Storiografia e analisi estetica del Videoclip: tra video arte ed advertising

Il video sperimentale è un macro genere che raggruppa in sé potenzialmente tutti i generi sopra esposti, dal momento che la “sperimentalità” può essere riferita a molteplici aspetti del clip: può riferirsi ai contenuti, all’estetica, alla tecnica di realizzazione o anche al tipo di trama. Il video sperimentale è quindi un tipo di video che utilizza un approccio fuori dagli schemi e fuori dai canoni del mainstream, e i suoi autori sono degli innovatori che abbandonano gli stereotipi, mettono da parte le strutture standardizzate e intraprendono nuove strade, cercando di affascinare e stupire lo spettatore. Molto spesso si tratta di videomaker che hanno una formazione artistica particolare, provenienti in alcuni casi dal cinema con influenze underground, che attuano ricerche interdisciplinari.³⁴ Uno dei generi che si presta più in assoluto al clip sperimentale è il video di animazione: tramite tecniche sempre diverse, dalla grafica 3D, alle tecniche povere, allo stop motion, i registi riescono a dare libero sfogo alle idee più bizzarre e fantasiose.

The White Stripes - Hardest Button To Button (video diretto da Michel Gondry) 2003
Il video utilizza l'animazione pixilation per creare l'effetto di dozzine di batterie e amplificatori per chitarra che si moltiplicano al ritmo della canzone mentre Jack (il cantante) e Meg (la batterista) si esibiscono. Ad ogni battito, un nuovo tamburo si materializza proprio davanti a Meg e lei appare immediatamente dietro di esso, lasciando tutti i tamburi precedenti vuoti. Meg è stata filmata mentre esegue un singolo battito sull'ultimo tamburo della linea, che è stato poi rimosso, spostandosi indietro di un tamburo, e così via. La sequenza è stata modificata e riprodotta al contrario per il video, facendo sembrare la batteria materializzarsi dal nulla. Gondry ha usato 32 batterie, 32 amplificatori e 16 aste microfoniche identiche durante le riprese.³⁵
Attraverso questo escamotage di moltiplicazione e scomposizione, il regista francese Gondry vuole materializzare la presenza della musica, darle letteralmente peso, mostrare allo spettatore lo spazio che essa occupa nel nostro immaginario.

Ciò che avrebbe potuto realizzare in post produzione attraverso il montaggio al computer, lo realizza mettendo in campo oggetti reali.³⁶ La difficoltà dietro alla realizzazione di questo video è evidente, coordinare centinaia di riprese, spostare innumerevoli volte le attrezzature, riuscendo a rendere l’idea di continuità e fluidità della scena.
Da non trascurare inoltre tutte le problematiche del girare in esterna, in luoghi pubblici come il vagone di una metropolitana, le scalinate di parchi e strade trafficate, trasportando in giro per Londra la pesante attrezzatura.




³⁴ _{Bruno Di Martino Segni, Sogni, Suoni. Quarant’anni di videoclip da David Bowie a Lady Gaga, Milano, Meltemi, 2018 pag. 267, 268}
³⁵ _Wikipedia
³⁶ _{Bruno Di Martino Segni, Sogni, Suoni. Quarant’anni di videoclip da David Bowie a Lady Gaga, Milano, Meltemi, 2018 pag. 328}