Wedding based tourism: destinazione Alghero e focus sul mercato russo
Wedding tourism: un trend in crescita
Come prima fonte, a dimostrazione dell’interesse sempre più elevato verso questo business, citiamo uno studio condotto da JFC nel 2013 (i dati sono relativi all’anno precedente). Qui si sottolinea come, nonostante fossero gli anni immediatamente successivi alla grave crisi economica del 2008, questo comparto non abbia registrato cali ma, al contrario, una crescita che andava in netta controtendenza rispetto a tutti gli altri ambiti colpiti dal crollo delle borse. La ragione è semplice: se alla classica vacanza si può rinunciare, alle nozze non si può dire di no, sia per non mandare a monte la sua complessa, lunga e dispendiosa organizzazione, sia per il già citato “fattore emozionale”. Nel 2012, infatti, in Italia sono stati celebrati 6.180 matrimoni di coppie di provenienza estera, che a loro volta hanno generato un flusso turistico di quasi 235.000 persone e più di 1.220.000 presenze. Numeri importanti, così come le cifre dell’impatto economico.
La spesa complessiva effettuata per le sole cerimonie ammonta a circa 87.756.000 euro, mentre quella per la luna di miele a quasi 23 milioni di euro, considerando che per l’82% dei newlyweds si è trattato di una weddingmoon tutta all’italiana. Gli ospiti, per giungere e soggiornare in Italia, hanno speso quasi 204.700.000 euro, portando così a 315.214.000 euro il fatturato totale, diretto e indotto, del wedding tourism nella nostra penisola.
Dunque, in considerazione di tutte le voci di costo relative agli alloggi, al catering, al viaggio, alle decorazioni e così via, il budget medio degli sposi è di circa 51mila euro.
Per di più, avendo intuito le potenzialità economiche di questo mercato, molti comuni hanno introdotto la wedding tax, così come l’offerta di servizi aggiuntivi a pagamento e la possibilità di svolgere cerimonie di diverse tipologie (civile, simbolica, cattolica, ma anche, ove possibile, ortodossa, evangelica, ebraica o protestante).
Da qui, anche lo sviluppo di nuovi mezzi o il rafforzamento di quelli già presenti per la promozione del settore, sia da parte delle singole agenzie di viaggio e di wedding planning, sia da parte delle destinazioni interessate. Tra i canali principali troviamo il web e i social (40,2%), seguiti dal “vecchio caro” passaparola (18%) e dai referenti locali (15,4%).
Rimanendo ai dati relativi all’anno 2012 raccolti da JFC, purtroppo solo alcune località si sono distinte come mete predilette per le celebrazioni oltremare. Spicca tra tutte la Toscana (43,5%), seguita dalla Costiera Amalfitana (9,9%), dall’Umbria (7,7%) e dal Veneto (7,5%).
Anche la preferenza relativa alla location è un importante elemento di analisi. Notiamo qui maggiore propensione per hotel e relais, quasi al 30%, seguiti da ville (19,3%) e da castelli e fortezze (14,8%). Gli agriturismi mantengono comunque una buona quota, pari all’11% del totale, mentre si affacciano sul mercato nuove possibilità, come spiagge, giardini, vigneti e barche.
Passiamo, ora, alla provenienza dei wedding tourist. In pole position troviamo l’Inghilterra (10,5%), seguita a pari merito dagli Stati Uniti e dalla Russia col 9,4%. Abbiamo poi il Giappone (7,8%), il Canada (7,6%), ma anche l’Arabia Saudita (6,3%) e l’Australia (5,2%), che sorpassano nazioni a noi più vicine come la Germania, la Francia o la Spagna.
Nella sezione relativa alle motivazioni di viaggio ne abbiamo riportata una, che ora ritroviamo: il ridotto numero di invitati. Attenzione: non sempre un destination wedding risulta più costoso rispetto ad un matrimonio tradizionale, ma l’elevata spesa globale può portare a ridurre la lista degli invitati. La ragione economica, inoltre, si accompagna a quella di natura personale/esperienziale, soprattutto per coloro che celebrano le seconde o le terze nozze e desiderano maggiore intimità e minori obblighi sociali. Pertanto, nel 2012, il numero medio di partecipanti era 36, ma il range generale comprendeva un minimo di 15 e un massimo di 80. Generalmente, gli ospiti non si recano sul posto solamente per il giorno dei festeggiamenti, ma colgono l’occasione per organizzare una piccola vacanza, per cui la media dei giorni di permanenza è 5,2. Sommati all’82% delle coppie che hanno scelto di svolgere la weddingmoon sempre in Italia, le cifre relative al fatturato di questo settore sono ampiamente giustificate.
Il mercato in Italia
A conferma del trend positivo, non solo vi sono vari studi a riguardo, come abbiamo visto, ma anche tanti portali web dedicati all’organizzazione delle nozze o alla formazione dei futuri wedding expert, come Zankyou.it e Matrimonio.com. Ad essi si aggiungono numerosi eventi e fiere espositive sia per il mercato B2B, che per il B2C, tra cui Tutto Sposi di Napoli, Milano Sposi e Roma Sposa, per citare i più importanti. Quest’ultima ha avuto grande successo, come si afferma in un articolo de Il Sole 24 Ore: nei due appuntamenti della stagione 2017 hanno esposto 300 aziende, tra catering, artigiani, atelier, e molti altri. Inoltre, sono state organizzate 25 sfilate, un’intera “beauty zone” e anche un’area dedicata allo show cooking.
Uno studio della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi realizzato proprio per Il Sole 24 Ore, ha registrato tra il 2016 e il 2017 un aumento delle imprese nell’industria nuziale pari al 3,4%, corrispondente a quasi 56.700 attività in tutta Italia. A beneficiare maggiormente di questo boom sono stati i business legati all’organizzazione di cerimonie, con un aumento del 9,4%, ovvero più di 1.600 su tutto il territorio italiano. La wedding marketing specialist Ines Pesce, nel suo articolo per Manager Italia fa notare come nel portale Matrimonio.com si contino più del doppio di queste professionalità (circa 3.600). Inoltre, riporta un dato di rilievo: il tasso di nuzialità in Italia è il più basso d’Europa, con soli 191.000 celebrazioni, tuttavia è un business che si traduce in 7 miliardi di dollari di fatturato. Dunque, le nozze sono in calo, ma è il tetto di spesa che aumenta, poiché non comprende più solo “lo stretto necessario” come dieci anni fa. Oggi, si contano tutta una serie di elementi legati all’estetica e al design dei particolari (tableau de mariage, intrattenimento, oggettistica, performance e così via) che hanno fatto lievitare il costo totale di un evento di questo tipo oltre i 40.000 euro, pari ad un aumento del 35%. Per di più, i matrimoni di coppie straniere risultano ancora più attraenti per il mercato e per gli operatori del settore. Nel primo caso, ci riferiamo ad una capacità di esborso quasi doppia rispetto agli italiani (60.000 euro di budget medio contro i 30.000 euro di un domestic wedding), nel secondo caso è questione di praticità per la gestione dell’evento, grazie ad un massimo di 70/80 invitati contro i 150 della media italiana.
Per concludere l’articolo, Ines Pesce offre la prospettiva di un budget plan ideale, su una media di 100 persone pari a 43.400 euro. Riportiamo alcune voci contenute in questa cifra:
• € 15.000 per il ricevimento;
• € 500 per il tableau de mariage;
• € 3.000 per il fotografo;
• € 2.500 per il wedding planner;
• € 2.000 tra bomboniere e wedding stationery;
• € 3.000 per gli addobbi floreali di chiesa e sala del ricevimento.
Come si può notare, le componenti di un matrimonio di questo tipo sono numerose e ben precise e va da sé che gli sposi siano disposti ad aumentare la soglia di spesa in base alle loro esigenze. Se questo discorso è valido per le nozze “classiche”, lo è ancora di più per una celebrazione lontano da casa.
Nelle righe seguenti, dunque, cercheremo di analizzare più nel dettaglio i facts and figures di questo comparto in continua evoluzione.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Wedding based tourism: destinazione Alghero e focus sul mercato russo
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Informazioni tesi
Autore: | Laura Caria |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Sassari |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue straniere per la comunicazione internazionale |
Relatore: | Federico Rotondo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 161 |
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