Dubliners, Yunnah e Angusht. Il Regolamento Dublino II per la determinazione dello Stato membro responsabile all’esame di una domanda di asilo.
Punto cardine della politica europea dell'asilo è il Reg. CE 343/2003 meglio noto come Regolamento Dublino che stabilisce quale tra i Paesi membri sia lo stato competente ad analizzare una domanda di asilo. Non si può dire però che il sistema sia efficiente, come dimostrato dalle critiche non solo delle ONG coinvolte in tali ambiti sia dagli stessi Stati europei, segno che il burden sharing-obiettivo del Regolamento-non è mai stato raggiunto.
Con l’emergere dello spazio comune è stato necessario introdurre criteri e meccanismi per la determinazione dello Stato membro competente ad esaminare una domanda di asilo presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo. Il primo risultato fu l’approvazione degli Accordi di Schengen sostituiti dalla Convenzione di Dublino nel 1990, anche se già a partire dalla fine degli anni ’90 - e in risposta ai cambiamenti che stavano riguardando la Comunità Europea nel suo cammino verso l’Unione - emerse il bisogno di attuare delle modifiche al sistema appena creato. Nel 2003 vide quindi la luce il Regolamento (CE)343/2003 o Dublino II che assieme all’Eurodac, banca dati europea nei casi di immigrazione illegale e richiesta asilo, compongono ancora adesso il Sistema Dublino.
L’oggetto di questo lavoro sarà proprio il Sistema ed in particolar modo Dublino II soprattutto in vista della proposta di revisione dello stesso presentato dalla Commissione Europea e alla luce dell’esperienza di chi Dublino lo ha visto applicato “sulla propria pelle” (e non si tratta di un’iperbole).
Se nel primo capitolo ci si concentrerà sul processo che ha portato al sistema attuale, vedendo i passi che gli Stati europei hanno definito e cercato di fare per giungere all’introduzione di un Sistema Comune Europeo sull’Asilo, previsto per il 2012, dal Trattato di Amsterdam del 1999 a quello di Lisbona in vigore da dicembre 2009, sarà il secondo capitolo a rappresentare la parte centrale del lavoro. Dublino II viene, infatti, visto nel dettaglio in modo così da cogliere le incongruenze tra il testo normativo e le situazioni che possono presentarsi nella realtà, considerando anche come gli Stati membri interpretano e applicano il Regolamento (CE)343/2003.
Sebbene fin dalla Convenzione l’obiettivo fosse quello di garantire ai richiedenti un accesso equo ed efficiente alla procedura di asilo in qualsiasi Stato membro dell’Unione, la realtà è ben diversa e il Sistema Dublino viene visto come il principale responsabile di un diritto europeo all’asilo in profonda crisi. Sembra quasi che gli Stati conducano la loro lotta all’immigrazione illegale in maniera generica non considerando gli effetti che questa può avere su chi si reca in Europa per richiedere protezione internazionale e che Dublino II ed Eurodac siano le loro armi. Se l’obiettivo è quello di ridurre il numero dei richiedenti, la deterrenza e la prevenzione vengono visti come i mezzi più adatti, non migliorando le condizioni di accoglienza nel primo caso e rafforzando i controlli alla frontiera rendendo difficile l’accesso all’U.E. nel secondo.
Di fronte alle pesanti critiche e avvertimenti di come una siffatta politica metta in pericolo i diritti fondamentali dei richiedenti asilo anche in quanto esseri umani e non solo in riferimento al diritto all’asilo, la Commissione Europea si è accorta della necessità di proporre un documento di modifica come previsto anche dal Programma dell’Aja 2004-2009. Il nuovo testo modificato sarà l’argomento del terzo capitolo, corredato dai commenti ed i pareri emessi sul recast della Commissione da parte di UN High Commissioner for Refugees, European Council for Refuegees and Exiles e Forumréfugiés.org.
In attesa che il Consiglio Europeo approvi il testo modificato, già emendato e passato positivamente al vaglio dell’Assemblea Parlamentare, nella realtà le violazioni dei diritti continuano, come evidenti nei casi ceceni e greco di cui si parlerà nel terzo capitolo, e come testimoniato dall’esperienza degli stessi Dubliners che ho avuto modo di incontrare durante un tirocinio svolto presso CIAC Onlus di Parma, associazione per l’assistenza e accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. Le loro voci sono state raccolte attraverso un’intervista e poste a conclusione dell’ultimo capitolo così da evidenziare cosa va e soprattutto cosa non va nel Sistema Dublino e perché c’è chi sostiene che siamo davanti ad un sistema “costoso, ingombrante e incapace di raggiungere gli obiettivi per cui è stato creato”.
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Informazioni tesi
Autore: | Marika Armento |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master universitario di II livello in Esperto in gestione e trasformazione dei conflitti nella società globalizzata. Percorsi e tecniche innovative per la prevenzione, la mediazione, l'inclusione e la cooperazione internazionale. |
Anno: | 2010 |
Docente/Relatore: | Pasquale Costanzo |
Istituito da: | Università degli studi di Genova |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 63 |
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