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La donazione: ruolo dell’infermiere del coordinamento dal prelievo al trapianto d’organo

Questa tesi si prefigge il compito di analizzare ed approfondire la tematica dei trapianti d'organo dal punto di vista infermieristico, in particolar modo approfondendo la figura dell'infermiere del coordinamento, il quale, svolge il proprio ruolo sia nelle terapie intensive che nei centri trapianto. Il mio elaborato approfondisce inoltre il ruolo dell'infermiere di terapia intensiva nella gestione del potenziale donatore.

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4 CAPITOLO I I TRAPIANTI D’ORGANO: DALLA STORIA AI NOSTRI GIORNI La possibilità di poter trapiantare parti del corpo, in particolar modo da specie diverse, interessa e incuriosisce l’uomo da secoli. Sono diverse le testimonianze mitologiche e religiose che narrano di mostri e creature, come la chimera descritta nell’Iliade di Omero come un essere formato dal corpo di una capra, la testa di un leone e la coda di un serpente, o anche di Dei, come nel caso di Ganesha (induismo testa di elefante e 4 braccia) e Anubi (Divinità egizia, corpo umano e testa di canide). La nascita della medicina dei trapianti viene attribuita ai santi medici Cosma e Damiano, che nel III secolo Dopo Cristo, sostituirono la gamba cancrenosa di un loro sacrestano con quella di un uomo, deceduto poco prima. Bisogna però aspettare il tardo Medioevo, a partire dal XV secolo, per avere notizie riguardanti i primi esperimenti sui trapianti di pelle e ossa, ricordiamo tra i tanti, Gaspare Tagliacozzi, medico bolognese, sviluppò un nuovo metodo di ricostruzione di nasi, labbra e orecchi mutilati, descritto nel trattato “De curtorum chirurgia per insitionem”, ovvero Chirurgia delle mutilazioni per mezzo di innesti. Tagliacozzi riconobbe, inoltre, una delle problematiche fondamentali della medicina dei trapianti: la reazione di rigetto; data dall’impossibilità di trapiantare i tessuti provenienti da altre persone a causa del “carattere singolare dell’individuo”. È solo alla fine del XIX secolo che il concetto di trapianto, inteso come sostituzione di organi, si sviluppa fino a diventare un concetto medico fondamentalmente applicabile. Particolare rilevanza hanno i successi di Theodor Kocher, chirurgo svizzero, che nel 1883 riuscì a trapiantare un tessuto tiroideo durante un’operazione al gozzo. Nel 1902, il chirurgo francese Alexis Carrel, mise a punto una nuova tecnica di anastomosi artero- venosa in grado di far fronte ai principali problemi delle suture vascolari, ovvero, l'emorragia, la trombosi, la stenosi vascolare e l'infezione. Questa rappresenta una tappa fondamentale nella medicina dei trapianti e grazie a questa tecnica che Carrel riuscì ad eseguire i primi trapianti di rene da animali in pazienti con gravi insufficienze renali. Rimaneva però il problema del rigetto. Fu Peter Medawar, considerato il padre della biologia dei trapianti, che, conducendo esperimenti di innesti cutanei in pazienti gravemente ustionati durante la II Guerra Mondiale, dimostrò l’origine immunologica della reazione di rigetto, descritta come il rifiuto da parte dell’organismo ospite di tessuti e organi estranei. Lo sviluppo della ricerca e le scoperte dei gruppi sanguigni e, soprattutto, degli antigeni responsabili dell’istocompatibilità e del sistema HLA, portarono al primo vero e proprio trapianto.

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Longo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Scienze Infermieristiche
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Maria Pia Giammarinaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 32

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Parole chiave

coordinamento
procurement
donazione
infermiere
trapianto
trapianti d'organo
prelievo d'organo
infermiere del coordinamento
management donatore
allerta trapianto

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