Communication & marketing in Walt Disney Case: The little mermaid

La tesi si divide in tre parti: le prime due teorico concettuali, e l’ultima parte inerente al caso aziendale della Walt Disney Company.
La prima parte ha lo scopo di far addentrare il lettore nella corporate communication, analizzandone i cardini sui quali essa si fonda, vale a dire la corporate personality la quale rappresenta la vera essenza dell’azienda, la corporate identity come l’azienda intende mostrarsi al pubblico, corporate image, vale a dire la percezione che il pubblico ha dell’azienda e la conseguente corporate reputation.
Le azioni di corporate communication, non sono mai svolte per caso, ma sempre dettate da strategie di marketing ben precise e mirate ed è proprio sul marketing che si basa la seconda parte dell’elaborato. Essendo il marketing un processo ha subito un’evoluzione nel corso del tempo, si passa infatti dal marketing 1.0 fino ad arrivare al marketing 4.0 che subisce una celere accellerata a causa della crisi pandemica dovuta al covid – 19 passando così al marketing 5.0 nel quale c’è un vero e proprio cambio di assetto di potere, poiché si passa da una società esclusiva ad una società volta sempre più all’inclusività.
Tale inclusione viene proclamata da un’ideologia che tutti noi oggi conosciamo, vale a dire il politically correct. L’espressione anglosassone “politically correct” è nata come un orientamento ideologico che mostra estremo rispetto verso tutti evitando potenziali offese, ma al giorno d’oggi appare come un’ideologia più interessata alla forma utilizzata che al contenuto delle argomentazioni che muovono un dibattito; Il fenomeno del politicamente corretto non mira unicamente alla creazione di un nuovo mondo inclusivo, ma anche alla cancellazione di ciò che è stato fino ad oggi ne sono esempi la riscrittura e la cancellazione di scene e personaggi dei romanzi di Agatha Christie, come Poirot e Miss Marple, ma anche la distruzione delle statue dei confederati negli USA azioni che sembrano richiamare alla pratica della damnatio memoriae che anche Orwell cita nel suo romanzo distopico 1984 pratica che non elimina il dissidente fisicamente ma lo esautora dal diritto di parola, ed è così che un’ideologia nata paradossalmente per aumentare il rispetto ed eliminare le diversità rischia di sfociare in una sorta di dittatura velata. Tra le aziende politicamente corrette troviamo la Walt Disney Company sulla quale si svilupperà la terza ed ultima parte dell'elaborato.