Il Reale del godimento: per uno sguardo sulla società tardo-capitalista attraverso le impossibili categorie di Slavoj Zizek
Godimento è il concetto fondamentale attorno al quale si sviluppa tutto il pensiero di Žižek. Godimento che, lungi dal rappresentare la forma postmoderna di edonismo individualistico, è invece considerato nella sua dimensione dirompente di fattore politico: qualsiasi posizione soggettiva di enunciazione non è mai neutrale, bensì già da sempre inscritta in un tessuto ideologico che la rende contemporaneamente anche politica; e al fondo di ogni posizione politica vi è sempre in gioco una qualche forma di godimento.
Sullo sfondo del “godimento come fattore politico” si può allora mettere in nuova luce la tesi lacaniana de “l’inconscio strutturato come un linguaggio”: infatti, l’essere già da sempre gettato in un preesistente universo di senso del soggetto significa che egli si costituisce propriamente in un’assenza, come per sempre alienato da se stesso entro un contesto simbolico-linguistico in cui non può mai dominare completamente “ciò che intendeva dire”. Il soggetto diventa così termine di un movimento dialettico in cui per essere pienamente se stesso, per godere di se stesso, deve rinunciare a sé, non essere se stesso, in altre parole deve godere ma dell’altro (il godimento proprio in quanto funziona in maniera indiretta è infatti, secondo Lacan, sempre "godimento dell’altro"). Si tratta ovviamente di un lettura di Lacan con Hegel (i due riferimenti fondamentali di tutto il pensiero žižekiano) il quale ne La Scienza della Logica attribuisce all’ente finito/determinato la qualità di essere costituito simultaneamente del suo opposto negativo – il non-ente; gli attribuisce cioè la qualità di riferirsi a sé come altro ovvero come negativo. L’omologia strutturale tra il pensiero di Lacan e quello di Hegel vale altresì per il Grande Altro, l’ordine simbolico entro il quale il soggetto è inscritto e che non può essere considerato una semplice catena significante: anch’esso si costituisce, attraverso la riflessione in sé che assume il negativo, cioè strutturato attorno ad un vuoto, un buco. Ed è proprio il Reale di quel buco che funziona da limite intrinseco a tale ordine e lo affetta attraverso l’indefinita insistenza su se stesso che scatena il godimento, ciò che proprio per questo Lacan può definire il “Reale del Simbolico”.
Il Reale come termine correlativo del godimento ci porta così a riconoscere che la forma di soggettività come negatività che si relaziona indefinitamente a sé va necessariamente estesa dall’individuale all’universale, e dunque al politico. La verità dell’universale politico diventa allora possibile solo attraverso il riconoscimento del rovescio negativo della politica stessa, del lato osceno della legge senza il quale la legge stessa non potrebbe sussistere. È qui che si inserisce l’interesse di Žižek per la cultura di massa: i suoi continui riferimenti cinematografici come quelli alla cultura popolare (pop culture) sono un momento teoreticamente fondante. La cultura di massa, intesa come doppio immaginario del simbolico Altro, contiene la verità nascosta e oscena di quest’ultimo; essa è, in altre parole, un sintomo di come una società organizza il proprio accesso al godimento. L’Immaginario del Grande Altro è il modo in cui il discorso simbolico del Padre, il Potere, raddoppia fantasmaticamente se stesso al fine di occultare la sua inconsistenza, di coprire il vuoto attorno al quale si costituisce. In questo senso, piuttosto che rappresentare le tendenze represse di una società, la fantasmatica propria dell’Immaginario è il modo in cui i soggetti si strutturano definitivamente dentro l’ordine simbolico rinunciando al movimento dialettico che invece sarebbe loro proprio.
Su queste basi, ho articolato il lavoro in tre capitolo che grossomodo corrispondo alla triade lacaniana di Immaginario, Simbolico e Reale. Nel primo capitolo si tratta del rapporto dialettico tra soggetto e Altro da cui deriva la formazione immaginaria dell’Io che alternativamente si fa portavoce delle fantasie paranoiche proprie della società capitalista, del discorso degli esperti o dell’idea decostruttivista per cui l’Io è una formazione virtuale di facciata, una sorta di Io-schermo, dietro cui si celano una molteplicità indefinita di narrazioni soggettive. Nel secondo l’attenzione è concentrata sul concetto di Ideologia nei suoi tre momenti di astratto, materiale e riflesso e nel suo legame col godimento che sostiene il discorso ideologico attraverso a) i miti nazionalisti che danno vita al fantasma del furto di godimento, b) quello multiculturalista basato sulla politically correctness, e c) quello capitalista dell’isterico che attiva il movimento metonimico proprio degli oggetti del desiderio i quali rispondono al desiderio che scatenano solo nella misura in cui non lo soddisfano mai completamente. Infine, nel terzo capitolo si conclude con una trattazione estesa del concetto di Reale declinato via via secondo le categorie di impossibilità, possibilità e scientificità.
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Informazioni tesi
Autore: | Luca Silvestri |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica |
Relatore: | Giangiorgio Pasqualotto |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 178 |
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