Il processo di modernizzazione e riposizionamento delle formule distributive: il Centro Commerciale Lodi
Fino all’inizio degli anni Settanta in Italia non esisteva alcun centro commerciale mentre alla fine dello stesso decennio ne erano sorti quattro: ben pochi a confronto degli oltre cento che si potevano contare a fine anni Ottanta.
L’idea più diffusa di centro commerciale è probabilmente quella più vicina alle recenti forme di grande distribuzione che hanno ormai costellato il territorio in prossimità dei grandi agglomerati urbani. Si tratta di complessi architettonicamente definiti per accogliere attività commerciali, “food” e “non food” di largo consumo: generalmente supermercati o sempre più spesso oggi ipermercati, che presentano un vasto assortimento sia di prodotti alimentari sia di altri beni di consumo, completati da gallerie con punti vendita specializzati.
Le particolarità di queste strutture sono, da una parte, la localizzazione periferica rispetto al centro cittadino, spesso in prossimità di svincoli autostradali o di importanti strade di comunicazione, e dall’altra la concentrazione all’interno di uno stesso edificio di tutte le attività commerciali artificiali (secondo le forme della grande distribuzione, estremamente visibile e autonomamente gestibile dal consumatore stesso: si aggiungano poi le campagne pubblicitarie e promozionali, la flessibilità degli orari di apertura, la sempre più diffusa presenza di servizi di “contorno” come i bar, i self-service, le pizzerie, e gli entertainment in genere per avere un quadro completo della situazione).
Il format del centro commerciale, è una formula distributiva che, importata in Italia nel 1971 negli ultimi 15 anni ha conosciuto un enorme sviluppo sia in termini commerciali che sociologici, fino ad essere un soggetto trainante per lo sviluppo di altre formule distributive nel nostro Paese.
I centri commerciali al dettaglio infatti, rappresentano una delle forme distributive che si sta maggiormente sviluppando in Italia, infatti con l’inizio degli anni Novanta si è avviato un chiaro processo di differenziazione della formula che ha portato alla identificazione di tre differenti tipologie: i centri commerciali di prossimità, destinati ad occupare una nicchia di mercato, i centri di medie dimensioni, che rappresentano a tutt’oggi la tipologia più diffusa in Italia, ed i centri commerciali interprovinciali, che si richiamano al modello francese, pur presentando superfici inferiori e più adatte al contesto urbano, morfologico ed economico tipico dell’Italia e che appaiono quindi come la tipologia con il più alto tasso di crescita.
Questo rapido sviluppo, vissuto in un tempo così breve, ha spinto i centri commerciali verso una più diretta e vivace concorrenza non solo tra le diverse formule distributive, ma anche tra gli stessi centri: questi ultimi infatti hanno dovuto escogitare posizionamenti competitivi differenti a seconda delle varie caratteristiche di formula del centro stesso che si sono avute in passato.
E’ molto importante considerare anche il ruolo che nel tempo ha svolto il centro commerciale, una formula nata inizialmente per sopperire alle mancanze strutturali dello sviluppo delle urbanizzazioni, con la conseguente necessità di avere a disposizione, anche per chi viveva lontano dai centri commerciali naturali delle città, una serie di servizi pubblici, affiancati da comodità di carattere commerciali.
Questo ruolo col trascorrere degli anni è mutato radicalmente, tanto che il centro commerciale si è trasformato in luogo dove effettuare gli acquisti, con in più la possibilità di sfruttare la struttura anche per il proprio relax e divertimento. Infatti le abitudini dei consumatori, cambiate in seguito all’aumento della ricchezza pro-capite ed alla maggiore facilità di spostamento autonomo, hanno creato nuove categorie di necessità; che il centro commerciale può ora soddisfare.
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Parpani |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Luca Zanderighi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 160 |
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