dal legislatore a questa nuova figura professionale del diritto della crisi. Per ultimo si propone una disamina in merito alla responsabilità che grava in capo all'esperto.

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5 INTRODUZIONE Nell’ordinamento italiano il fenomeno dell’insolvenza è stato regolato dal 16 marzo 1942 fino allo scorso 15 luglio 2022 mediante il R.D. n. 267 del 1942, vale a dire la legge fallimentare: una disciplina il cui interesse principe, la soddisfazione delle ragioni dei creditori, era realizzata mediante la spoliazione e la liquidazione atomistica del patrimonio del debitore, il quale, una volta fallito, doveva essere espunto al più presto dal mercato onde evitare che la sua patologia contagiasse il tessuto imprenditoriale circostante. Soltanto a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, la moralità di cui la legge fallimentare si faceva custode iniziò, seppur episodicamente, ad esser affiancata da una nuova esigenza: la conservazione dell’attività di impresa nell’ottica di tutelare interessi fino ad allora ignorati, come quelli dei lavoratori. Il riconoscimento di tali valori avviene da un punto di vista formale nel 2005, anno in cui, il legislatore decide di “privatizzare” il diritto fallimentare: da un lato viene ampliata l’autonomia negoziale dei soggetti economici, debitore e creditori, e dall’altro vengono compressi i poteri di decisione e indirizzo dell’autorità giudiziaria. Tuttavia, le numerose «leggi tappabuchi» 1 che si susseguono, più che convergere verso un obbiettivo comune, tendono a rincorrersi e ad essere incoerenti fra loro tanto da rendere a dir poco magmatica la materia concorsuale. Per questa ragione nel 2017 è conferita al Governo una delega per la riforma organica della disciplina fallimentare: l’attuazione avviene mediante il D.Lgs. n. 14/2019, recante il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, frutto del lavoro della “commissione Rordorf”. Tuttavia, la fortissima innovatività delle sue disposizioni, le influenze sovranazionali e la pandemia da Covid-19, fanno sì che il Codice entri in vigore soltanto il 15 luglio 2022 perdipiù con una struttura e un’ideologia a dir poco rivoluzionati. Quale soluzione per un approccio celere alla crisi, cruciale nel perseguimento degli obiettivi di salvaguardia dei valori aziendali, la versione finale del Codice accoglie, in luogo della Composizione assistita e del meccanismo dell’allerta, la Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa e le segnalazioni per l’anticipata emersione della crisi. La composizione negoziata della crisi è un nuovo “percorso” di natura stragiudiziale, riservato e flessibile attraverso il quale l’imprenditore commerciale o agricolo, quando si trova in stato di pre-crisi, crisi o insolvenza e risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento può chiedere la 1 (GIANESINI, 2016, p. 25).

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Parole chiave

codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza
composizione negoziata
professionista esperto
crisi, insolvenza, pre-crisi

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