Il bilancio partecipativo: analisi di alcune esperienze internazionali ed italiane
Nell’era della globalizzazione senza limiti, dove ogni atto di governo ed ogni trasformazione socioculturale sembrano determinati dall’ingordigia di potentati o istituzioni economiche prive di legittimità, ripartire dalla dimensione local e può essere opzione strategica per la stessa possibilità di costruire campagne globali di rinnovamento contestuale delle politiche e degli stili di vita. È quanto i maggiori movimenti globali hanno sottolineato di recente nei loro più importanti spazi di costruzione di reti e di scambi di esperienze e riflessioni (come il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre), riconoscendo come, però, attualmente permanga una sproporzione tra la visibilità globale e l’incidenza locale di molti dei nuovi soggetti sociali […..].
È quindi sul ruolo della partecipazione dei cittadini alla costruzione delle scelte territoriali che vanno oggi incentrandosi i più interessanti dibattiti sul contributo che la riforma della politica e dei processi istituzionali a livello locale può offrire anche ai fini del rinnovamento dell’azione su fronti più ampi.
La partecipazione dei cittadini può essere sapientemente usata; ad esempio per costruire consenso o per diluire le energie di rivolta comprando con trattative mirate singole componenti della cittadinanza. O ancora, per garantire alle istituzioni alibi all’inazione traendo a pretesto il disaccordo fra i partecipanti, cosa tanto più facile nelle nostre città dove la partecipazione degli abitanti alla costruzione dei propri ambienti di vit a è spesso confinata a livello di piccole scelte locali […..].
Tra i vari strumenti di partecipazione cittadina poniamo l’accento su uno dei più importanti: il Bilancio Partecipativo
In termini generali, il Bilancio Partecipativo potrebbe essere definito come un processo decisionale che consiste nell’apertura della macchina statale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell’assunzione di decisioni sugli obiettivi e la distribuzione degli investimenti pubblici.
Si caratterizza come processo partecipativo di discussione sulle proposte di Bilancio (Circoscrizionale, Municipale, Provinciale, Regionale, ma anche di impresa, ecc.) che si snoda durante tutto l’anno fino a disegnare una proposta articolata di Bilancio per ogni anno di gestione successiva, sulla base delle richieste della cittadinanza. Per lo più, esso può immaginarsi come un processo di perfezionamento per gradi dei documenti di Bilancio (e in particolar modo dei Piani degli Investimento in Opere e Servizi) discusso e partecipato dagli abitanti del territorio.
Si fa riferimento al Bilancio Partecipativo perché, occupandosi di distribuzione di risorse per lo più originate dalle tasse dei cittadini, ha al contempo un forte valore simbolico e pratico: gestisce denaro e proprio su qu esto le amministrazioni accettano di “aprire” parte del loro potere decisionale all’intervento diretto dei cittadini.
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Informazioni tesi
Autore: | Nicola Sasso |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Finanza |
Relatore: | Antonio Botti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 227 |
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