Il 'Quarto Stato': oltre la tela. Il capolavoro di Pellizza attraversa turismo, cinema e mass media
Il presente elaborato intrecciadue percorsi: da un lato, un’indagine dei rapporti possibili tra cinema e pittura attraverso lo studio di un caso particolare, dall’altro la verifica dell’utilizzo del cinema in forme di promozione territoriale correlate alla figura di un artista. Il caso specifico prende in esame la figura dell’artista Giuseppe Pellizza da Volpedo.
La prima parte del lavoro è dedicata all’attività posta in essere dall’Associazione Pellizza da Volpedo, che ci è parsa un esempio di successo nell’intervento di promozione e gestione del patrimonio territoriale e culturale. Prese in esame le principali iniziative dell’Associazione, ci si soffermerà sulle proposte che, a diverso titolo, investono il cinema. Si tratta di alcuni documentari che, attraverso la promozione non solo artistica della figura di Giuseppe Pellizza, aprono prospettive di valorizzare della storia e del paesaggio della città di Volpedo e del territorio circostante.
Particolare attenzione sarà rivolta ad una delle tante iniziative a cui l’Associazione ha collaborato: il cortometraggio di Emilio Mandarino. Il lavoro è stato realizzato nel 2003 con il concorso del Comune di Volpedo e la Provincia di Alessandria, nonché con il contributo della Film Commission Piemonte. Il cortometraggio sceglie di accostare la figura dell’artista concentrandosi sulle fasi di elaborazione della sua opera più nota, il Quarto Stato.
Il Quarto Stato si colloca al centro dell’indagine successiva. La notorietà del Quarto Stato sovrasta, per taluni aspetti, quella del suo autore. Non sorprende pertanto constatare, nella produzione detta di “finzione”, l’assenza di film di impronta biografica sulla figura dell’artista piemontese. Il dipinto, invece, si riscontra in almeno due occorrenze cinematografiche, con funzione di intermediazione “tra pubblico e film” : nel 1976, nella locandina e nei titoli di testa di Novecento di Bernardo Bertolucci e, poco più di trent’anni dopo, nella locandina di Tutta la vita davanti (2008), di Paolo Virzì. Per Bertolucci, tuttavia, l’utilizzo risulta coerente ad una pratica ricorrente nella sua produzione degli anni ’70, con la quale è parso opportuno operare un confronto più approfondito.
Un successivo ampliamento del campo di indagine (inizialmente non prospettato) ha infine rivelato un vero e proprio universo di riprese e citazioni del celebre dipinto. L’ultima sezione si limiterà dunque ad affacciarsi su questo territorio visivo, che esula dal contesto puramente pittorico, delineando alcune ipotesi di attraversamento.
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Informazioni tesi
Autore: | Prisca Fumagalli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze del turismo |
Relatore: | Farah Polato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 61 |
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