Il nuovo framework sul rischio di liquidità delle banche
In risposta a quanto previsto dalla nuova disciplina, l’ABI ha inviato alle competenti autorità di vigilanza i position paper riportanti la posizione dell’industria bancaria italiana. In particolare, si evidenzia: l’importanza della valutazione di impatto sulla redditività e stabilità dei singoli intermediari e sul quadro macroeconomico nazionale e internazionale; l’auspicio di una ampia adesione al nuovo framework e di una sua armonizzata entrata in vigore a livello globale e non solo di Zona Euro; la necessità di assicurare il level playing field tra giurisdizioni e classi di intermediari finanziari tenendo in adeguata considerazione le peculiarità nazionali. Nel documento di consultazione, ad esempio, non trovano appropriata declinazione le particolarità giuridiche e operative delle banche di credito cooperativo e della loro organizzazione a rete; i position paper fanno presente che, relativamente ai buffer, tali banche già adottano un sistema di capital conservation rappresentato dall’obbligo di appostazione del 70% degli utili prodotti a riserva e presentano dei limiti strutturali e legali alla capacità di porre in essere operazioni di aumento di capitale.
Una normativa omogenea applicata a contesti eterogenei rischia di ingenerare, contrariamente all’obiettivo dichiarato, un unlevel playing field.
È necessario che le nuove proposte portino a una migliore qualità del capitale senza imporre penalizzazioni su strumenti che nella realtà italiana sono equiparabili agli elementi indicati come computabili dal nuovo framework (azioni di risparmio, azioni privilegiate, azioni delle banche di credito cooperativo).
Per le banche italiane assume una valenza fondamentale la computabilità delle poste relative alla fiscalità anticipata (generata, ad esempio, da svalutazione dei crediti, accantonamenti al fondo rischi e oneri) per le quali Basilea III prevede la deduzione dal capitale; altre deduzioni dal common equity, ritenute particolarmente penalizzanti e che comporterebbero effetti distorsivi sulla concorrenza tra conglomerati finanziari, sono quelle relative agli interessi di minoranza e alle partecipazioni in banche, finanziarie e assicurazioni.
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Informazioni tesi
Autore: | Concetta Scapellato |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Sebastiano Mazzù |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 37 |
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