Carl Friedrich Zelter - Autobiografia
Zelter e il Lied
Sebbene Zelter non abbia musicato solo poesie di Goethe, è fuor di dubbio che esse costituiscono la parte più rilevante ed importante dei testi da lui musicati. L’influsso del sommo poeta sulla musica tedesca è enorme ed ha altri riscontri. Egli non solo era interessato alla musica, ma aveva anche una formazione musicale ed una conoscenza discretamente approfondita dei vari generi musicali. Considerava la musica una parte dell’eterna armonia dell’universo e poiché riteneva che avesse bisogno di materializzarsi per acquistare vita, sentì sempre la necessità di farsi consigliare da esperti in materia, anche se era in grado di formarsi un giudizio personale sulle composizioni. La sua lirica è musica in parole, quindi ha sempre catalizzato l’attenzione dei maggiori compositori della sua epoca. Se poi le sue opere da un punto di vista musicale sono state tradotte prevalentemente nel genere raffinato e circoscritto del Lied e solo in misura minore in affreschi sonori di grande respiro (soprattutto mentre egli era ancora in vita), questo è dovuto al fatto che Goethe e i grandi musicisti della sua epoca hanno vissuto fianco a fianco senza trovarsi. Così è stato con Gluck, Haydn, Mozart, mentre con Beethoven l’incontro c’è stato, ma di breve durata e con circospezione reciproca (anche se il compositore di Bonn ha lasciato autentici capolavori con Meerestille und glückliche Fahrt e soprattutto con le musiche di scena dell’Egmont). Dei musicisti della cerchia di Goethe Reichardt era quello il cui talento e fama erano universalmente riconosciuti, però si alienò le simpatie prima di Schiller e poi di Goethe43. Come si è già detto44, è stato proprio questo episodio a favorire l’incontro del poeta con Zelter. Goethe nell’ambito del Lied non ammetteva l’introduzione di cambiamenti nella forma musicale, mentre nel genere teatrale, della cantata etc. era disposto a mettersi al servizio del compositore e a concedergli libertà di movimento (tra l’altro fu uno dei pochi grandi poeti della nuova epoca che non disprezzarono l’opera dei librettisti). Quindi secondo lui nel Lied doveva regnare il più assoluto equilibrio tra poesia e musica, il che significava che il compositore doveva rispettare scrupolosamente la forma e il ritmo della poesia, senza cadere nella pittura sonora naturalistica (che il poeta trovava detestabile) o in un libero adattamento musicale. Non si trattava tanto di adottare esclusivamente il Lied strofico (qualche piccola variazione strofica introdotta da Reichardt e Zelter stesso non furono censurate dal poeta) rifiutando quello con continue variazioni melodiche (“durchcomponiert”), ma le sue liriche, costruite con strofe affini, indubbiamente si adattavano meglio alla composizione strofica. In definitiva per Goethe l’imperativo per la realizzazione musicale di un Lied consisteva non nell’originalità dell’idea del compositore e men che meno nell’autonomia della scrittura musicale, bensì nella totale identificazione del musicista col poeta. Questi suoi punti di vista si possono desumere dalle lettere a Zelter del 6 marzo 1810 e dell’11 maggio 182045. Il maggior merito che Goethe trovava nella composizione liederistica di Zelter era “niemals ein Einfall, sondern es ist eine radicale Reproduction der poetischen Intentionen”.
Zelter a 35 anni aveva scritto di non aver mai avuto un’innata tendenza verso il genere della composizione di musica per Lieder. Poi però dovette ravvedersi, dato che scrisse la musica per circa 400 Lieder per voce e pianoforte, senza contare quelli corali scritti per la Singakademie. Questo ravvedimento fu dovuto in primo luogo al matrimonio in seconde nozze con Juliane Pappritz, eccellente cantante, ed in secondo luogo appunto all’inizio delle relazioni personali con Goethe. La reciprocità che si creò tra i due indusse il poeta a dire che se le sue liriche avevano ispirato melodie a Zelter, anche le melodie di Zelter (su testi di altri) lo avevano stimolato a scrivere liriche. E Zelter ebbe sempre rispetto per la musica insita in ciascun verso del poeta, non inondandolo quindi di note, ma sforzandosi di trovare la melodia che già doveva essere nella mente del poeta. Individuava quindi in quale punto del verso si trovava la parola principale, sulla quale doveva essere condotta la melodia. Egli criticava i musicisti per i quali le parole non erano altro che uno sfondo qualunque sul quale inserire una melodia, mentre si concentrava sull’impressione totale che la lettura della poesia gli aveva risvegliato dentro, e solo dopo molto tempo trovava i toni che le si addicevano. Forma, rima, metro, costruzione del verso e della strofa dovevano rimanere anche nella musica; perciò privilegiò il Lied strofico, che gli permetteva, secondo Goethe, di cogliere il carattere globale di una lirica, laddove il continuo variare dell’invenzione musicale praticato da altri frammentava quest’impressione globale. Hermann Abert ha sostenuto che Zelter ha dato un’impronta di originalità al Lied e ai cori per voci maschili, e solo chi non conosce queste opere può parlare di aridità, mancanza di idee e di brio; sostiene inoltre che nel Lied Zelter era tutt’altro che retrogrado e se dopo i 50 anni non era più aperto alle nuove correnti, un atteggiamento simile è abbastanza comune tra gli artisti di tutte le epoche.47 H. Kretzschmar ha notato che Zelter nel Lied è stato un Giano bifronte, poiché nei piccoli Lieder strofici rappresenta l’epoca antica e la scuola berlinese, mentre nei canti più ampi è rivolto verso l’incipiente 19° secolo. Lo stesso musicologo rileva che le composizioni liederistiche di Zelter abbondano di grazia, humour, cordialità giovanile (che contraddicono l’immagine burbera e scontrosa che può emergere da lettere e cenni biografici) e che un Lied come Des Schäfers Klagelied presenta una musica che non sta su un piano inferiore, bensì a fianco di quella di Schubert: cambia solo la sensibilità dell’epoca, non la qualità artistica.49 Ed infine definisce la novità che Zelter ha impresso alla variazione strofica rispetto al passato: facendo solo raramente uso della variazione pura e fluida, al contrario di Schulz, Reichardt, Kunzen, egli aumenta l’effetto della variazione introducendo una seconda parte centrale che opera come elemento di contrasto.50 E’ anche da notare che col tempo Zelter lascia che il purismo della musica da chiesa influenzi il suo stile liederistico, come succede in Des Harfners Klage su testo di Goethe: nella stesura del 1795 questo lamento viene reso al pianoforte con arpeggi realistici e una larga melodia canora armonizzata come un corale, il tutto in maniera molto fantasiosa, mentre la versione del 1816 sembra un’invenzione bachiana con un motivo cromatico, ogni realismo che richiami l’effetto dell’arpa scompare e le sensazioni del vecchio bardo gravato dalla colpa e dalla maledizione vengono riflesse con austera severità. E’ l’influsso della Bach-Reinassance, che si materializza in armonizzazioni con tonalità da musica da chiesa e stili da canto popolare tradizionale, nella severità a quattro voci di Einsamkeit e in alcune parti del Berglied. Comunque qualche coloratura alla maniera italiana emerge qua e là a denotare che Zelter conosceva lo stile operistico italiano e quello del Singspiel, come nel Lied Wo geht’s Liebchen.
Goethe teneva particolarmente alla sua poesia Johanna Sebus, dedicata ad una giovane che nel 1809 sacrificò la vita per salvare altre persone durante un’inondazione. La poesia fu scritta in quello stesso anno e inviata a Zelter a Berlino perchè la musicasse; dal momento che questi indugiava, ricevette da Goethe un invito a non dimenticarsene. Così nel 1810 la composizione era pronta e fu inviata a Weimar, ma era in forma di cantata per soli, coro e pianoforte e non di Lied per una voce sola e piano. A Goethe piacque molto51, anche se fu eseguita molto raramente – e anche al giorno d’oggi le sue esecuzioni sono piuttosto infrequenti, sebbene abbia un’introduzione pianistica suggestiva che ha poco da invidiare a quelle di celebrati pezzi romantici (come del resto anche l’introduzione di Rastlose Liebe), ed anche il modo in cui la voce maschile si contrappone al coro tocca la sensibilità di un pubblico abituato al Lied romantico. In questo senso è opportuno precisare che la forma strofica in Zelter non evoca affatto un modo espressivo arcaico, non incide sulla qualità espressiva dell’idea musicale: in poche parole, molti dei suoi Lieder sarebbero ben apprezzati anche dal pubblico odierno, se solo fossero eseguiti con una certa regolarità.
Dietrich Fischer-Dieskau, uno dei più grandi baritoni della nostra epoca, ha dato un contributo determinante alla conoscenza di Zelter includendo molti Lieder del compositore berlinese nei suoi recitals, incidendo un’antologia di Lieder per l’etichetta ORFEO e scrivendo una monografia sul musicista, dove tra l’altro sottolinea che Zelter costituisce una tappa imprescindibile verso le creazioni liederistiche di Weber, Loewe e Schubert, poiché aveva fatto ulteriormente progredire la linea vocale di Reichardt, che a sua volta era riuscito a emanciparsi dalle convenzioni della scuola berlinese.
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Carl Friedrich Zelter - Autobiografia
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe De Luca |
Tipo: | Laurea vecchio ordinamento (pre riforma del 1999) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Flavia Arzeni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 262 |
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