Un episodio di confronto interreligioso fra cristianesimo e islam: Francesco d'Assisi e il sultano d'Egitto al-Malik al-Kāmil durante la quinta crociata
"Vita prima di Tommaso da Celano"
Tommaso da Celano è già frate minore quando scrive la prima biografia ufficiale di Francesco. Papa Gregorio IX in occasione della canonizzazione del frate gli dà il compito di scrivere la sua agiografia, probabilmente redatta fra il 1228 e il 1229.
Prima che Bonaventura fosse incaricato di stendere un'altra biografia di Francesco, quella del Celano era la fonte più autorevole e completa della vita del santo.
L'opera Vita del beato Francesco84 è divisa in tre parti: la Vita prima, dove vengono narrati i fatti accaduti fino al 1224, la Vita seconda, dal 1224 fino alla morte del 1226, e una terza parte in cui si racconta la canonizzazione e i miracoli di Francesco.
Per quanto riguarda il periodo del viaggio del frate in Egitto, farò riferimento alla Vita prima, che fornisce una versione molto breve e generica sull'episodio.
" […] E nel tredicesimo anno dalla sua conversione partì per la Siria, e mentre si combattevano ogni giorno aspre e dure battaglie tra cristiani e pagani, preso con sé un compagno, non esitò a presentarsi al cospetto del sultano dei saraceni […"
Il Celano fa risalire la conversione di Francesco al 1206, anno in cui, come egli stesso racconta nella Vita prima nel capitolo VI, il ragazzo si spoglia dei suoi abiti davanti al vescovo di Assisi, Guido I. In queste poche righe l'autore racconta i particolari del viaggio di Francesco in modo approssimativo; innanzitutto lo vede partire per la Siria, zona geografica molto vaga che, come già abbiamo visto, cita anche il Bonaventura. In secondo luogo, quando parla del sovrano islamico, dà per scontato che ci sia un solo sultano per tutti i musulmani.
Il Celano non è molto informato sulla crociata d'Egitto, e non è nemmeno interessato a raccontare la verità storica della vicenda. L'autore, inoltre, divide le due fazioni in guerra in cristiani e "pagani", come se l'epoca dei fatti non fosse il XIII secolo, ma il IV, quando questa parola serviva per distinguere i seguaci di Dio dagli adoratori della tradizione politeista. É probabile che il termine "pagani" fosse assimilato, come spesso lo è oggi, al termine "infedele" o "miscredente", e quindi a chiunque adorasse divinità che non fossero quelle cristiane. La parola, malgrado possa sembrare inesatta, essendo l'islam una religione monoteista, ritrova il suo significato originale se si pensa al motivo che spinge Francesco ad intraprendere il suo viaggio in Egitto. Tutto l'episodio di Francesco e il sultano, infatti, si riduce al desiderio del martirio del frate, il quale spera di poter morire per mano dei saraceni. Dovendo scrivere un'agiografia, il Celano si focalizza sui "topoi" di quel genere letterario prendendo come modelli le Passiones martyrum. In questo senso Francesco viene identificato con i primi martiri uccisi per mano dei persecutori "pagani" .
" […]Chi potrebbe descrivere con quale coraggio gli stava davanti, la fermezza con cui gli parlava, l'eloquenza e la decisione con cui rispondeva a quelli che ingiuriavano la legge cristiana?[…]"
Tutto ciò che sappiamo dal Celano è che Francesco parla ai suoi interlocutori con una sapienza inenarrabile; infatti l'autore non entra nel dettaglio e non racconta nulla di ciò che il frate dice. Ma c'è un elemento importante nel testo che suggerisce la presenza di un "dialogo": l'Assisiate "rispondeva" agli astanti che insultavano la parola di Dio. La frase rileva una discussione in atto tra le due parti; i saraceni, che non sappiamo se siano dotti o soldati, offendevano il Vangelo, Francesco replicava alle loro invettive con grande abilità. Secondo il Celano c'è quindi un dibattito, nel quale il frate, che viene ingiuriato, difende la sua religione. Non si conoscono i termini di questa discussione ma sicuramente i musulmani non avevano intenzione di arrivare ad un confronto, espressero solamente la loro ostilità nei riguardi del Dio cristiano.
" […]Prima di giungere al sultano, i suoi sicari l'afferrarono, lo insultarono, lo sferzarono, ed egli non si atterrì: né minacce, né torture, né morte; e sebbene investito dall'animo ostile e da sentimenti di odio di molti, eccolo accolto dal sultano con grande onore! […]"
Ricalcando le storie dei martiri, l'autore individua gli aguzzini del frate nelle sentinelle saracene, il quali, mettono alla prova la forza della fede di Francesco attraverso il dolore della carne; il chierico naturalmente supera la prova senza temere nulla.
Dopo le percosse, il Celano lo introduce repentinamente alla presenza del sultano, che lo riceve benevolmente, senza che Francesco abbia fatto alcunché per meritarsi tale trattamento.
Non è il caso di chiedersi se l'atteggiamento del sultano nasca da una disposizione al dialogo, perché, conoscendo il fine dell'autore, porterebbe fuori strada.
" […]Questi [il sultano] lo circondava di favori regalmente e, offrendogli molti doni, tentava di convertirlo alle ricchezze del mondo; ma, vedendolo disprezzare tutto risolutamente come spazzatura, ne rimase profondamente stupito, e lo guardava come un uomo diverso da tutti gli altri. Era molto commosso dalle sue parole e lo ascoltava assai volentieri. Ma in tutte queste circostanze il Signore non compì il desiderio del santo, riservandogli il privilegio di una grazia singolare."
Non sono sempre chiari i passaggi del Celano, che prima ci parla di una "disputa", in seguito racconta l'incontro delle sentinelle e poi dell'arrivo al cospetto del sultano. Non è semplice per il lettore capire con chi Francesco parla, se con le sentinelle o con personaggi presenti alla corte; contemporaneamente non si può affermare con sicurezza quando il sultano offre i doni a Francesco, se prima o dopo la "disputa". La linea cronologica degli eventi è molto confusa. Anche in questa fonte il sovrano offre numerosi regali al frate, il quale rifiuta ogni cosa con decisione. Secondo il Celano la generosità del sultano è dettata da un'indole malvagia; infatti dietro la bontà si nasconde un abile tentatore che, al servizio del male, cerca di ricondurre Francesco verso le cose di questo mondo, da lui perentoriamente rinnegate. Solo dopo che Francesco declina l'offerta, il sovrano islamico cambia atteggiamento.
La prima reazione è lo stupore, perché nessuno avrebbe mai potuto rifiutare tali ricchezze; in un secondo momento subentra una sorta di ammirazione nei confronti di quest'uomo decisamente fuori dall'ordinario. A questo punto Francesco sembra parlare di nuovo, non si comprende se continuando il discorso precedente o iniziando una nuova predica sulla base del Vangelo. Da tentatore il sovrano diventa quello che si può chiamare un "buon infedele", il quale malgrado faccia parte di una religione falsa, è capace di vedere la verità nel cuore di Francesco e lo ascolta coinvolto. È probabile che questa esperienza abbia cambiato il principe islamico ma il Celano non lo dice, lascia solo intendere quale portata possono avere la parole del frate. Al-K.mil non suscita nessun interesse nell'autore, che lo considera solo un mezzo per celebrare Francesco e la sua santità. Per quanto riguarda i punti rilevanti di questa storia è chiaro che il Bonaventura, riscrivendo la biografia del santo, si rifà ampiamente al Celano, utilizzando spesso le sue stesse espressioni, dimostrando così l'autorevolezza della fonte. La storia non ha un finale chiaro, non sappiamo le intenzioni del sultano e nemmeno le motivazioni che spingono il frate ad andarsene; l'ultima riflessione è dedicata al mancato raggiungimento del tanto agognato martirio. Dopo questo episodi il frate non cercherà più la morte per mano dei persecutori, ma gli sarà concesso comunque di provare sulla sua carne la passione di Cristo attraverso le stimmate.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Un episodio di confronto interreligioso fra cristianesimo e islam: Francesco d'Assisi e il sultano d'Egitto al-Malik al-Kāmil durante la quinta crociata
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Informazioni tesi
Autore: | Cristina Cavazzi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Angela Maria Mazzanti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 52 |
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