Economia digitale e marketplace: le opportunità per il Made in Italy
La ricerca si propone di evidenziare le opportunità per il made in Italy, nel panorama del commercio elettronico mondiale, attualmente dominato dalle piattaforme dei grandi protagonisti dell'economia digitale.
La tecnologia digitale ha trasformato e pervaso l'economia, orientandola alla dimensione immateriale e rendendosi indispensabile per il funzionamento delle transazioni.
I principali protagonisti dell'economia ora sono gli attori del mondo digitale, che hanno scalzato dai primi posti i soggetti dei comparti bancario e petrolifero. Il nuovo petrolio dell'economia sono i dati, moneta di scambio e asset di fondamentale importanza.
Ricercate le basi storiche del commercio elettronico, si descrivono i vari modelli di e-business e si esaminano le attività dei principali player dell'e-commerce. Il focus è sugli elementi chiave dei marketplace, che hanno favorito il passaggio dall'economia di scala all'economia di rete ed hanno fortemente inciso sulle condizioni del retail fisico e della logistica.
Approfonditi il concetto, l'uso, l'evoluzione e la tutela dell'espressione e del brand made in Italy, si esaminano le esportazioni italiane di prodotti e di servizi e si indagano le relazioni tra commercio elettronico e produzione made in Italy.
Gli scambi nel business to business interessano circa un terzo delle aziende italiane, i volumi del business to consumer sono ancora molto contenuti rispetto alle potenzialità e a confronto con le performance delle altre imprese europee.
I protagonisti del commercio elettronico sono alcuni player, grandi in volumi di vendita, dimensioni aziendali ed estensione geografica. Il regime di monopolio che si sta formando alimenta forti e diffuse preoccupazioni circa l'equilibrio dell'economia.
I gestori dei maggiori marketplace integrano verticalmente un numero sempre più alto di attività, diventando veri e propri ecosistemi, e mirano anche alla conquista del retail fisico.
Le aziende italiane, nella classifica europea del fatturato e-commerce, sono posizionate sensibilmente al di sotto della media. Necessitano di una apertura maggiore verso il digitale e devono superare alcune carenze interne, soprattutto nelle competenze informatiche e di marketing. Lo sviluppo di una propria piattaforma di e-commerce richiede investimenti rilevanti e il ricorso alla mediazione dei marketplace è la soluzione più frequente.
L'analisi del made in Italy si concentra sui settori moda, alimentare e arredo. Sono aree che riguardano i beni di consumo di fascia medio-alta, in grado di veicolare valore.
Il settore dell'abbigliamento è responsabile per ben due terzi dell'export del made in Italy. Nel settore alimentare l'export digitale ha ancora un peso limitato. Nemmeno il settore dell'arredamento esprime ancora le sue potenzialità nelle vendite digitali.
I big player gestiscono circa l'85% delle vendite digitali del made in Italy. I produttori italiani spesso si trovano costretti ad adeguarsi, per evitare la chiusura dell'attività.
Le principali direttrici di destinazione del made in Italy vanno verso i paesi dell'area euro geograficamente più vicini e, a seguire, verso gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Cina e la Turchia.
La ricerca analizza infine quattro raggruppamenti di Paesi nel mondo, classificati secondo la loro maturità economica e la loro distanza dall'Italia. In tutti i casi il comparto trainante è quello della Moda.
Infine, una analisi dell'indice di export e del valore medio unitario dei prodotti made in Italy, evidenzia due gruppi di Paesi emergenti, dei quali il primo presenta già buone opportunità per l'export ed il secondo presenta interesse in quanto le rispettive economie sono in fase di decollo.
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanni Corradin |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi Guglielmo Marconi |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze dell'economia |
Relatore: | Michela Matarazzo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 175 |
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