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Fiume Adige: bilancio dei sedimenti a scala di bacino

L'Adige ha una grossa influenza sull’ambiente circostante, sia per quanto attiene il suo sfruttamento (idroelettrico, agricolo ed idropotabile), sia per quanto riguarda i problemi creati dalle piene sul territorio vicino, fortemente antropizzato.
Fino alla metà del secolo scorso la parte valliva dell’Adige, a sud di Verona, completamente arginata, si presentava ancora come pensile, cioè con la quota del fondo dell’alveo fluviale superiore alla quota del circostante piano campagna.
La tendenza ad un eccessivo deposito di sedimenti all’interno dell’alveo risulta pericolosa dal punto di vista del transito delle grandi piene, e si accompagna ad una chiara tendenza della foce atesina ad espandersi verso il mare, e cioè al progressivo aumento della superficie dell’Isola del Bacucco (oggi denominata Isola Verde) segnalato, fino agli anni ’50, dalle cartografie (tavolette in scala 1:25.000) I.G.M. del 1897, 1908, 1918, 1931, 1944 e 1962.
A partire dagli anni ’50 del secolo scorso la tendenza si inverte e l’intero apparato di foce dell’Adige comincia a retrocedere, come visibile dal confronto con i rilievi aerofotogrammetrici del 1954, 1977 e 1979 e con la carta tecnica regionale (scala 1:10.000) del 1978.

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Capitolo 1 Introduzione 1.1 Il bacino dell’Adige Il bacino idrografico propriamente detto del fiume Adige comprende tutto il territorio le cui acque drenano all’interno del corso d’acqua principale (Fig. 4.1), e quindi esso chiude ad Albaredo d’Adige, poco a sud della città di Verona. Il presente studio è rivolto però ad un bilancio di sedimenti fatto lungo l’intero corso del fiume, dalla sorgente di Resia (Bz) alla foce di Porto Fossone (Ro), nel Mar Adriatico. Il fiume Adige è il secondo fiume più lungo d’Italia e, con i suoi 410 chilometri circa, attraversa le regioni Trentino-Alto Adige e Veneto, interessando le provincie di Bolzano, Trento, Verona, Vicenza, Padova, Venezia e Rovigo. Tale fiume ha caratteristiche di fiume montano nella parte alta del bacino, mentre, nella parte a sud della città di Bolzano, assume caratteristiche di fiume di pianura, scorrendo in mezzo alla Val d’Adige ed alla Pianura Padana a quote contenute. Questo corso d’acqua ha una grossa influenza sull’ambiente circostante, sia per quanto at- tiene il suo sfruttamento (idroelettrico, agricolo ed idropotabile), sia per quanto riguarda i problemi creati dalle piene sul territorio vicino, fortemente antropizzato. Fino alla metà del secolo scorso la parte valliva dell’Adige, a sud di Verona, completamente arginata, si presentava ancora come pensile, cioè con la quota del fondo dell’alveo fluviale superiore alla quota del circostante piano campagna. La tendenza ad un eccessivo deposito di sedimenti all’interno dell’alveo risulta pericolosa dal punto di vista del transito delle grandi piene, e si accompagna ad una chiara tendenza della foce atesina ad espandersi verso il mare, e cioè al progressivo aumento della superficie dell’Isola del Bacucco (oggi denominata Isola Verde) segnalato, fino agli anni ’50, dalle cartografie (tavolette in scala 1:25.000) I.G.M. del 1897, 1908, 1918, 1931, 1944 e 1962. A partire dagli anni ’50 del secolo scorso la tendenza si inverte e l’intero apparato di foce dell’Adige comincia a retrocedere, come visibile dal confronto con i rilievi aerofotogram- metrici del 1954, 1977 e 1979 e con la carta tecnica regionale (scala 1:10.000) del 1978. Questo iniziale eccesso di sedimenti depositatisi nella prima parte del secolo, seguito da un successivo deficit nella seconda parte, è confermato dalla corrispondente diminuzione del 13

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