La sharing Economy: Luci e ombre di un nuovo modello economico. I casi Airbnb e Uber
Visione positiva della sharing economy
Se da una parte vi sono molte critiche alla sharing economy, dall’altra si contano numerosi punti a suo favore. Anche se, con la feroce concorrenza, le conseguenze negative sugli operatori dell’economia tradizionale sono innegabili, una lotta alla sharing economy non è la strategia corretta, ma bisogna se mai guardare all’introduzione di una normativa adeguata.
Convenienza, fiducia e senso di comunità sono i sentimenti che spingono i consumatori a provare questo tipo di servizi, facilitato dalla tecnologia che via via sta diventando sempre più elemento indispensabile nella vita di ognuno. Un’indagine Pwc mostra come negli Stati Uniti il 44% dei cittadini dichiara di avere famigliarità con le piattaforme collaborative, mentre il 19% ha utilizzato direttamente i suddetti servizi, di cui il 9% per intrattenimento e media, l’8% per trasporti, il 6% per alloggi e il 2% per abbigliamento.
Tra coloro che hanno provato almeno una volta i servizi di sharing economy il 57% ritiene che l’economia collaborativa è interessante, ma nutre ancora dei dubbi nei suoi confronti, mentre il 72% dichiara che nei prossimi 2 anni si vede come un consumatore fisso dei servizi di sharing economy. Sicuramente gli utenti che risultano più soddisfatti sono i giovani compresi tra i 18 e i 24 anni e le famiglie con figli minori di 18 anni. Le motivazioni date sono che questi servizi sono molto più convenienti rispetto alla media, aiutano a costruire una comunità forte ed è più divertente usare questi servizi rispetto a quelli offerti dalle compagnie tradizionali, sono ecosostenibili, sono basati su valori come la fiducia tra le parti e che condividere i beni è meno costoso che possederne uno. È comunque da menzionare che molti ritengono le piattaforme collaborative ancora non sicure fino a quando non sono raccomandate da un amico o un parente che abbia usato il servizio direttamente.
Di seguito sono elencati gli aspetti positivi apportati dall’economia collaborativa:
* l’entrata nel mercato dei servizi di sharing economy ha fornito una maggiore quantità di beni ad un prezzo abbordabile, ed alzato il livello della qualità media dei servizi già presenti. Ad esempio, durante qualche manifestazione sportiva particolarmente importante durante la quale tutti gli alberghi registrano il pieno, l’utente può trovare alloggio presso uno degli appartamenti affittati tramite Airbnb (o altre piattaforme simili), mentre un’indagine effettuata negli Stati Uniti ha rivelato come la concorrenza di Uber abbia costretto le società di taxi ad aumentare il livello qualitativo, ovviamente tutto a vantaggio dei consumatori.
* Il costo di un bene non è costituito solo dal prezzo di acquisto, ma anche dai costi di transazione, cioè tutti quei costi che si devono sostenere per effettuare l’operazione. Più precisamente, si intendono i costi di ricerca delle informazioni, di contrattazione e di decisione. L’uso delle piattaforme digitali permette di ridurre drasticamente i costi di transazione in quanto non è mai stato così semplice e veloce ottenere tante informazioni riguardo ai prezzi ed alla qualità dei beni e dei servizi.
* La sharing economy gioca un ruolo centrale anche nella società. Vi sono una gran quantità di beni e di capacità sotto utilizzate, che se invece vengono sfruttate al meglio, contribuiscono a rendere il mercato più sostenibile. Si possono individuare 3 elementi che sono in grado di dare questo impatto
* La ridistribuzione delle merci favorisce l’equilibrio ambientale. Se, ad esempio, il signor Rossi possiede un bene di cui non ha bisogno, mentre il signor Bianchi ha bisogno dello stesso bene, la ridistribuzione fa si che il signor Rossi possa liberarsi del bene senza doverlo gettare ma anzi guadagnandoci anche qualcosa, il signor Bianchi ottiene il bene che cercava senza aver dovuto comprarne uno nuovo e la durata della vita del bene è allungata; quindi non sarà necessario produrre un bene nuovo per sostituirlo.
* Il prestito o il noleggio a breve termine fa si che un bene si possa ottenere senza per forza doverlo comprare per un uso solo temporaneo (quindi in seguito verrebbe poco utilizzato), e la qualità di questi beni solitamente è elevata in quanto sono di alto valore.
* Per quel che riguarda la mobilità condivisa, il car sharing potrebbe presto sostituire il possesso di auto. È stato dimostrato che l’auto in media viene usato solo per l’8% del suo potenziale: con i servizi di car sharing si potrebbero ridurre i costi di mantenimento di un’automobile ed evitarne il non uso.
* La sharing economy è oltretutto responsabile della creazione di servizi del tutto nuovi, che le imprese tradizionali non potrebbero fornire facilmente. L’esempio più evidente è Uber: infatti, un normale taxi non potrebbe mai fornire un servizio di trasporto allo stesso prezzo praticato da Uber.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La sharing Economy: Luci e ombre di un nuovo modello economico. I casi Airbnb e Uber
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Informazioni tesi
Autore: | Omneia Hassnien |
Tipo: | Laurea magistrale a ciclo unico |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Alessandro Graffi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 168 |
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