Interventi di ingegneria naturalistica per la riqualificazione ambientale di un tratto del fiume Ofanto in agro di Canosa Di Puglia
Verso il Parco Nazionale del fiume Ofanto?
Nel bacino idrografico dell’Ofanto, a condizioni d’instabilità naturale legate ad un regime idrologico torrentizio aggravato da lunghi periodi di siccità ed eventi di piena breve e intensi, a litologie incoerenti e/o impermeabili, a versanti acclivi, ad aree planiziali in continuo assestamento, si è aggiunta l’azione dell’uomo che, con la creazione di invasi e il loro interrimento, con l’eccessiva captazione delle acque di falda, con l’ampliamento fino alle golene dei coltivi e delle aree adibite al pascolo, con il prelievo di inerti, con la modificazione dell’alveo e delle pendenze naturali, con la costituzione di discariche ed edifici abusivi, ha accelerato il dissesto idrogeologico e aumentato il degrado ambientale.
Secondo quanto previsto dalla legge Galasso 431/85, i fiumi per una fascia di 150 m da ciascuna sponda sono sottoposti a vincolo paesaggistico che tuttavia non impedisce lo svolgimento di attività agro- silvo- pastorale che non compromettano permanentemente lo stato dei luoghi. Così nel tempo le aree di pertinenza fluviale sono state assediate e la naturalità è divenuta sempre più marginale e a ciò si è aggiunta la difficoltà nell’attuare una pianificazione territoriale interregionale che, alla scala di bacino idrografico, avrebbe ottimizzato la gestione dei rischi idrogeologici. Ne è dimostrazione la discontinuità dei sette SIC (Siti di Importanza Comunitaria, secondo la direttiva Habitat 92/43/CEE, volti alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e fauna selvatiche ai fini della salvaguardia della biodiversità) istituiti lungo l’Ofanto e dei quali solo il SIC pugliese lago Capacciotti-Valle d’Ofanto, istituito con il D.M. 3/4/00, si sviluppa con continuità su un’area di 7542 ettari e presenta foreste a galleria di Salix alba e Populus alba con copertura al 60% e percorsi pseudo steppici con copertura al 5%.
La visione vincolistica ed esclusivamente paesaggistica della legge Galasso è stata superata da quella strategica ed eco-sistemica della legge quadro 394/91 sulle aree protette così da porre fine alle innumerevoli situazioni di latitanza della coscienza ambientale. In Puglia si è avuta in un primo momento l’istituzione dell’Area Protetta Regionale “Foce Ofanto” con la L.R. 19/97 e che ha posto le basi per un suo successivo ampliamento a parco regionale. Tale processo, durato 10 anni e contrassegnato da inchieste giudiziarie originate dall’aver comparato la SIC ad un’area naturale protetta, si conclude con l’istituzione (L.R. 37/07) del Parco Regionale del fiume Ofanto.
Esso era diviso nella zona 1, a ridosso del corso d’acqua, di rilevante interesse naturalistico e di protezione dell’avifauna, e nella zona 2 di interesse naturalistico-paesistico-storico-culturale, dove era prevista la promozione sostenibile del territorio e la riduzione degli impatti ambientali delle attività antropiche. La perimetrazione da problema tecnico si è trasformato in un problema sociale, imbattendosi nelle sindrome del Not In My Back Yard (NIMBY), creando dissapori incomprensibili tra le associazioni-antiparco dei coltivatori e quelle ambientaliste poiché, fino all’approvazione del “Piano per il parco”, sono comunque consentite pratiche colturali arboree, vigneti, seminativo e altre colture agricole, nonché attività agricole connesse (art.5 comma 2 L.R. 37/2007). Eppure i dubbi sul valore aggiunto che il Parco apporta sono confutati dalla possibilità di attingere a finanziamenti e incentivi per le attività agro-silvopastorali ecocompatibili, mirando verso un paesaggio e un’agricoltura di qualità, come illustrato dai progetti “Parchi agricoli multifunzionali” e “Campagna urbanizzata”, presentati all’interno del PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Interventi di ingegneria naturalistica per la riqualificazione ambientale di un tratto del fiume Ofanto in agro di Canosa Di Puglia
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Rosalia Di Renzo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali |
Corso: | Scienze geologiche |
Relatore: | Luigi Pennetta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 79 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi