Diversificazione e coerenza d'impresa: un'applicazione alle imprese leader nell'industria manifatturiera italiana (1993-1996)
La presenza di imprese multiprodotto è una caratteristica significativa del panorama industriale internazionale.
Il concetto di coerenza d'impresa, pur inserendosi nell'analisi del fenomeno della diversificazione produttiva, offre una visione nuova rispetto agli studi classici di Industrial Organization e Strategic Management (resource view).
Dall'analisi delle teorie economiche emerge che la chiave interpretativa della strategia di diversificazione non è rappresentata da quanto un'impresa si diversifica (dimensione quantitativa), ma da come ed in quali settori indirizza le proprie attività (dimensione qualitativa).
In quest'ottica, gli sforzi per identificare le variabili determinanti il raggio d'azione d'impresa, che non è costruito secondo una legge di distribuzione casuale, conducono a considerare le relazioni tecniche, organizzative e di mercato fra settori di attività, ossia il grado di inter-businesses relatedness.
L'analisi qualitativa dei business (più o meno correlati) in cui opera l'impresa rappresenta il primo passo per assegnare un giudizio sulla coerenza della strategia da essa adottata; ad un secondo e più approfondito livello, l'impresa è considerata coerente in relazione all'abilità di combinare risorse e processi in grado di sfruttare le competenze sviluppate, le opportunità tecnologiche e l'evoluzione del mercato. L'innovazione principale della teoria sulla coerenza è rappresentata dagli strumenti utilizzati per assegnare un giudizio qualitativo sui business di attività, e conseguentemente sulla coerenza d'impresa.
Superando le classificazioni di tipo soggettivo, gli indicatori di relatedness e corporate coherence proposti da Teece et al.(1994) forniscono una misura dell'intensità di relazione tra settori che deriva direttamente dal comportamento delle imprese.
Il primo obiettivo di questo studio è rappresentato dalla costruzione di un matching fra le teorie sullo sviluppo del raggio d'azione e l'idea di coerenza.
Cosa si intende per diversificazione, quali sono le variabili che influenzano la scelta di entrare in nuovi settori (capitolo I), quali le modalità per misurare un profilo produttivo diversificato (capitolo II)? E conseguentemente, cosa significa coerenza d'impresa, come si sviluppa un profilo di diversificazione coerente (capitolo III), quali le variabili e le misure che colgono la logica della coerenza industriale (capitolo IV)?
Questo lavoro di riorganizzazione delle teorie e dei modelli più recenti si è reso necessario per la costruzione di una teoria omogenea e ragionata sulla corporate coherence.
Il percorso proposto trae spunto dalla rielaborazione concettuale, per giungere progressivamente all'indagine empirica (capitolo V).
Il secondo obiettivo dunque, è quello di valutare la validità degli indici di correlazione industriale e coerenza d'impresa sopra citati. L'opportunità di verificare la consistenza delle ipotesi sui quali sono costruiti tali indici è fornita dal database di imprese leader operanti nel settore manifatturiero italiano negli anni 1993 e 1996, realizzato dal Ceris-CNR, e gentilmente concesso per la finalità di questa ricerca. L'analisi fornisce un quadro descrittivo dello sviluppo dei profili di diversificazione nell'industria italiana, rilevando una riduzione media del numero delle attivitè.
Inoltre, agli strumenti statistici ed alle misure classiche di diversificazione, si affianca lo studio della coerenza produttiva del campione. I risultati forniscono un supporto alla ''teoria delle risorse'' in quanto le imprese del campione diversificano per lo più in settori con forti affinità merceologiche.
Nell'introduzione al capitolo V si ipotizza che nel periodo in esame, influenzato dal processo di integrazione europea, e dalla globalizzazione delle strategie, l'intensificarsi della concorrenza abbia condotto ad una razionalizzazione delle attività, con successivo incremento del livello medio di coerenza.
I dati ottenuti dalle elaborazioni confermano che le imprese meno coerenti hanno ridotto le forme di diversificazione in settori non correlati. Un contributo originale è offerto dalla suddivisione del campione in categorie che permettono di individuare le variabili chiave della direzione delle strategie adottate: dall'aggregato si giunge all'analisi delle singole imprese. In particolare, l'intensità degli investimenti in ricerca e sviluppo rappresenta un fattore propulsivo ed attrattivo per fenomeni di diversificazione.
Per quanto concerne la metodologia adottata, il commento dei risultati empiricamente ottenuti è realizzato con il costante riferimento ai modelli teorici proposti, ed il lavoro conclusivo evidenzia pregi e limiti delle misure applicate.
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Informazioni tesi
Autore: | Stefano Valvano |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Giovanni Fraquelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 202 |
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