Aspetti del ''sacro'' in racconti popolari marchigiani
In questo elaborato, dopo aver dato una panoramica delle principali teorie sulla genesi e la trasmissione dei racconti popolari ed averne illustrato le principali caratteristiche, si evidenziano gli aspetti che in queste narrazioni possono essere ricondotti al sentimento religioso popolare e in generale alla funzione sacra che ebbero miti e racconti presso le comunità del passato. Ritenendo infatti che alcuni degli elementi tipici del racconto sacro e del mito siano stati ereditati da queste narrazioni, vengono presi in esame i racconti della tradizione popolare marchigiana in cui tali reminiscenze sono più evidenti e suggestive. All'interno di queste fiabe, leggende e usanze delle Marche, tratte da saggi e raccolte pubblicati negli ultimi 150 anni, si vanno a rintracciare quei comportamenti religiosi popolari e superstizioni che sono testimonianza di un modo di vedere la vita, di affrontarla e di difendersi dalle avversità. All'interno dei racconti popolari infatti, come in precedenza nel mito, tramite l'uso apparentemente ingenuo della fantasia vengono riversati i timori, le speranze e le credenze del popolo. Calvino dirà, nell'introduzione alle sue Fiabe italiane che le fiabe “sono il catalogo dei destini che possono darsi ad un uomo e a una donna”; è infatti tramite la narrazione fantastica che il popolo, privo della speculazione teologica e filosofica sulla vita, trova il modo di esaltare il bene, premiando i buoni e punendo i malvagi; giustificare il male, attribuendo la sua origine a precisi fattori dai quali ci si può proteggere se si agisce nel modo opportuno e dare infine un riflesso della propria intimità e dell'appartenenza al contesto della comunità.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Capomagi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Macerata |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Maria Grazia Bianco |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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