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La politica della concorrenza nell'esperienza italiana

L’esistenza del diritto antitrust è strettamente connessa all’affermazione dell’economia di mercato nel mondo industrializzato, tuttavia la teoria economica ci insegna che anche quando il mercato è libero non necessariamente si creano le condizioni che garantiscono la libertà di iniziativa economica per i singoli individui, poiché possono sussistere delle ragioni di carattere oggettivo come l’esistenza di monopoli naturali o di economie di scala, o soggettivo come i comportamenti strategici o le condotte degli agenti economici, che limitano tale libertà incidente negativamente sulla concorrenzialità dei mercati.
Ad esempio le imprese possono porre in essere delle strategie deterrenti o colludere al fine di scoraggiare l’entrata sul mercato di eventuali rivali o favorirne l’uscita. Quindi la concorrenzialità del mercato, risultando un elemento fondamentale per l’allocazione efficiente delle risorse nel paradigma economico dominante, deve essere tutelata da un complesso di regole definito diritto antitrust. Delineate nei tratti generali le ragioni che sono alla base della legislazione a tutela della concorrenza, è indispensabile adesso analizzare i vari capitoli trattati.
Nel primo capitolo è stata esaminata la forma di mercato che meno assomiglia alla concorrenza perfetta, cioè il monopolio, analizzando i quattro fattori che danno origine a questa struttura di mercato: 1) il controllo su input fondamentali, 2) le economie di scala, 3) i brevetti e 4) le licenze governative.
Scopriremo che per il monopolista la regola per la massimizzazione del profitto nel breve periodo è uguale a quella seguita dalle imprese in concorrenza perfetta e, infine, tratteremo dei monopoli naturali, cioè mercati caratterizzati da curve di costo medio di lungo periodo sempre decrescenti.
Il secondo capitolo è essenzialmente finalizzato all’inquadramento della legge 287/1990 e il funzionamento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. L’analisi terrà conto della composizione dell’autorità garante, dei suoi obiettivi e della sua autonomia organizzativa.
Inoltre inquadreremo i poteri riconosciuti a tale autorità, non solo al fine di reprimere le condotte illecite con poteri di intervento diretto, ma anche, al fine di realizzare una coerenza tra obiettivi e comportamenti, ed infine verranno analizzate le fattispecie rilevanti dal punto di vista sostanziale (intese restrittive, abuso di posizione dominante e concentrazioni).
Il terzo ed ultimo capitolo approfondisce il caso Telepiù-Stream, ovvero analizza l’evoluzione della pay -Tv in Italia. Dopo aver ripercorso le fasi evolutive della sua struttura di mercato nell’ alternanza tra monopolio e duopolio, vengono esaminate le strategie competitive degli operatori, focalizzando l’attenzione sul ruolo giocato dall’accumulo dei diritti televisivi premium e sul loro potenziale di deterrenza e chiusura verticale del mercato. Successivamente verranno esaminati i principali interventi dell’Autorità Antitrust nazionale e comunitaria nella pay-Tv (provv. AGCM n. 8386 del 2000 e n. 10716 del 2002), e ne verranno discusse la logica e l’efficacia in termini di salvaguardia della contendibilità del mercato e del benessere del consumatore, anche alla luce della letteratura teorica di riferimento.

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1 Introduzione L’esistenza del diritto antitrust è strettamente connessa all’affermazione dell’economia di mercato nel mondo industrializzato, tuttavia la teoria economica ci insegna che anche quando il mercato è libero non necessariamente si creano le condizioni che garantiscono la libertà di iniziativa economica per i singoli individui, poiché possono sussistere delle ragioni di carattere oggettivo come l’esistenza di monopoli naturali o di economie di scala, o soggettivo come i comportamenti strategici o le condotte degli agenti economici, che limitano tale libertà incidente negativamente sulla concorrenzialità dei mercati. Ad esempio le imprese possono porre in essere delle strategie deterrenti o colludere al fine di scoraggiare l’entrata sul mercato di eventuali rivali o favorirne l’uscita. Quindi la concorrenzialità del mercato, risultando un elemento fondamentale per l’allocazione efficiente delle risorse nel paradigma economico dominante, deve essere tutelata da un complesso di regole definito diritto antitrust.

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