Le forme di lavoro non-standard nel settore pubblico italiano
Vantaggi della flessibilità nel mondo del lavoro
Dopo aver definito il fenomeno della flessibilità, rimane da capire quali sono i motivi che hanno portato al suo utilizzo e se esistono dei vantaggi derivanti dall’impiego di forme di lavoro flessibili. I principali vantaggi che si possono trarre dall’utilizzo della flessibilità derivano dalla sua dimensione numerica e da quella funzionale e possono essere rappresentati come segue (Cortese, 2009):
- Maggior facilità d’ingresso nel mercato del lavoro con conseguente diminuzione del tasso di disoccupazione (esempio: contratto part-time che ha agevolato l’occupazione di donne e giovani)
- Promuovere lo sviluppo del capitale umano attraverso, per esempio, la rotazione delle mansioni
- Utilizzo di periodi di prova attraverso cui valutare il dipendente
- Possibilità di utilizzare contratti a progetto o di collaborazione che consentono alle amministrazioni di avere capitale umano a “basso prezzo”
- Pari opportunità e eguaglianza di genere (per esempio attraverso il contratto part-time attraverso cui molte donne sono riuscite ad entrare nel mercato del lavoro)
- Trasformare il lavoro irregolare in regolare grazie ai minor costi che l’utilizzo di contratti non-standard comportano ai datori di lavoro
- Abbattimento dei costi di licenziamento(che per i contratti a termine alla scadenza sono nulli)
Tutti i punti precedenti, in realtà, descrivono solo una parte dei molti vantaggi da cui il mercato del lavoro e le imprese, pubbliche e private, possono trarre giovamento. La flessibilità numerica avvantaggia da un lato il datore di lavoro, in quanto permette di adattarsi al mercato e di utilizzare contratti a bassa tutela che riducono i costi del lavoro, dall’altro anche i lavoratori traggono beneficio da essa in quanto la fluidità che provocherebbe sul mercato del lavoro permetterebbe di ampliare/differenziare il ventaglio delle esperienze occupazionali e permetterebbe un aumento dell’occupazione.
Anche la seconda porta duplici vantaggi; infatti, per le imprese, la cooperazione e l’affidabilità di una manodopera stabile e socializzata all’azienda favoriscono la crescita della produttività e della qualità del prodotto, mentre dal punto di vista del lavoratore, la flessibilità funzionale dà garanzie di stabilità occupazionale e di sicurezza sociale (Cortese, 2009). Spesso e volentieri le due forme di flessibilità, numerica e funzionale, sono alternative e tale alternanza dipende dalla disponibilità dei lavoratori con le competenze richieste, dalle dimensioni dell’ente preso in considerazione e dalla complessità della tecnologia nel contenuto del lavoro (Reyneri, 2005).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Le forme di lavoro non-standard nel settore pubblico italiano
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Informazioni tesi
Autore: | Stefano Bertino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Stefano Neri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 55 |
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