Dollaro: analisi di un deprezzamento inevitabile
Negli ultimi anni, nonostante la crescita statunitense sia stata costantemente più elevata di quella giapponese ed europea, questa leadership mondiale sembra essere sempre più messa in discussione. Le ragioni sono due: l’impetuosa crescita delle economie asiatiche (con in testa Cina e India) e la crisi del dollaro.
Andremo a concentrare la nostra attenzione sulla relazione tra l’enorme deficit delle partite correnti statunitensi e la quotazione del dollaro.
Come è noto, per saldo delle partite correnti si intende il cosiddetto saldo delle transazioni “sopra la linea” della bilancia dei pagamenti. Questo saldo è dato dalla somma di tre voci:
1) il saldo della bilancia commerciale,
2) il reddito netto da investimenti,
3) i trasferimenti netti ricevuti.
Il saldo delle partite correnti trova contropartita nel saldo del conto capitale che misura l’afflusso netto di capitali all’interno di un paese. Essendo ormai da molti anni negativo il saldo del conto corrente, vi è stato, quindi, un massiccio afflusso di capitali negli USA, testimoniato da una posizione debitoria netta verso il resto del mondo superiore al 25% del PIL e ciò, ovviamente, comporta un flusso crescente di capitali per il pagamento di interessi e dividendi.
Questi persistenti e crescenti saldi negativi del conto corrente trovano la loro causa nei deficit di bilancia commerciale. Questi deficit determinati da un elevato aumento delle importazioni, trovano spiegazione in diversi fattori, quali l’elevata crescita degli Stati Uniti soprattutto se confrontata a quella europea e giapponese, la crescita del reddito disponibile (legata negli ultimi anni ai tagli all’imposizione fiscale da parte dell’amministrazione Bush) e l’elevata propensione al consumo dei cittadini americani, l’aumento del prezzo del petrolio, e la forte competitività dei paesi asiatici. Insieme a fattori strutturali (crescita del reddito disponibile) e congiunturali (prezzo del petrolio,se è ancora possibile definirlo tale), alcuni studiosi come Blanchard, Giavazzi e Sa spiegano l’aumento delle importazioni con una sorta di spostamento delle preferenze dei consumatori dai beni americani a quelli stranieri.
Fino ad ora questa situazione non ha comportato gravi problemi all’economia statunitense che, fino al 2006, è cresciuta più delle economie europee e di quella giapponese, e che solo quest’anno, anche per effetto della crisi immobiliare e dei mutui subprime, vedrà, probabilmente, un rallentamento del tasso di crescita del PIL.
Gli USA, in effetti, hanno attraversato molti anni di elevata crescita ma con squilibri strutturali che possono essere ricondotti a un fattore fondamentale: l’accumulazione di debito. Il vero nodo del problema strutturale dell’economia americana è che, da un’economia con risparmi e investimenti, si è trasformata in un’economia del debito e del consumo. Data la situazione dell’economia americana è naturale che le risorse per la creazione di nuovo stock di capitale possano venire solo dall’estero. Se così non fosse dovrebbero essere le famiglie a dover ridurre i consumi o lo Stato a ridurre il disavanzo.
Questa situazione rende gli USA fortemente dipendenti dall’estero e la loro leadership economica non più scontata. Primo segno di tale evoluzione è la necessaria caduta del valore del dollaro sui mercati internazionali, quale unica risposta possibile all’aumento progressivo del deficit commerciale. Per adesso l’elevato deficit commerciale è stato finanziato dalla vendita di attività finanziarie denominate in dollari alle banche centrali e agli investitori esteri. Questo processo può continuare, però, solo fino a quando gli investitori esteri continueranno ad avere fiducia nell’economia americana. E’ evidente che la situazione non può continuare all’infinito ed il deprezzamento del dollaro in atto, nei confronti dell’euro già dal 2001, ne è la prova.
Il dollaro potrebbe avere tassi di deprezzamento maggiori di quelli previsti in passato da analisti ed economisti, per effetto del rallentamento della crescita degli USA e del problema congiunto di deflazione nel prezzo degli immobili e crisi dei mutui subprime, ma molto dipenderà dalle future scelte delle autorità di politica economica, e dal reale impatto della crisi che si è abbattuta sui mercati finanziari.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Luca Di Bernardo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia delle imprese e dei mercati |
Relatore: | Marco Pagano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 47 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
Analisi Tecnica del tasso di cambio Euro - Dollaro US
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi